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giovedì 4 aprile 2024

Fotografe - Claudia Gallotta | Slow Milan

 Fotografe - Claudia Gallotta | Slow Milan

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La mostra fotografica "Slow Milan" esposta dalla fotografa lodigiana Claudia Gallotta, dal 4 aprile al 4 maggio 2024 al Victory Bar Caffetteria, è un progetto di Street Photography che rappresenta una Milano "Slow", lenta. 
Claudia, insegnante, appassionata di fotografia e socia del gruppo fotografico “Progetto Immagine” di Lodi, con questi suoi scatti, vuole far emergere il contrasto tra la velocità, la frenesia sociale/lavorativa che caratterizza abitualmente la città di Milano con un aspetto più lento, quindi più rilassato che il suo 'Sguardo' ha notato transitando in Piazza Tre Torri e nelle immediate adiacenze.

Questo progetto fotografico è stato esposto anche nell’ambito del Circuito Off del Festival della Fotografia Etica, edizione 2023.


Victory Bar Caffetteria, Via Borgo Adda 96, Lodi.

Lun - Ven 8:00 - 16:30  Sab - Dom 8:00 - 11:30


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martedì 12 marzo 2024

Lisetta Carmi - Fotografe | LoSguardoDiGiulia

Lisetta Carmi - Fotografe | LoSguardoDiGiulia

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Leggere la biografia della fotografa Lisetta Carmi nel libro "Le cinque vite di Lisetta Carmi" di Giovanna Calvenzi è stata un'entusiasmante immersione nell'esistenza di una donna che si è lasciata guidare dall'istinto, sensibile alle fragilità umane, impegnata nel sociale e curiosa come solo le persone intelligenti sanno essere, che ha passato 18 anni a fotografare le 'anime' della gente, viaggiando e raccontando il mondo con i suoi scatti.

Il pianoforte 

Da bambina Lisetta viene esclusa dalla scuola a causa delle leggi razziali del 1938, nata in una famiglia ebrea e costretta in questa situazione che le lascia solamente la possibilità di studiare a casa. Il pianoforte, che aveva cominciato a studiare a 10 anni, diventa la sua unica compagnia. Successivamente, dopo aver avuto la notizia di una retata alla sinagoga di Genova, l'intera famiglia Carmi fugge dall'Italia e si rifugia in Svizzera, dove viene prima internata in un campo di raccolta a Losanna, per poi raggiungere Zurigo dove Lisetta può continuare gli studi al conservatorio. Solo nel 1945, a guerra finita, Lisetta ritorna in Italia e scopre quello che è successo durante la sua assenza, le persecuzioni, i campi di sterminio, le imprese partigiane.

Il successo

Lisetta, dopo essersi diplomata in pianoforte a Genova, ottiene successo nei concerti a livello internazionale. La sua vita è centrata sulla musica, ma il suo interesse per la letteratura sulla Resistenza, Olocausto e nazismo la porta a vivere in Israele. Tuttavia, sperimenta un inaspettato razzismo e decide di tornare in Italia, continuando la sua carriera musicale nel mondo. Nel 1960, interrompe la sua attività per unirsi a uno sciopero portuale a Genova, dimostrando il suo impegno per la giustizia e l'uguaglianza contro il congresso del Movimento Sociale Italiano. Nonostante le restrizioni, la sua determinazione a sostenere la causa la porta a rinunciare alla musica.

La fotografia

Lisetta, durante un viaggio in Puglia, con una semplice macchinetta Agfa Silette cattura impressioni senza preoccuparsi degli aspetti tecnici. Al ritorno a Genova, lo sviluppo delle foto suscita stupore per la freschezza, paragonandole persino alle opere di Cartier-Bresson. Questi elogi la spingono a intraprendere la carriera di fotografa. Apprende l'arte della stampa in camera oscura a Berna da un amico fotografo, sviluppando un approccio unico basato su brevi storie di immagini anziché sulla perfezione tecnica. Il suo insegnamento principale è guardare oltre il soggetto prima di scattare. Questo principio diventa la guida fondamentale della sua vita da fotografa, definendo uno stile e una prospettiva unica nel narrare storie attraverso la fotografia.

