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domenica 21 aprile 2024

Essere Jeanne-Claude | LoSguardoDiGiulia

Essere Jeanne-Claude 

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CHRISTO E JEANNE-CLAUDE
di Fabiola Giancotti, 20 aprile 2024, Bipielle Arte

Jeanne-Claude Denat de Guillebon nasce a Casablanca, in Marocco, il 13 giugno 1935, lo stesso giorno del suo futuro compagno e collaboratore, Christo Javacheff

Cresciuta in una famiglia di militari francesi, Jeanne-Claude si trasferisce a Parigi per studiare filosofia all’Università della Sorbona. Ha ricevuto un'eccellente istruzione, parla diverse lingue e, nel 1959, sposa il generale Philippe de Guillebon, da cui prende il suo cognome.

Christo Vladimirov Javacheff, che all'epoca si guadagnava da vivere come ritrattista, incontra Jeanne Claude nel 1958 nei giorni in cui lavorava ad un ritratto della madre di lei. 

Da allora la vita di Jeanne-Claude cambia radicalmente, si innamora di Christo e, dopo aver lasciato il marito, avvia con lui una collaborazione artistica e romantica. Questo segna l'inizio di una straordinaria partnership che ha influenzato il panorama dell'arte contemporanea.

Jeanne-Claude ricopre un ruolo chiave nella gestione logistica e organizzativa dei progetti, oltre ad occuparsi della comunicazione con le autorità locali, i finanziamenti e il pubblico, nella difesa delle opere contro critiche e sfide legali.

Una coppia esplosiva 

Insieme costituiscono una coppia pionieristica della land art, in cui lui è la mente artistica e progettuale, e lei l’organizzatrice e la mano pratica che rende reali i bozzetti del compagno. Mentre lui si concentra sulla creatività e l'ideazione, Jeanne-Claude si occupa dell'aspetto burocratico, gestendo le complessità logistiche e comunicative. Lui è poco pratico con le lingue straniere, Jeanne Claude diventa la sua voce nelle trattative e nei rapporti con le autorità locali e i finanziatori.

Progetti decennali 

I progetti che presentano insieme alle città sono frutto di anni di lavoro e dedizione e, nonostante la loro breve durata (solitamente le installazioni non durano più di 15 o 20 giorni) diventano icone immortalate nelle foto, nei video e nelle testimonianze, lasciando un'impronta indelebile nel panorama dell'arte contemporanea.


Come si finanziavano

L'opera Christo e Jeanne-Claude è finanziata principalmente dalla vendita  dei disegni preparatori, dei collage e modellini dei loro progetti ai collezionisti e dall'aiuto generoso dei familiari, poiché non hanno intenzione di fare affidamento su sponsor o finanziamenti regionali, preferiscono piuttosto ottenere prestiti, che poi restituiscono.
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/e6/Christo_Rifle_Gap.jpeg
Per le istituzioni è un mistero come riescano a raccogliere così tanti fondi per i loro progetti e questa situazione suscita perplessità, portando a domandarsi quale sia il segreto dietro questa capacità di raccolta fondi. Questo approccio è unico, indipendente e pionieristico nell'ambito dell'arte ambientale e della land art e non vincolato da nessun interesse esterno.

Riflessioni sul lavoro di Jeanne-Claude

Ho immaginato cosa sarebbe stato Christo senza Jeanne-Claude. Probabilmente lui si sarebbe guadagnato da vivere ancora per anni dipingendo ritratti, oppure sarebbe stato costretto ad assumere un "manager" per organizzare le sue installazioni monumentali. Quasi certamente con meno profitto. 

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Christo_%26_Jeanne-Claude_in_Bonndorf(D).png?uselang=it
Se Jeanne-Claude fosse stata un'artista in cerca di fama non sarebbe stata complementare e di supporto al lavoro di Christo, ma probabilmente d'impiccio per i programmi artistici del compagno, si sarebbe creata quindi competizione e non sarebbe stata utile per realizzare i progetti del marito.


Un ruolo indispensabile 

Il ruolo organizzativo per l'arte del compagno di Jeanne-Claude è stato quindi fondamentale per la crescita professionale artistica di Christo, come quello di ogni donna che dedica la propria vita all'uomo che ama, rendendosi utile, spesso senza pretese (e senza avere un suo stipendio ed essere quindi autonoma) e dedicandosi agli aspetti meno creativi, rendendo il compagno sempre più forte, noto e potente.

