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venerdì 26 aprile 2024

25 aprile di liberazione | LoSguardoDiGiulia

 25 aprile di liberazione 

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Il 25 aprile è una data importantissima, di memoria e di commemorazione. Per ricordare la liberazione dell'Italia nel 1945 dal regime fascista e dall'occupazione nazista.



L'epoca oppressiva

A quell'epoca nessuna persona poteva manifestare pubblicamente le proprie idee contrarie al regime ed era diventata normale la pratica ripugnante della delazione, che piantò le sue radici nella società, penetrando nell'area del dissenso clandestino, degli ambiti apolitici e nei settori fascisti, e in cui molte persone persero la vita in guerra, per la fame, per i bombardamenti, nei campi di concentramento, e perché considerate scomode o inutili.  
Per questo considero importante essere presente in questa giornata, insieme a molte altre persone, per rendere omaggio a chi ha reso possibile la libertà che oggi a volte ci sembra scontata, ma che non lo è affatto.




Incontri 

Sono stata in piazza della Vittoria a Lodi il 25 aprile anche per la ricerca di qualche momento interessante per le mie foto, e nel frattempo mi sono messa a parlare con alcune persone che hanno suscitato in me delle curiosità.

Alcune di queste, facenti parte dell'associazione ANPI, mi hanno raccontato commosse che avrebbero portato con loro, nel corteo, il ricordo di Giovanni Benzoni (Battista) scomparso pochi giorni prima, componente anche lui dell'ANPI Lodigiano da molto tempo, che ogni anno alla vigilia della festa della liberazione esponeva davanti a casa la bandiera italiana. 

Quest'anno l'hanno esposta loro per lui la bandiera italiana, i suoi compagni antifascisti dell'ANPI


Uno spettatore col turbante

Ho incontrato Jassi Sherpuria, che si trovava a Lodi per caso a causa del treno che era in ritardo. L'ho notato mentre osservava incuriosito le tante persone che si erano date appuntamento in piazza, l'ho avvicinato e gli ho chiesto scherzando se era anche lui lì per la festa della liberazione ed ho scoperto che parlava poco l'italiano, ma se la cavava bene! 

Quando ho rivelato a Jassi perché è una festa importante per l'Italia, mi ha fatto gli auguri ed ha ascoltato con vero interesse la spiegazione di quanto è stata significativa per noi la liberazione dall'oppressione nazifascista. 


Novità al Museo Archinti

Sono stata anche all'inaugurazione, molto partecipata, presso la sede dell'UNITRE, del nuovo allestimento al museo Ettore Archinti di viale Pavia a Lodi.


In questo luogo affascinante ho potuto osservare le nuove, delicatissime e preziose statuette, i busti, le fotografie e i documenti che sono stati raccolti, e presentati ufficialmente, grazie a numerose donazioni da privati. 

Sia la presentazione del nuovo allestimento che la visione dellle sculture inedite sono state molto interessanti e istruttive. 


Ringrazio chi ha organizzato questo progetto davvero significativo per Lodi e per la figura importante e molto amata di Ettore Archinti. 



Di Ettore Archinti avevo già scritto l'anno scorso in occasione della posa della pietra d'inciampo a lui dedicata nell'articolo 👉 "25 aprile | Ettore Archinti e LoSguardoDiGiulia"

 5 aprile 202

Le prossime tappe

Mi sono ripromessa di presenziare anche ai prossimi appuntamenti in cui verranno presentati altri manufatti e documenti di Archinti al cimitero Maggiore di Lodi e alla Società Operaia Di Mutuo Soccorso. 

Venerdì 3 maggio cimitero Maggiore di Lodi 👉 Sculture tombali di Ettore Archinti

Da giovedì 9 maggio al 12 maggio Società Operaia Di Mutuo Soccorso - Testimonianze della presenza di Ettore Achinti. Ore 16.00

In questo modo provvederò ad aggiornare questo articolo con nuove immagini per i miei e per i tuoi ricordi.

A presto!

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👉Storia e memoria delle deportazioni nazifasciste

Emesso da: Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti
Voluto da Aned - Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti è stato realizzato da Laboratorio Lapsus.