La forza divina 

La passione per la fotografia diventa la nuova guida nella vita di Lisetta Carmi, rimpiazzando gli anni dedicati allo studio del pianoforte. Diventa fotografa nel 1972, lavorando al Teatro Duse e per il Comune di Genova. Indipendente e coraggiosa, esplora vari ambienti, raccontando storie attraverso le sue immagini, compresi luoghi insoliti come ospedali e fogne. Lisetta afferma di essere stata guidata da una 'forza divina' in questa nuova direzione. Grazia Neri, dell'agenzia fotografica milanese, la ricorda come una donna colta e ribelle. La sua carriera si distingue per la forte individualità e la continua esplorazione creativa, evidenziata dalla sperimentazione con i negativi nell'interpretazione del 'Quaderno musicale di Annalibera' di Dallapiccola, pubblicato nel 2005 insieme alla poesia di Giuliano Scabia.

I camalli 

Nel 1964, Lisetta Carmi fotografa il porto di Genova, concentrando la sua attenzione sui camalli, i lavoratori portuali, vittime di condizioni terribili e sfruttamento. Ne diventa testimone e denuncia la loro difficile situazione. I lavoratori la definiscono come colei che "fotografa le formiche", sintetizzando il tema delle sue foto che evidenziano le dure condizioni di vita e lavoro dei camalli. Le immagini diventano oggetto di una mostra patrocinata da FILP-CGIL e dalla Società di Cultura di Genova, successivamente itinerante anche in Unione Sovietica. Il lavoro di Lisetta non solo documenta la difficile realtà sociale, ma sensibilizza il pubblico e contribuisce a una denuncia attraverso la potenza delle sue immagini.

Erotismo e autoritarismo a Staglieno

Nello stesso periodo, Lisetta Carmi fotografa il cimitero monumentale di Staglieno, concentrandosi sulla galleria di tombe antiche di famiglie facoltose di Genova. Le sculture raffigurano volti e abitudini familiari, con "bambini vestiti da marinaretti, signori baffuti con donne nude, mogli appese al braccio del marito". Sebbene provi disgusto per molte di queste rappresentazioni, associate a un'immagine di donna timorosa e sottomessa, e a una borghesia conformista e sessualmente repressa, Lisetta ammira coloro che progettarono la propria tomba mentre erano ancora in vita. Le sue fotografie vengono pubblicate su 'Du', una rivista svizzera, e su 'Bolaffi Arte' in Italia nel 1975. Attraverso il suo lavoro, Lisetta Carmi offre una visione critica e provocatoria delle rappresentazioni culturali e sociali presenti nel cimitero monumentale di Staglieno, stimolando la riflessione sulla società e sui suoi valori impliciti.

I travestiti

A Genova, alla fine del 1965, Lisetta Carmi entra in contatto con l'ambiente del travestitismo. Guidata dalla sua curiosità, inizia a documentare questa realtà con immagini e interviste, che si sviluppano in un libro nel corso di sei anni. Nonostante il clima libertario dei primi anni settanta, la pubblicazione del libro risulta difficile.

Nel frattempo, Lisetta intraprende viaggi in Venezuela, Colombia e Messico, documentando storie e la sua esperienza di viaggio e la capacità di catturare le sfumature umane attraverso la fotografia diventano elementi centrali del suo impegno documentaristico e della sua esplorazione delle diverse realtà sociali.