L'arte di Jeanne-Claude 

Jeanne-Claude potrebbe non essere stata considerata un'artista nel senso tradizionale del termine, ma le sue abilità nel contattare, negoziare, coordinare e gestire ogni aspetto logistico dedicato all'arte del suo compagno possono essere considerate dopotutto vere e proprie opere d'arte. 


Christo e Jeanne-Claude fu il progetto comune dei coniugi Christo Vladimirov Javacheff nato a Gabrovo (Bulgaria), il 13 giugno 1935 e morto a New York il 31 maggio 2020 e Jeanne-Claude Denat de Guillebon nata a Casablanca (Marocco) il 13 giugno 1935 e morta a New York, il 18 novembre 2009.

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:The_Floating_Piers_from_Rocca_di_Monte_Isola_-_P1000799.jpg

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sabato 24 febbraio 2024

Arte - L'immagine della materia | LoSguardoDiGiulia

Arte - L'immagine della materia | LoSguardoDiGiulia 

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23 febbraio - 17 marzo 2024

Sono stata all'inaugurazione (vernissage) e al finissage della mostra antologica di Franco De Bernardi a Bipielle Arte Lodi "L'immagine della materia". Ed è stato un vero piacere per gli occhi per chi, come me, ama immaginare mondi surreali attraverso visioni enigmatiche...

Di seguito una serie di foto e descrizioni dei due appuntamenti cui ho avuto il piacere di partecipare.

Opere metaforiche

La mostra di De Bernardi è stata introdotta il 23 febbraio 2024 dalla la curatrice Marina Arensi, la quale ha sostenuto che le opere che avremo osservato a breve avrebbero catturato il nostro Sguardo perché in grado di distinguersi da ogni opera già vista. 



Sessant'anni di ricerca

De Bernardi ha lavorato su una tecnica originale messa a punto in ben 60 anni di ricerca, e le opere visibili in questa mostra sono quelle realizzate tra il 1994 e il 2023.

La trama organica

Per apprezzare questa forma d'arte è necessario avvicinarsi al suo pensiero, oltre che fisicamente alle opere stesse, per capire e scoprire un mondo che non è mai uguale perché ogni opera ha una  forma diversa, che si presenta con una trama organica stratificata e sembra provenire da spazi e pianeti lontani.



L'alchimista

L'arte visionaria di De Bernardi è realizzata con il colore, mescolato con colla, sale, e altri materiali una sorta di lavoro da alchimista che solo lui conosce, che crea contrasti di luci e ombre, di colori puri e sovrapposti.




Una ricerca continua

I cicli della ricerca di De Bernardi sono divisi in diverse sezioni: Vetro, Ricerca, Vibrazioni, Estremo, Etereo, Pragma, Pellicole, Cartaceo. E alla fine dell'esposizione delle opere si può osservare una sezione di libri d'artista visibile attraverso il vetro di una piccola teca.



Franco De Bernardi, classe 1941, artista riconosciuto a livello internazionale, ha iniziato il suo percorso alla fine degli anni sessanta.


«Franco De Bernardi dialoga con la memoria e con il tempo, fermato nel momento in cui trascina bagliori di vita, come frame che attraversano lo sguardo o la mente. Dal bisogno di fermarne l’essenza, e considerando la presente come una delle possibili letture della sua ricerca, nasce ciascuna delle opere di questa mostra: un doveroso omaggio alla lunga e coerente percorrenza nell’arte di uno degli autori qualitativamente più interessanti del territorio. 
De Bernardi cerca nella materia la memoria di passaggi avvenuti, e alla materia affida la propria memoria, nella fusione tra personale e universale che tende, come tutta l’arte, a decifrare il mistero delle cose. Una fusione che avviene tra la sostanza dei supporti, costituenti già un primo livello di pittura siano essi vetro, legno bilaminato, carta, cartafeltro o carta alluminata, e il colore che vi si deposita: spesso colore ad acqua, acrilico e tempera, che meglio può mescolarsi con la materia-sfondo, per far nascere il risultato espressivo… Sessant’anni di prove, sperimentazioni, esercizio e scandagli di assoluta serietà e originalità, in territori impervi per tecniche e pensiero, hanno portato agli straordinari risultati visibili in sala. Un percorso scandito per cicli, dai quali scaturiscono ogni volta nuovi e imprevedibili assetti: “Ricerca”, “Vibrazioni”, “Estremo”, “Etereo”, “Pragma” e “Cartaceo”, insieme ai “Vetri” che costituiscono l’ossatura portante della mostra, e ai “libri d’artista”. Un procedere nel quale la forza visionaria e il carattere meditativo della pittura di De Bernardi, mai priva di razionalità, accompagnano un’intima contemplazione interiore» Marina Arensi