                                           

giovedì 4 aprile 2024

Fotografe - Claudia Gallotta | Slow Milan

 Fotografe - Claudia Gallotta | Slow Milan

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La mostra fotografica "Slow Milan" esposta dalla fotografa lodigiana Claudia Gallotta, dal 4 aprile al 4 maggio 2024 al Victory Bar Caffetteria, è un progetto di Street Photography che rappresenta una Milano "Slow", lenta. 
Claudia, insegnante, appassionata di fotografia e socia del gruppo fotografico “Progetto Immagine” di Lodi, con questi suoi scatti, vuole far emergere il contrasto tra la velocità, la frenesia sociale/lavorativa che caratterizza abitualmente la città di Milano con un aspetto più lento, quindi più rilassato che il suo 'Sguardo' ha notato transitando in Piazza Tre Torri e nelle immediate adiacenze.

Questo progetto fotografico è stato esposto anche nell’ambito del Circuito Off del Festival della Fotografia Etica, edizione 2023.


Victory Bar Caffetteria, Via Borgo Adda 96, Lodi.

Lun - Ven 8:00 - 16:30  Sab - Dom 8:00 - 11:30


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sabato 24 febbraio 2024

Arte - L'immagine della materia | LoSguardoDiGiulia

Arte - L'immagine della materia | LoSguardoDiGiulia 

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23 febbraio - 17 marzo 2024

Sono stata all'inaugurazione (vernissage) e al finissage della mostra antologica di Franco De Bernardi a Bipielle Arte Lodi "L'immagine della materia". Ed è stato un vero piacere per gli occhi per chi, come me, ama immaginare mondi surreali attraverso visioni enigmatiche...

Di seguito una serie di foto e descrizioni dei due appuntamenti cui ho avuto il piacere di partecipare.

Opere metaforiche

La mostra di De Bernardi è stata introdotta il 23 febbraio 2024 dalla la curatrice Marina Arensi, la quale ha sostenuto che le opere che avremo osservato a breve avrebbero catturato il nostro Sguardo perché in grado di distinguersi da ogni opera già vista. 



Sessant'anni di ricerca

De Bernardi ha lavorato su una tecnica originale messa a punto in ben 60 anni di ricerca, e le opere visibili in questa mostra sono quelle realizzate tra il 1994 e il 2023.

La trama organica

Per apprezzare questa forma d'arte è necessario avvicinarsi al suo pensiero, oltre che fisicamente alle opere stesse, per capire e scoprire un mondo che non è mai uguale perché ogni opera ha una  forma diversa, che si presenta con una trama organica stratificata e sembra provenire da spazi e pianeti lontani.



L'alchimista

L'arte visionaria di De Bernardi è realizzata con il colore, mescolato con colla, sale, e altri materiali una sorta di lavoro da alchimista che solo lui conosce, che crea contrasti di luci e ombre, di colori puri e sovrapposti.




Una ricerca continua

I cicli della ricerca di De Bernardi sono divisi in diverse sezioni: Vetro, Ricerca, Vibrazioni, Estremo, Etereo, Pragma, Pellicole, Cartaceo. E alla fine dell'esposizione delle opere si può osservare una sezione di libri d'artista visibile attraverso il vetro di una piccola teca.



Franco De Bernardi, classe 1941, artista riconosciuto a livello internazionale, ha iniziato il suo percorso alla fine degli anni sessanta.