Incontri e nuove esperienze 

Nel biennio 1965/66, Lisetta Carmi documenta storie di individui in cerca di libertà, come Bernard De Vriescapo dei provos olandesi, provocando una riflessione nelle "coscienze addormentate della ricchezza". Fotografa intensamente la metropolitana di Parigi, catturando la folla, gli incontri, i poveri, le architetture e le scritte politiche. Le immagini vincono il Premio per la Cultura della Fotografia e ricevono l'elogio della Popular Photography Italiana nel 1966. Realizza un reportage in un campo profughi a Gaza e crea una serie di foto del poeta Ezra Pound, ottenendo il premio Niépce per l'Italia considerato uno dei momenti più significativi nella storia della fotografia italiana per il loro intenso significato e la drammaticità del momento. Documenta l'alluvione del 1966 a Firenze, immergendosi nelle strade colpite dal fango con empatia. Nel 1970, viaggia in Oriente con Mauro Gasperini, finanziando il viaggio con la vendita del suo pianoforte. La sua vita è caratterizzata dall'impegno nel comprendere le realtà umane e sociali. Nel 1976, realizza 'Acque di Sicilia' per la Dalmine, segnando il suo ultimo lavoro significativo come fotografa e dimostrando la sua maturità espressiva.

La ricerca della verità

Nell'intervista del 1990 scritta per la ricerca della tesi di laurea di Patrizia Pentassuglia che viene ripubblicata in questo libro biografico traspare la chiarezza di pensiero di Lisetta e quanto le sue risposte siano attuali.

Babaji Herakhan Baba

Nella sua 'terza vita' Lisetta incontra Babaji Herakhan Baba in India, ne rimane estasiata, diventa quindi seguace del guru indiano seguendone gli insegnamenti. Crea un centro spirituale a Cisternino dove abita e lavora, che diviene in seguito fondazione, fonda la pubblicazione semestrale de La Voce di Cisternino e la costruzione di un tempio, il DhuniLa quarta vita di Lisetta è il ritorno alla musica che aveva abbandonato anni prima per la fotografia che però non ha mai lasciato veramente, anche nel periodo spirituale. La quinta, breve, preziosa e ultima vita di Lisetta è stata definita liberatoria. Questo è il tempo che dedica a raccontare alle nuove generazioni e ai media del suo percorso fotografico e delle sue tante vite.

Nel libro si trovano anche numerosi racconti di persone che hanno frequentato Lisetta Carmi.

Conclusioni

Ovviamente non è tutto qui, questo è solo un breve riassunto che ho scritto per tenere a mente e
imparare dalla vita di una fotografa sensibile e capace, che ha avuto la possibilità di creare un portfolio eccezionale, ha fatto incontri con personaggi storici e persone normali che sono diventate protagoniste del loro tempo. La vita di Lisetta Carmi è stata talmente intensa che per scoprirla questo mio riassunto non è sufficiente, e neanche sfogliare un solo libro. Ci sono molte pubblicazioni che riguardano la fotografia e la vita di Lisetta Carmi che cercherò in futuro e che nutriranno il mio bisogno di approfondire le storie delle donne che hanno fatto la storia della fotografia. Al termine della lettura del libro "Le cinque vite di Lisetta Carmi" troverai una ricca bibliografia per conoscerne meglio l'opera e, all'interno, numerose foto di Lisetta.

Lisetta Carmi. Genova, 15 febbraio 1924 - Cisternino, 5 luglio 2022

Per saperne di più:

👉Lisetta Carmi - ho fotografato per capire 

👉Lisetta Carmi, un'anima in cammino


"Accade solo ciò che deve accadere" Chao-Hsiu Chen 

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martedì 13 febbraio 2024

Architettura Interattiva in mostra | LoSguardoDiGiulia

Architettura Interattiva in mostra | LoSguardoDiGiulia

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Le Forme Dell'Architettura, la mostra fotografica interattiva
Dal 17 febbraio al 31 marzo 2024. 
"Prospettive urbane, linee infinite che guidano Lo Sguardo a perdersi nel cielo" 
Con piacere ritorno a esporre, al Victory bar in via Borgo Adda 96 a Lodi, con la rivisitazione digitale della mostra fotografica Le Forme Dell'Architettura





Uno Sguardo differente

Questa volta però, con il preciso intento di stupirti, ho voluto rendere questa mostra più coinvolgente, interessante e immersiva per darti l'opportunità di osservarla con uno Sguardo differente


Come?


Artivive è lo strumento AR rivoluzionario che trasforma il modo in cui guardi l'Arte.


