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domenica 2 luglio 2023

Il giorno dell'orgoglio a Lodi e Lo Sguardo Di Giulia

Il giorno dell'orgoglio a Lodi e Lo Sguardo Di Giulia

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1 Luglio 2023. 

Ho avuto il piacere di documentare il Pride di Lodi, evento che ha concluso il Pride Mounth: una serie di iniziative che si sono svolte nella mia cittadina nel mese di Giugno.

 

In questa emozionante, gioiosa e colorata manifestazione mi sono sentita parte di una grande comunità che manifesta la propria identità e vuole che ne vengano giustamente riconosciuti i diritti.

Erano tante le bambine e bambini che partecipavano   attivamente con la loro famiglia arcobaleno.

C'erano persone incuriosite che mi hanno fermata per chiedermi che tipo di manifestazione si trattasse.

 

Mi ha stupito ascoltare chi sosteneva la propria contrarietà all'iniziativa dubitando della necessità di questo tipo di cortei perché ormai l'omosessualità è riconosciuta e non più discriminata.  

Ma il Pride, e non è per caso se non viene più chiamato "Gay Pride", è una manifestazione aperta a tutte le differenze, a sostegno dei diritti di tuttə.

E riguardo all'affermazione che l'omosessualità non sia più discriminata io non ci metterei la mano sul fuoco. Sono recenti le notizie di insulti rivolti a partecipanti del Pride mounth di Lodi.
 

 


 

Poi c'era ovviamente chi non aprezzava, sbuffava e denigrava l'iniziativa, forse per il temporaneo blocco del traffico o forse proprio per questo genere di manifestazione.

Non sono mancati i saluti e la solidarietà da parte delle 'Signore anziane dalla finestra', il "format" emozionante con le persone in marcia che salutano tuttə insieme con entusiasmo le simpatiche nonnine affacciate a guardare la sfilata, che già avevo sperimentato al Corteo transfemminista contro il Congresso mondiale delle famiglie promosso da sigle Pro life a Verona del 2019.

Un attimo di apprensione generale, durato pochi secondi e subito rientrato, c'è stato quando in centro si è sentita una coppia di stranieri che hanno urlato, rivolgendosi alla folla, una frase incomprensibile in lingua araba. 

Puntuali gli interventi delle autorità cittadine, tra cui il Sindaco Furegato (molto apprezzato il suo discorso e di essersi presentato con la fascia tricolore) 

e l'Assessora alle Pari Opportunità Manuela Minojetti.


 

 

 

 

 

Inoltre abbiamo ascoltato i discorsi di Elisa Casaleggio attivista fondatrice di Zena Trans.  

Elena Mantovani fondatrice di Famiglie Arcobaleno.

Gabriele Piazzoni segretario generale di Arcigay. Stefania Bonatti PD. 

Francesca Rupatti avvocata del Comitato di Garanzia di Rete Lenford.

Il mio augurio è non ci sia più in futuro la distinzione tra "noi" e "loro".
Basta veramente poco per capire che siamo tuttÉ™ ugualmente diversÉ™ e tuttÉ™ con gli stessi diritti.

Eccezionale esperienza da rifare assolutamente e per cui ringraziare!!

Per chi vuole approfondire l'argomento:

Il Pride

Il Pride, chiamato fino a qualche anno fa Gay Pride, è famosissimo per i suoi colori, gli abiti e l’energia incredibile che la comunità LGBTQ+ riversa nelle strade durante le parate. Per capire perché si festeggia e il significato bisogna però conoscerne la sua storia. Il motivo per qui questa manifestazione è diventata così colorata sta proprio nel suo passato. E chi etichetta il Pride come “Carnevalata”, il più delle volte non conosce nemmeno i motivi per cui è nato e si è evoluto in questo modo. (Da wearegaylyplanet)

L'espressione inglese gay pride (orgoglio gay) richiama in italiano due concetti distinti: quello di fierezza gay e quello di pride parade (parata dell'orgoglio), la marcia dell'orgoglio gay che mantiene in vita la memoria dei moti di Stonewall del 1969, considerati il momento che segnò la nascita del movimento di liberazione gay in tutto il mondo. Furono una serie di violenti scontri fra gruppi di omosessuali e la polizia a New York quando la polizia irruppe nello Stonewall Inn, un bar gay in Christopher Street nel Greenwich Village.


In Italia, il primo Gay Pride nazionale ufficiale si svolse nel 1994, a Roma, organizzato dal Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli con l'accordo dell'Arcigay. 

 

Il testo ufficiale

sottoscritto dalle associazioni e da tutti i coordinamenti Pride d’Italia:

"Sarà il grido di chi crede nella libertà incondizionata di essere, di chi lotta per un mondo in cui ogni persona può̀ decidere sul proprio corpo, sulla propria identità̀, sulle relazioni e sulle famiglie da costruire nella propria vita.