«Franco De Bernardi dialoga con la memoria e con il tempo, fermato nel momento in cui trascina bagliori di vita, come frame che attraversano lo sguardo o la mente. Dal bisogno di fermarne l’essenza, e considerando la presente come una delle possibili letture della sua ricerca, nasce ciascuna delle opere di questa mostra: un doveroso omaggio alla lunga e coerente percorrenza nell’arte di uno degli autori qualitativamente più interessanti del territorio. 
De Bernardi cerca nella materia la memoria di passaggi avvenuti, e alla materia affida la propria memoria, nella fusione tra personale e universale che tende, come tutta l’arte, a decifrare il mistero delle cose. Una fusione che avviene tra la sostanza dei supporti, costituenti già un primo livello di pittura siano essi vetro, legno bilaminato, carta, cartafeltro o carta alluminata, e il colore che vi si deposita: spesso colore ad acqua, acrilico e tempera, che meglio può mescolarsi con la materia-sfondo, per far nascere il risultato espressivo… Sessant’anni di prove, sperimentazioni, esercizio e scandagli di assoluta serietà e originalità, in territori impervi per tecniche e pensiero, hanno portato agli straordinari risultati visibili in sala. Un percorso scandito per cicli, dai quali scaturiscono ogni volta nuovi e imprevedibili assetti: “Ricerca”, “Vibrazioni”, “Estremo”, “Etereo”, “Pragma” e “Cartaceo”, insieme ai “Vetri” che costituiscono l’ossatura portante della mostra, e ai “libri d’artista”. Un procedere nel quale la forza visionaria e il carattere meditativo della pittura di De Bernardi, mai priva di razionalità, accompagnano un’intima contemplazione interiore» Marina Arensi

 

Il finissage

Mi ero ripromessa di tornare ad ammirare la mostra di De Bernardi, e così è stato, per poter avere la possibilità di sentire direttamente dalla voce dell'autore quale è stato il procedimento, il ragionamento, che lo ha portato a creare delle opere così particolari. 
I materiali hanno avuto un ruolo predominante nella creazione, le stratificazioni di ingredienti inusuali per la pittura mescolati insieme a colori ad acqua, acrilici o altri, stesi su molteplici tipi di supporto hanno rivelato un risultato curioso e denso di significato sia per l'artista stesso, descritto nel titolo delle opere, che per chi le osserva.

Per me è stato particolarmente divertente ri - osservare i quadri di De Bernardi e immaginare in esse paesaggi naturali, riprese da satellite, ingrandimenti da microscopio, viste lunari... Sembrano proprio essere state create apposta per far volare la fantasia e per stimolare la curiosità di chi le guarda.

Franchina Tresoldi e Franco De Bernardi

Al finissage, che si è tenuto domenica 17 marzo, ho partecipato insieme a due amiche, Franchina Tresoldi e Tania Fasano, le quali hanno ammirato, anche loro con stupore, il lavoro di De Bernardi. 

Tania Fasano


Un ringraziamento particolare alla curatrice della mostra, Marina Arensi

che, con entusiasmo, mi ha suggerito la visita a "L'immagine della materia"  di Franco De Bernardi.







 BIPIELLE ARTE
Via Polenghi Lombardo, Spazio Tiziano Zalli

ORARI
GIOVEDÍ E VENERDÍ DALLE 16 ALLE 19
SABATO E DOMENICA
DALLE 10 ALLE 13 E DALLE 16 ALLE 19



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martedì 13 febbraio 2024

Architettura Interattiva in mostra | LoSguardoDiGiulia

Architettura Interattiva in mostra | LoSguardoDiGiulia

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Le Forme Dell'Architettura, la mostra fotografica interattiva
Dal 17 febbraio al 31 marzo 2024. 
"Prospettive urbane, linee infinite che guidano Lo Sguardo a perdersi nel cielo" 
Con piacere ritorno a esporre, al Victory bar in via Borgo Adda 96 a Lodi, con la rivisitazione digitale della mostra fotografica Le Forme Dell'Architettura





Uno Sguardo differente

Questa volta però, con il preciso intento di stupirti, ho voluto rendere questa mostra più coinvolgente, interessante e immersiva per darti l'opportunità di osservarla con uno Sguardo differente


Come?


Artivive è lo strumento AR rivoluzionario che trasforma il modo in cui guardi l'Arte.


Tramite l'App Artivive potrai osservare le immagini della mostra, non solo dal vivo, ma anche dal tuo cellulare, e il tuo sguardo per pochi attimi sarà portato in un'altra dimensione, scoprendo cosa celano le foto.  