Tramite l'App Artivive potrai osservare le immagini della mostra, non solo dal vivo, ma anche dal tuo cellulare, e il tuo sguardo per pochi attimi sarà portato in un'altra dimensione, scoprendo cosa celano le foto.  



Per Informazioni

Contattami nel form in alto a destra del blog o scrivi all'email losguardodigiulia@gmail.com per qualsiasi informazione.



Non solo archistar

Lo Sguardo Di Giulia: 
L'occhio e lo stupore tra forme e geometrie dell'architettura

21/02/2024 
di Marina Arensi








La recensione, dell'esposizione (nel 2021 non era ancora interattiva) di Marina Arensi su Il Cittadino di Lodi 











La recensione della Dott. in Filosofia Estetica Tatiana Gorla.



















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giovedì 4 gennaio 2024

Fotografe ignorate | LoSguardoDiGiulia

Fotografe ignorate | LoSguardoDiGiulia

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Considerare la sensibilità fotografica e lo sguardo femminile sulla società è una necessità culturale.
Ti spiego il perché
.





Una leggenda della fotografia 

Tutto parte da un episodio che ho vissuto in prima persona in cui una delle leggende della fotografia, Paola Agosti, fotografa di fama internazionale, che a Lodi, lo scorso ottobre, ha presentato il proprio libro di memorie al festival della fotografia etica. Ebbene, durante questo appuntamento importante per la fotografia, proprio chi avrebbe dovuto introdurre l'iniziativa al pubblico ne ignorava il nome... 

Ma com'è possibile, ho pensato.

(Di questo episodio ne ho scritto nell'articolo dedicato al mio incontro con Agosti "Paola Agosti, fotografa"


Fotografe ignorate 

Si è tenuta qualche settimana fa una iniziativa che riguarda la storia di Lodi, raccontata attraverso vari archivi di foto del territorio che cambia. Sicuramente è un patrimonio fotografico che va conservato, condiviso, valorizzato, ok va benissimo, sono assolutamente d'accordo! 

Però, i fotografi menzionati dai cui archivi si vorrebbe attingere sono TUTTI uomini. 
(Oltre che i relatori dell'iniziativa). 

E le donne?


Non posso credere che non esista neanche una donna nel lodigiano che in questi anni non abbia tenuto traccia dei cambiamenti del territorio con le proprie immagini. So, per esperienza diretta, che le donne non amano porsi in primo piano. 




Ma in questo articolo pubblicato su un noto quotidiano lodigiano non è stato accennato neanche un nome femminile e neanche che qualcuna sia stata interpellata per fare una minima ricerca a tal proposito. 

Una semplice ricerca

Nessuno di questi uomini colti, che ne sanno tanto di fotografia e che avranno sicuramente molte conoscenze si è preoccupato di fare una ricerca tra le fotografe che potrebbero avere un archivio storico di scatti del lodigiano? 

Una ricerca, per esempio, fatta con una open call per fotografe lodigiane. O una semplicissima ricerca tra le loro ampie conoscenze. 


Ci vuole volontà 

Le mie relazioni con persone che fanno parte del mondo fotografico lodigiano non sono vaste, ma mi è bastato riflettere un attimo per pensare subito a Franchina Tresoldi, nota artista e artigiana di Lodi.

Franchina ha costruito un intero lavoro con la composizione delle proprie foto scattate a Lodi nel giro di numerosi decenni.



Foto inedite, storiche, scattate dalla cima dei campanili delle chiese di Lodi con la sua fidata Nikon e il suo personale sguardo fotografico, che Tresoldi ha ricostruito in modo creativo, per poi trasformarle in delle acqueforti originali.

***

Ho pensato anche alla fotografa Patrizia Feregalli, che ho conosciuto recentemente.

Patrizia mi ha rivelato di possedere un buon archivio di foto del lodigiano.
 






Non mi sembra una ricerca così complicata.

Foto e parità 

La parità di genere deve essere contemplata in ogni campo, anche nella fotografia, soprattutto se si tratta di storia del territorio.