 

Il finissage

Mi ero ripromessa di tornare ad ammirare la mostra di De Bernardi, e così è stato, per poter avere la possibilità di sentire direttamente dalla voce dell'autore quale è stato il procedimento, il ragionamento, che lo ha portato a creare delle opere così particolari. 
I materiali hanno avuto un ruolo predominante nella creazione, le stratificazioni di ingredienti inusuali per la pittura mescolati insieme a colori ad acqua, acrilici o altri, stesi su molteplici tipi di supporto hanno rivelato un risultato curioso e denso di significato sia per l'artista stesso, descritto nel titolo delle opere, che per chi le osserva.

Per me è stato particolarmente divertente ri - osservare i quadri di De Bernardi e immaginare in esse paesaggi naturali, riprese da satellite, ingrandimenti da microscopio, viste lunari... Sembrano proprio essere state create apposta per far volare la fantasia e per stimolare la curiosità di chi le guarda.

Franchina Tresoldi e Franco De Bernardi

Al finissage, che si è tenuto domenica 17 marzo, ho partecipato insieme a due amiche, Franchina Tresoldi e Tania Fasano, le quali hanno ammirato, anche loro con stupore, il lavoro di De Bernardi. 

Tania Fasano


Un ringraziamento particolare alla curatrice della mostra, Marina Arensi

che, con entusiasmo, mi ha suggerito la visita a "L'immagine della materia"  di Franco De Bernardi.







 BIPIELLE ARTE
Via Polenghi Lombardo, Spazio Tiziano Zalli

ORARI
GIOVEDÍ E VENERDÍ DALLE 16 ALLE 19
SABATO E DOMENICA
DALLE 10 ALLE 13 E DALLE 16 ALLE 19



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sabato 5 agosto 2023

Sconfinamenti con Lo Sguardo Di Giulia

Sconfinamenti con Lo Sguardo Di Giulia

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Sabato 5 Agosto 2023 ho avuto l'occasione di poter visitare una mostra collettiva davvero interessante allo spazio Bipielle di Lodi, che raccoglie un'ampia selezione di artisti e artiste di sessanta nazioni. 

𝐒𝐂𝐎𝐍𝐅𝐈𝐍𝐀𝐌𝐄𝐍𝐓𝐈. 𝐀𝐑𝐓𝐈𝐒𝐓𝐈 𝐃𝐄𝐋 𝐌𝐎𝐍𝐃𝐎 𝐀 𝐋𝐎𝐃𝐈
𝑾𝒊𝒕𝒉𝒐𝒖𝒕 𝒃𝒐𝒓𝒅𝒆𝒓𝒔. 𝑾𝒐𝒓𝒍𝒅 𝑨𝒓𝒕𝒊𝒔𝒕𝒔 𝒊𝒏 𝑳𝒐𝒅𝒊
𝑎 𝑐𝑢𝑟𝑎 𝑑𝑖 𝑀𝑎𝑟𝑖𝑜 𝑄𝑢𝑎𝑑𝑟𝑎𝑟𝑜𝑙𝑖, 𝐿𝑢𝑜 𝑄𝑖, 𝑅𝑒𝑛𝑎𝑡𝑜 𝐺𝑎𝑙𝑏𝑢𝑠𝑒𝑟𝑎

 
Il tour nelle sale dell'esposizione si è tenuto con la guida attenta di Mario Diegoli,
artista e docente di Discipline plastiche e scultoree, il quale, oltre che aver curato l'allestimento della mostra, ha esposto anche una delle sue opere. L'opera di Diegoli ha destato immediatamente la mia attenzione prima ancora di sapere chi l'avesse creata, e i miei complimenti per la scelta della posizione e perché tutta da decifrare, stimolante, come a mio parere dovrebbe essere l'arte
Costruttivo e istruttivo il dibattito che ne è scaturito con le persone presenti, nel tentativo di decifrarne il significato, o darne il proprio personale.
 
"Oltre centocinquanta tra artiste e artisti che presentano gli esiti della propria sensibilità espressa in segni, forme, colori, articolati in diversi linguaggi come è giusto e naturale che sia, essendo testimonianze di vite e incontri diversissimi, ma che nel loro insieme danno forma a un esperanto, l'utopica idea di una lingua universale, che prescinde dalla parola per affidarsi alla immediata comprensibilità dell'emozione visiva."
Tecniche artistiche diversissime tra loro, materiali insoliti e noti fanno di questa mostra una specie di viaggio intorno al mondo, per scoprire culture e manualità, arti e mentalità diverse, tutte condensate in un unico luogo.