Per Informazioni

Contattami nel form in alto a destra del blog o scrivi all'email losguardodigiulia@gmail.com per qualsiasi informazione.



Non solo archistar

Lo Sguardo Di Giulia: 
L'occhio e lo stupore tra forme e geometrie dell'architettura

21/02/2024 
di Marina Arensi








La recensione, dell'esposizione (nel 2021 non era ancora interattiva) di Marina Arensi su Il Cittadino di Lodi 











La recensione della Dott. in Filosofia Estetica Tatiana Gorla.



















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sabato 10 febbraio 2024

PAC - Quel che la notte racconta al giorno | LoSguardoDiGiulia

Quel che la notte racconta al giorno

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Febbraio 2024.

Ho visitato al PAC di via Palestro a Milano una mostra collettiva davvero interessante che ha proposto una selezione di opere realizzate da più di venti tra artiste e artisti argentini di diverse generazioni degli ultimi cinquant'anni. 

Sculture, installazioni, fotografie, video e performance

Un progetto sviluppato su tre assi - ironia, letteralità e citazione - che sono la rappresentazione di una cultura spesso caratterizzata da forme di diversa violenza.

Di seguito alcune delle installazioni che mi hanno colpita maggiormente.

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Liliana Porter

Una delle prime installazioni che ho osservato con molto interesse è stata "L
Barrendera" dell'artista Liliana Porter, figura di riferimento della scena argentina contemporanea, in cui la protagonista, una spazzina minuta e testarda, è impegnata in una pulizia che diventa sempre più enorme e impossibile," Come l'Argentina", dice in un'intervista l'autrice dell'opera. "Oggetti rotti come reminiscenze evocano il carattere non lineare del tempo e l'essenza anarchica"

Desaparecidos

Nel il lungo tragitto di questa installazione si può scorgere anche una 
Abuela de Plaza de Mayo, una Nonna di Plaza de Mayo.  
(Foto di Rita)



Le "Nonne di Plaza de Mayo" sono un'organizzazione per i diritti umani in Argentina che ha la finalità di localizzare e restituire alle famiglie legittime tutti i bambini sequestrati e desaparecidos (scomparsi) nell'ultima dittatura militare tra il 1976 e il 1983.
Nel 2008 l'organizzazione ha ottenuto una nomina al Premio Nobel per la Pace. 

Un piccolissimo Jorge Luis Borges seduto su una vecchia madia giocattolo

Qui👉la video intervista all'artista Liliana Porter

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Marta Minujín

Merito di questa visita la scoperta di una famosa opera dell'artista argentina Marta Minujín, realizzata del 1983 a Buenos Aires. Il video della costruzione e della successiva distribuzione dei libri che la componevano veniva proiettato in loop in una sala del PAC. 

L'installazione che ho visto nel video, eretta dopo la fine della dittatura militare sanguinaria e violenta che ha governato dal 1976 al 1983 in Argentina, chiamata il "Partenone dei Libri" era costituita da 30.000 libri proibiti, ed eretta come simbolo della libertà di espressione. 

La dittatura militare aveva vietato volumi di Karl Marx e Fidel Castro, nonché “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry.

Nel 2017, l'artista ripropone l'opera con 100.000 libri proibiti a Kassel, in Germania, come antidoto alla censura proprio dove il nazismo bruciò i testi proibiti perché considerati "degenerati". C'erano 1984 di George Orwell, il Decameron di Boccaccio, la Teoria Generale della Relatività di Albert Einstein, Le metamorfosi di Franz Kafka”, il Candido di Voltaire. E poi: Thomas Mann, Paulo Coelho, Niccolò Machiavelli. Persino Tom Sawyer e Alice Nel Paese Delle Meraviglie. Molti dei testi sono stati poi donati dal pubblico.