Di questo gap se ne sono accorte da tempo anche le socie dell'Associazione Donne Fotografe , "che si prefigge di promuovere la fotografia delle donne in Italia e nel mondo perché nonostante il crescente interesse nei confronti della fotografia, le Istituzioni pubbliche e private non sempre dimostrano una particolare attenzione alla produzione fotografica femminile."

Valorizzare, non escludere

A dispetto di quanto di creda sono certa che esistono molte fotografe, bravissime, che devono essere valorizzate quanto meritano.  
Ci tengo a sollecitare chi si occuperà di questa iniziativa di alto valore storico, "magari proprio in quel museo cittadino che sta sorgendo al vecchio Linificio", in cui la prevalenza di lavoratrici era donna, perché faccia le dovute ricerche senza escludere nessuna fotografa

***

Ti suggerisco inoltre alcune letture interessanti su questo tema:

"Autrici che hanno inseguito sé stesse, nelle proprie fotografie, per delle vite intere. Persone che non hanno avuto la giusta riconoscenza e che oggi più che mai sono utili a capire il nostro presente"
👉 Da CAMBIAMO DISCORSO. FOTOGRAFIA: E LE DONNE? Di Danila Baldo, sulla rivista Vitamine Vaganti

***

"Fin dalla creazione della primissima macchina fotografica, la Dagherotipo prodotta dalla ditta francese Susse Frères a partire dal 1839, le donne ne intuiscono le potenzialità. E fino a quando quello della fotografa non diventa un mestiere a tutti gli effetti, con regole e codici di condotta a sé stanti, esse sono state in prima linea sia per l’innovazione che per i modi d’uso delle fotocamere."

👉Da FOTOGRAFE VIAGGIATRICI. LE PIONIERE Di Maria Chiara Pulcini sulla rivista Vitamine Vaganti 

***

👉Gerda Taro

"Rimasta a lungo nell'ombra del più noto fidanzato Robert Capa e relegata al ruolo di sua compagna (e in qualche cronaca anche di moglie), dalla metà degli anni 1990 Gerda Taro è oggetto di interesse storico per il suo ruolo di giovanissima donna contro-corrente, rivoluzionaria militante sino al sacrificio massimo e protagonista della storia della fotografia e della resistenza al fascismo"  Fonte: Wikipedia

***

In memoria di 

👉Vivian Maier, una donna libera.

1 febbraio 1926 - 21 aprile 2009


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sabato 7 ottobre 2023

Fotografia Minutera e LoSguardoDiGiulia

Fotografia Minutera e LoSguardoDiGiulia

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Questa mattina ho incontrato a Lodi dei personaggi davvero interessanti di cui ti voglio parlare.

Sono i fotografi itineranti, chiamati anche "Minuteros".



Quest'arte d'altri tempi aveva destato la mia curiosità dopo aver letto che fotografi ritrattisti istantanei itineranti sarebbero stati presenti nelle mia città proprio in occasione di questo ottobre 2023 dedicato alla fotografia.

I Minuteros

Gentili e disponibili, aperti al racconto del procedimento di questa antica arte povera e popolare. Le loro fotocamere sono spesso autocostruite, alcune recuperate da vecchie cantine e restaurate, e tutte godono di un fascino davvero particolare.

Ma cos'è esattamente la Fotografia Minutera?

La Fotografia Minutera è un’attività fotografica che integra Performance Art e Street Photography. La Camera Minutera, è conosciuta in giro per il mondo con tanti nomi: afghan box, Lambe-Lambe, fotografia ambulante immediata. 

Il processo di sviluppo e stampa dura circa 4 minuti (dipende dall'esperienza del fotografo, mi hanno detto). Lo scatto è unico, e questa performance di strada si compone di una fotocamera in legno con laboratorio incorporato, che permette di rivelare l’immagine sul posto, e poterla così consegnare al cliente in pochi minuti.

