domenica 11 febbraio 2024

Emanuele Fiano. Sempre con me | LoSguardoDiGiulia

Emanuele Fiano. Sempre con me | LoSguardoDiGiulia

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Ho assistito alla presentazione del libro di Emanuele Fiano "Sempre con me, lezioni della Shoah" il 4 febbraio 2024 e mi sono concessa il tempo di riflettere su questa esperienza costruttiva e di leggerne il testo, 
che racconta i sentimenti intimi di un figlio che sente e riflette analizzando, esprimendo in una sorta di seduta psicoanalitica il proprio amore verso un genitore che non c'è più e ricordando empaticamente le persone che come il padre hanno vissuto il trauma della deportazione. E che nel contempo vorrebbe riuscire ad entrare nella mente dell'invasato, artefice criminale dell'Olocausto, ma che non considera mai soltanto semplicemente un "mostro". 

16 maggio 1944

Emanuele Fiano ha raccontato la storia della sua famiglia sterminata in un campo di concentramento da cui si è salvato soltanto il padre, Nedo Fiano, che il 16 maggio 1944 fu catturato per primo, e di seguito deportato insieme a tutti i suoi familiari, presso il campo di sterminio di Auschwitz. 
L'incontro nell'Aula Magna del Verri è stato interessante e costruttivo. Fiano possiede una dialettica fluida, colta e raffinata e nei suoi discorsi approfonditi sulla Shoah e sulla politica internazionale dimostra di essere assolutamente preparato. 

Nedo Fiano, l'esperienza nel campo di sterminio

Emanuele ha raccontato di quando la sua famiglia, nel 1944, durante il rastrellamento a Firenze da parte dei nazisti, cercò un posto dove nascondersi, e dopo aver bussato tantissime porte finalmente lo trovò da un sarto che conoscevano che diede loro rifugio nel solaio, ma la salvezza durò solo qualche mese prima che arrestassero Nedo (mentre era per strada) e lo trasferissero prima a nel carcere delle Murate di Firenze, poi Fossoli, poi a Birkenau, nel complesso di Auschwitz dove la famiglia venne sterminata.


La disumanizzazione

Particolarmente interessante la riflessione sul meccanismo 
contorto della disumanizzazione delle vittime, il quale sembra sia stato inventato proprio dai nazisti, che riusciva a deresponsabilizzare gli artefici materiali delle uccisioni e anche chi ha contribuito esternamente al massacro, destinando a ogni persona un unico compito che faceva parte del processo di sterminio.
La disumanizzazione degli internati tra gli internati. Tutti gli internati erano talmente affamati, al punto di non provare più nessun senso di solidarietà tra di loro, ogni mezzo era lecito per riuscire a mettere qualcosa nello stomaco, i nazisti erano riusciti a fare in modo che non restasse loro neanche una minima traccia di umanità. Capitava che gli internati lottassero per un pasto, o per avere la possibilità di raccogliere un po' di ghiaccio colato da una finestra per potersi dissetare perché non c'era neanche l'acqua da bere. La disumanizzazione dei nazisti che riuscivano a separare il loro "lavoro" di sterminatori dalla vita familiare come se vivessero un'esistenza in comparti stagni, tornando a casa la sera e facendo una vita del tutto normale anche se vivevano a poca distanza dai campi di sterminio.

L'attualità

Fiano ha risposto ad una domanda dal pubblico sulla guerra in Medio Oriente che infuria in questi mesi, ha riepilogato dettagliatamente la storia del lungo conflitto che perdura già da molti anni in quei Paesi, che ha definito essere lo scontro di due diritti, sostenendo che l'unica soluzione potrà venire solo dalla costituzione di uno spazio per "due popoli, composta da due stati separati".

Conclusioni

Di quel passato orribile nei campi di sterminio, le persone che ne sono uscite vive per anni non ne hanno voluto parlare, e adesso qualcuno dice che se ne parla anche troppo. Non se ne parla mai troppo, ed è purtroppo già evidente.

Libri di questo genere, come quello di Emanuele Fiano, sono necessari per mantenere forte il ricordo di questi orrori, perpetuati da persone, che magari pochi anni prima erano persone comuni, ma che sono entrate a far parte volontariamente del meccanismo nazista che dava per lecita ogni tipo di crudeltà oltre che le umiliazioni, le fucilazioni sommarie, i soprusi verso i bambini, lo sterminio di civili indifesi e quant'altro. 

 "Una come me ritiene che tra qualche anno ci sarà una riga tra i libri di storia e poi più neanche quella. Le iniziative che possono venire da una vecchia come me a volte sono noiose per gli altri, questo lo capisco perfettamente, so cosa dice la gente del Giorno della Memoria. La gente già da anni dice, ‘basta con questi ebrei, che cosa noiosa'. Il pericolo dell'oblio c'è sempre". Liliana Segre.


Evasione 60

Trovo davvero preoccupante che in alcuni Paesi si inizi a cercare di far vedere questa parte tragica della storia come se fosse una favoletta.
Di questi ultimi giorni è la manifestazione "in maschera" a Budapest di gruppi di neonazisti arrivati da tutta Europa, che hanno marciato indisturbati con croci uncinate.
"Dovunque scudetti con il tricolore ungherese e poi teschi, croci di stoffa e di ferro, granate persino. Tutto rigorosamente d’epoca. Di quell’epoca in cui a Budapest si fucilavano ebrei e rom sul Danubio a decine. Sono i partecipanti alla marcia «Evasione 60» che commemora la sortita delle SS tedesche e delle Croci frecciate ungheresi nel 1945 dall’assedio della capitale ungherese da parte dell’Armata rossa diretta al cuore del potere nazista, a Berlino"  Da Il Manifesto

Sempre con me. Le lezioni della Shoah

"Possono le testimonianze dei sopravvissuti, le efferatezze dei carnefici e tutti gli orrori della Shoah trasformarsi in indelebili lezioni per le generazioni di oggi e di domani?
Emanuele Fiano tiene insieme i ricordi delle persone a lui più care, da suo padre Nedo fino a Liliana Segre, da Primo Levi a Sami Modiano, tra gli altri e, insieme a loro, i gesti e le confessioni degli assassini e, riannodando i fili della memoria, ci consegna una potente riflessione su ciò che è accaduto, sull'eredità della più grande tragedia del Novecento e soprattutto sul senso che essa ha per noi che viviamo tempi diversi e lontani.
Perché, come dice lui stesso: «Me le sento tutte dentro di me le loro voci e i loro pensieri. E saranno sempre con me, come una colonna sonora della mia vita. Mi interrogo ogni giorno: qual è in fondo la loro lezione? Qual è la lezione contemporanea del male che hanno subito? Loro e quelli che non hanno potuto raccontare. E qual è la lezione che viene da coloro che li torturarono, da loro e da coloro che volsero il viso dall'altra parte, e da coloro che li separarono dalle madri e dai padri, e da coloro che li osservarono nudi, terrorizzati, esausti, soli, come insetti da schiacciare, e che li schiacciarono, come rane d'inverno. Ci sarà una lezione che la storia ci ha consegnato? Ci sarà di sicuro, è il sale della nostra vita, se vogliamo vivere con gli occhi aperti e sempre in ascolto"


"Sarete sempre con me, voi che non ci siete più, voi che eravate schiavi e voi che eravate i loro assassini, per comprendere fino in fondo la lezione perenne della Shoah. Questo sarà il viaggio."


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Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

Primo LeviLa tregua, 1965.

©Lo Sguardo Di Giulia 2024

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