Sculture vivibili

Marta Minujín è una delle artiste contemporanee più importanti in Argentina, conosciuta per i suoi happening e le opere di arte concettuale e partecipativa. Nasce a Buenos Aires nel 1943 e si forma presso la National University Art Institute. La sua carriera inizia a Parigi, dove si confronta con artisti come Christo e si avvicina al neorealismo. Utilizza materiali inconsueti come materassi e scatole di cartone per creare "sculture vivibili" e assemblaggi che incoraggiano l'interazione del pubblico. Il suo lavoro si concentra sulla partecipazione e vuole suscitare reazioni e riflessioni. Ha realizzato happening provocatori, come "El pago de la deuda externa" nel 1985, ispirato da una conversazione con Andy Warhol sulla crisi del debito latino-americano. Minujín sostiene un'arte accessibile e crede che l'arte debba essere vissuta, non solo compresa.

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Mariana Bellotto 

"Trilogia Pandemica" è un'opera che parla anche delle vicissitudini dell'umanità durante la pandemia da Covid-19, che guarda anche con un punto di vista molto ironico tutto ciò che riguarda il corpo limitato nei suoi contatti reciproci»

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Eduardo Basualdo 

Una monumentale massa nera, che simula una formazione rocciosa davanti alla quale il tempo sembra essere sospeso. La sua forma amorfa una roccia vulcanica che accenna alle estinzioni del passato o prefigurare catastrofi future.
L'opera site-specific "Nuestra estrella se agotó", (qui 👉 l'intervista all'artista)
mi ha ricordato gli scavi di Pompei e gli esseri umani carbonizzati che hanno lasciato l'impronta dei loro corpi nella cenere ardente dopo l'eruzione del Vesuvio.

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Cristina Piffer


Avvicinandoti a quest'opera che sembra al primo impatto solo una lastra di vetro che raffigura una banconota con dei disegni in cui sono raffigurati bovini e ovini, scopri che la stessa è stata impressa invece che con l'inchiostro, proprio con la polvere del sangue degli animali che hanno contribuito con la propria morte all'economia del Paese. La stessa polvere di cui il pavimento sottostante è stato sporcato, che sembra trasudare dal denaro.

I segni del denaro

"Nell'opera Doscientos pesos fuertes Cristina Piffer utilizza polvere di sangue bovino essiccato per imprimere su una lastra di vetro un frammento significativo dell'immagine stampata sulla banconota del peso fuerte, moneta della Repubblica Argentina dal 1826 fino alla riforma monetaria del 1881"

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Ana Gallardo, Cannibal

Una installazione monocromatica che riempie le pareti di un'intera stanza, una riflessione profonda sui temi della vecchiaia, della violenza di genere, dell'esclusione e della morte. Una serie di grandi fogli di carta nera disegnati con carboncino che rivelano tratti e impronte dell'artista, sul fondo, praticamente a terra, si trovano trascritte brevi testimonianze di donne guatemalteche che raccontano le paure e le sofferenze vissute durante l'insurrezione del paese 
dal 1960 fino agli accordi di pace firmati il 29 dicembre 1996 dopo una lunga trattativa durata 4 anni. Frasi brevi che raccontano la crudeltà sui corpi: "Ci hanno messo le pistole dentro", "Hanno frugato nel nostro sesso".



"Il titolo della mostra al PAC di Milano, omaggio all’omonimo romanzo dello scrittore argentino di origini italiane Héctor Bianciotti di origini cumianesi (Cumiana, TO), rimanda alla dicotomia tra l’inquietante e il luminoso evocata anche nelle opere in mostra, metafora di una storia che il giorno non conosce e che la notte deve raccontare."

 

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Artiste e artisti in mostra: 

Eduardo Basualdo, Mariana Bellotto, Adriana Bustos, Matias Duville, Leandro Erlich, León Ferrari, Lucio Fontana, Ana Gallardo, Alberto Greco, Jorge Macchi, Liliana Maresca, Marta Minujín, Miguel Rothschild, Adrián Villar Rojas, Cristina Piffer, Liliana Porter, Nicolás Robbio, Graciela Sacco, Alessandra Sanguinetti, Tomás Saraceno, Mariela Scafati, Juan Sorrentino.

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Un ringraziamento particolare a Rita per avermi fatto scoprire, e spiegato con il suo sguardo personale di donna di origine argentina, alcuni lati di questa cultura di cui ero all'oscuro. 

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