Negli anni Duemila è apparso il fotografo minutero il cui nome rimanda ai fotografi ambulanti spagnoli, dove minuteros sta per minuti, in Italia chiamato anche "cassettista". A metà strada tra il teatro itinerante e la street photography, la nuova fotografia ambulante si fa per strada offrendo alle persone immagini positive su carta, utilizzando, come un tempo, la macchina fotografica come camera oscura. Ogni anno si tengono festival dove sono presenti singoli fotografi ed associazioni internazionali come ad esempio, l''Associació de Fotografia Minutera de Barcelona. (fonte: wikipedia)

*** 

Un'altra interessante tecnica di cui ho potuto conoscere l'esistenza è stata la Fotografia al Collodio umido

è una tecnica fotografica del XIX secolo che utilizza una soluzione di collodio (una sostanza viscosa) per rivestire una lastra di vetro o metallo, rendendola sensibile alla luce. Questa tecnica è stata ampiamente utilizzata dal 1850 al 1880 circa, prima dell'avvento delle pellicole fotografiche.


La definizione di questa foto su una piccola lastra di vetro è davvero altissima!


Il processo del collodio umido era noto per la sua alta qualità e dettaglio nelle immagini, ma richiedeva una complessa preparazione sul campo e una lunga esposizione, motivo per cui era più comunemente utilizzato per ritratti o fotografie di paesaggi. La necessità di preparare le lastre sul posto rese questa tecnica scomoda e poco pratica per gli spostamenti.
Oggi, alcune persone continuano a utilizzare la tecnica del collodio umido per creare fotografie dal fascino antico e artistico. È un processo che richiede una conoscenza approfondita e attrezzature specializzate, ed è considerato più un'arte tradizionale che una pratica comune nella fotografia moderna.

Il collodio umido è una antica tecnica fotografica che risale al 1851. Inventata da Frederick Scott Archer, divenne subito popolare per la produzione di ritratti e foto paesaggistiche.

Si chiama collodio umido perché la base chimica è un velo di collodio foto-sensibilizzato che viene steso su una lastra metallica su cui verrà scattata la foto. Questa lastra va utilizzata prima che il collodio si secchi, da qui il nome di collodio umido.

Il collodio umido è una antica tecnica fotografica che risale al 1851. Inventata da Frederick Scott Archer, divenne subito popolare per la produzione di ritratti e foto paesaggistiche.

Si chiama collodio umido perché la base chimica è un velo di collodio foto-sensibilizzato che viene steso su una lastra metallica su cui verrà scattata la foto. Questa lastra va utilizzata prima che il collodio si secchi, da qui il nome di collodio umido. 

Fonte michelepero.it



  Michelangelo mostra il suo biglietto da visita 
   in cui c'è impressa una foto al collodio








Giovanni e Michelangelo, i fotografi itineranti da cui ho avuto il piacere di scoprire la fotografia al collodio


LoSguardoDiGiulia in una fotocamera minutera


Sarei rimasta ore ad ascoltare le loro esperienze, questi uomini sono davvero un pozzo di cultura fotografica, e sono molto grata per quello che mi hanno trasmesso in così poco tempo, purtroppo il tempo è tiranno! 


La foto che mi ha scattato Giovanni,
a mia insaputa
😁
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mercoledì 20 settembre 2023

Mondogatto e Lo Sguardo Di Giulia | Calendario 2024

Mondogatto e Lo Sguardo Di Giulia | Calendario 2024  

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Raffaella:"Ciao Giulia, lo facciamo il bis?"

Giulia: "Certo che si!" 

Ed è con queste parole che inizia il secondo anno della mia esperienza micio/fotografica al rifugio Mondogatto di Lodi.

Anche quest'anno, amiche e amici gattofili, sono orgogliosa di annunciare l'uscita del calendario 2024 del rifugio Mondogatto di Lodi in cui troverete le mie foto originali, quelle de Lo Sguardo Di Giulia, in cui ogni mese dell'anno sarà dedicato ai felini del rifugio in cerca di casa.  



A seguito del grande successo del calendario 2023 di Mondogatto dedicato al gioco, anche quest'anno ho rinnovato il mio impegno nell'immortalare i sempre numerosissimi gatti del rifugio, e sono felice di comunicarvi che, come sempre, l'intero ricavato della vendita del calendario potrà garantire una vita dignitosa agli ospiti del rifugio gestito dalle volontarie dell'associazione MondoGattoLodi – odv

Potrai scegliere il tuo calendario in due formati, da parete e da scrivania, con offerta a partire da 8 euro in su.