La volontà è quella di denunciare un sistema di potere che mette sotto attacco le persone, impone un modello unico a tutte le famiglie, anche a quelle eterosessuali, restringe l’autodeterminazione delle identità̀ e dei corpi, anche riducendo la possibilità̀ di accesso all’interruzione di gravidanza sicura e legale, nega qualsiasi tentativo di sensibilizzazione al rispetto delle differenze nelle scuole e non dà sostegno a chi è senza reddito e, o, precario, trattando le persone come carichi residuali e negando l’accoglienza a chi fugge da Paesi che prevedono il carcere o la pena di morte per chi è omosessuale o transgender.

Sin dalla notte di Stonewall, abbiamo lottato per la liberazione dei corpi e della sessualità̀, facendo dell’autodeterminazione la nostra stella polare.

Oggi, in Italia, c’è chi vuole ancora che certi diritti restino privilegi, ricacciando nell’ombra le persone Lgbtqia+, le loro famiglie e tutte le soggettività̀ discriminate e socialmente marginalizzate.

I Pride sono da sempre rivoluzione dei diritti e delle libertà e questa rivoluzione, oggi, passa per la lotta e il rifiuto di ogni disuguaglianza.


Non daremo tregua alla violenza ipocrita di chi nega il diritto alla libertà, trasformando i diritti in privilegi e togliendoli lentamente anche a chi li ha faticosamente conquistati.

Siamo cittadinanza attiva, persone che ogni giorno vivono, lavorano, progettano il futuro e contribuiscono allo sviluppo della società.

 

 

 


Per questo, quest’anno, con milioni di telefonini alzati al cielo, i Pride chiameranno l’Italia alla responsabilità di essere un paese migliore.

 


E lo faranno con un’unica voce che non si fermerà̀ di fronte ad alcun muro di indifferenza o palazzo del potere."

I sondaggi

Secondo un sondaggio realizzato da Eurispes nel 2022, la maggioranza di italiani e italiane è a favore delle unioni civili (68%) e del matrimonio egualitario (62%), mentre il 48,3% è a favore dell’adozione congiunta da parte di coppie dello stesso sesso. 
I rapporti tra persone dello stesso sesso sia maschili sia femminili non sono più puniti per legge dall’1 gennaio 1890, con l’entrata in vigore del Codice Zanardelli. Le persone transgender possono cambiare legalmente sesso dal 1982. 
Da giugno 2016 le coppie dello stesso sesso possono accedere alle unioni civili, istituite con la Legge 20 maggio 2016 n. 76, che garantisce la maggior parte dei diritti del matrimonio, con l’eccezione delle adozioni. 
 

Nonostante l’Italia scivoli sempre più in basso nella classifica sul rispetto di questi diritti civili (al 34esimo posto per Ilga Europe), il consenso degli italiani sulle identità di genere che non si rispecchiano nel maschile e nel femminile raggiunge il 48,9%. Il dato emerge dal Rapporto Italia 2023 dell’Eurispes. (Da Luce!)

 


La retrocessione in Italia

È di pochi giorni fa la notizia dell'impugnazione della procura di Padova di tutti e 33 gli atti di nascita registrati dal Sindaco di Padova Sergio Giordani, dal 2017 a oggi, per riconoscere a figlie e figli delle coppie omogenitoriali gli stessi diritti degli altri (Da Rainews)


Le mamme arcobaleno contro la Procura di Padova

Un'onda emotiva che cresce di ora in ora quella sollevata dalla decisione della Procura di Padova di impugnare gli atti di nascita dei figli di coppie omogenitoriali.

Le 'mamme arcobaleno' promettono battaglia contro la scelta dei magistrati, che hanno chiesto al Tribunale civile di cancelare dagli stati di famiglia il nome della 'seconda mamma', quella non biologica della coppia, e di conseguenza 'rettificare', annullandolo, il doppio cognome dei figli della coppia.

Organizzata una manifestazione di protesta: un sit - in con le famiglie omogenitorali colpite dall'impugnazione dei magistrati - per un totale di 33 bambini - in forma silenziosa venerdì 23 giugno a Padova, di fronte al Palazzo di Giustizia.  (Da ANSA)

 

"La maestra ci ha insegnato siamo tutti uguali. La tua maestra non te l'ha insegnato?" è uno degli slogan che compaiono sui cartelli depositati sul selciato assieme ad una grande sfilata di bambolotti e riproduzioni in pelouche di neonati. "Non ci fermeremo", "Non ci fermerete". Sono alcuni degli slogan delle famiglie arcobaleno. Protesta promossa dall'Associazione genitori omosessuali. 

 Da Il Resto Del Carlino

L'attacco del cantante Marco Mengoni 

"Amore e proibizione sono due parole che non possono convivere, perchè non c'è proibizione o limitazione in amore, mai, e oggi dato che siamo a Padova vorrei aggiungere un'altra cosa,  una cosa dovrebbe essere proibita, è poter decidere cosa sia una famiglia e decidere sui bambini. " Marco Mengoni dal palco dell'Euganeo, senza musica, di fronte ai 40 mila presenti al suo concerto di Padova.

 
 
 
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