"La mostra costituisce l'evento italiano della ventesima edizione di AAmA 2023, manifestazione internazionale di arte che presenta, in momenti successivi, artisti internazionali in importanti spazi espositivi."
Questo personaggio mi è noto! 
Chi ha la mia età ricorderà...

"La mostra si iscrive nel palinsesto mondiale della ventesima edizione di AAmA “Asian & African & Med & Eur and Americas International Art Exhibition”, manifestazione internazionale d’Arte Visiva che presenta Artisti di oltre cinquanta nazioni, pensando al Mondo come un immenso atelier, un immenso studio di arte popolato dalla comunità internazionale degli artisti intenti alla propria attività"

Creazione ipnotica che ricorda esseri umani in balìa del vento ...

Troverete davvero molta arte da osservare e ammirare da così vicino da poterne quasi scoprire il metodo di creazione. 

Questa l'opera di Luo Qi, artista visivo, calligrafo e curatore della mostra.
Opera in tecnica mista, si possono osservare anche tratti di ...biro

Presente inoltre una stampa in bianco e nero di Alberto Prina, ideatore del Festival della Fotografia Etica e premio Fanfullino.

"La fotografia talvolta è un potente specchio.
Mi guardo attraverso e mi osservo da oltre 30anni"

BIPIELLE ARTE
Via Polenghi Lombardo - Spazio Tiziano Zalli, Lodi
In esposizione fino al 17 Settembre 2023
INGRESSO LIBERO
Orari di apertura: giovedì e venerdì 16-19; sabato e domenica 10-13 e 16-19
Dal 3 agosto al 3 settembre apertura solo su prenotazione al n. +39 3389461551

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lunedì 8 maggio 2023

Lo Sguardo sull'arte | Bipielle Arte | Domenico Mangione

Lo Sguardo sull'arte | Bipielle Arte | Domenico Mangione

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"Giulia, hai già visitato la mostra di Mangione a Bipielle Arte? Ci andiamo insieme?"

 "No, non l'ho ancora vista Franchina, e sono davvero curiosa di visitarla! Ti vengo a prendere"

Lodi, 7 maggio 2023, Bipielle Arte, spazio Tiziano Zalli. 'Il tempo della forma' di Domenico Mangione

 

Da sempre mi attira l'arte astratta e
osservare le opere di Domenico Mangione mi ha trasportata in paesaggi lontani.

Mi sono persa in queste creazioni che, 
attraverso sovrapposizioni di materiali di diversa origine, rendono l'opera tridimensionale.


A volte mi è sembrato anche di scorgere sulle tele zone archeologiche sperdute in qualche luogo nel mondo.

Per me esiste un solo modo per guardare e assorbire l'arte, l'osservazione diretta e a distanza ravvicinata, immediatamente dopo aver visto l'opera appesa al muro, quasi a volerci entrare dentro per scoprirne i segreti


Mi sono addentrata in architetture perse nel tempo,

in deserti conosciuti.

Alcune figure sembrano sguardi dall'alto, tessiture straordinarie,  mi sono ritrovata con stupore in luoghi immaginari che ho creduto d'aver già visto.


“È sulle tavole ricche di materia e di continue velature, che Domenico racconta di sé, quando approccia ad una tavola, la vuole robusta, resistente, spessorata, che possa incassare ogni tipo di trattamento, poi la stesura materica del quadro che ne determina la composizione, infine le tante velature di colore che lo portano a soffrire, fino al risultato finale, che spesso non lo soddisfa. […] Quando inizia un nuovo lavoro, sa di iniziare una nuova battaglia, sa che dovrà soffrire e dare tutto se stesso, non c’è altro modo per lui di creare” scrive Pierpaolo Curti nell’introduzione del catalogo dedicato all'esposizione


 

 

    


Importantissima per queste occasioni è anche l'ottima compagnia: io ho avuto quella di Franchina Tresoldi, artista/artigiana di Lodi, sicuramente dalla sua esperienza riguardo l'arte c'è sempre da imparare.

L'artista Domenico Mangione e Franchina Tresoldi


La mostra è composta da dipinti e lavori su carta e compensato, realizzati dal 1999 a oggi. In esposizione fino al 28 maggio 2023.

 


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