Il tema di quest'anno è ...

"Il micio-riposino"

Ecco dove potrai acquistare a Lodi prime copie del calendario 2024:

Dal 24/09/2023 

Link 👉Victory Bar  -  Via Borgo Adda 96, Lodi 

sabato
  • 06–12
domenica
  • 06–12
lunedì
  • 06–17:30
martedì
  • 06–17:30
mercoledì
  • 06–17:30
giovedì
  • 06–17:30
venerdì
  • 06–17:30

Dal 25/09/2023 

sabato

  • 07:30–13

domenica

  • Chiuso

lunedì

  • 07:30–13

martedì

  • 07:30–19:30

mercoledì

  • 07:30–19:30

giovedì

  • 07:30–19:30

venerdì

  • 07:30–15

- Arca di Noè, Via Milano 10.
- Edicola Beha, Via Bruno Buozzi 1A.
- Farmacia Veterinaria Veterifarm, Via Maestri del lavoro 2.
- Edicola Via Borgo Adda 80.
- Negozio equosolidale Altromercato, via Garibaldi 53.
- Ottica V.edo via codognino 12, Cornegliano Laudense (LO)

***

Non sei di Lodi e vuoi che il calendario ti sia spedito per posta?

Semplice!
 
Fai un bonifico o paga tramite paypal a MondoGattoLodi – odv  
(offerta libera da 8 euro in su per ogni calendario)  
ricorda di includere nel bonifico le spese di spedizione che sono di 5,50 per la posta prioritaria e € 4,95 per l'ordinaria in tutta Italia, fino a 500gr (il peso di due calendari, più o meno).
 
Poi comunica l'avvenuto pagamento del calendario 2024 via mail scrivendo a mondogattolodiodv@gmail.com 

e non dimenticare di scrivere anche l'indirizzo di spedizione!

 👈puoi anche inquadrare col tuo cellulare questo qrcode dove trovi i dati iban e paypal

***

Hai mai visitato il rifugio?

©Lo Sguardo Di Giulia 2023

Hai mai visitato il rifugio? Puoi farlo il sabato e la domenica dalle 9:30 alle 12:30 e ti renderai conto di quanto lavoro ci vuole per ospitare, curare, e sfamare i tantissimi gatti che hanno trovato un tetto nello stabile ubicato in Via Vecchio Bersaglio (Parcheggio ex-macello) a Lodi

©Lo Sguardo Di Giulia 2023

Assicurare una vita dignitosa a tutti questi esseri indifesi è un impegno costante, oltre che oneroso. 

Ci sono gatti che vivono al rifugio tutta la propria esistenza, altri più fortunati che dopo un periodo relativamente breve al rifugio riescono a trovare una famiglia che li accolga. Ma tutti nel frattempo hanno bisogno di attenzioni amorevoli. (Quanti cuccoli ho trovato quest'anno non puoi immaginare!!)

©Lo Sguardo Di Giulia 2023

Le chiamate di persone che trovano cucciolate, o gatti malati abbandonati a se stessi sono quasi all'ordine del giorno. Senza contare gli abbandoni in sacche o scatole direttamente davanti al cancello del rifugio ..

©Lo Sguardo Di Giulia 2023


Il rifugio Mondogatto è costantemente alla ricerca di persone che dedichino il proprio tempo al volontariato.

Vuoi saperne di più?

Ecco alcuni link utili:

Volontariato

Un grande atto d’amore che potresti prendere in considerazione è 

L'adozione a distanza 

Oppure puoi aiutare il rifugio con

 ***
MondoGattoLodi è un’associazione di volontariato che si regge totalmente su donazioni e volontariato, è senza scopo di lucro, non riceve sovvenzioni pubbliche, non ha dipendenti e promuove il rispetto e l’attenzione nei confronti dei gatti presenti nell’ambiente urbano.

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