domenica 12 maggio 2024

Arte | Giuliano Mauri, l'uomo che giocava con i rami

Arte | Giuliano Mauri, l'uomo che giocava con i rami 

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"Ricordo mio nonno che giocava con i rami". Francesca Regorda, nipote dell'artista Giuliano Mauri ha introdotto con queste parole l'inaugurazione dello spazio Giuliano Mauri all'interno delle scuderie di Palazzo Barni a Lodi nel pomeriggio assolato dell'11 maggio 2024.

La presentazione è poi proseguita con le parole del Sindaco Furegato, il presidente della Provoncia Sant'Antonio, il presidente della Fondazione comunitaria Parazzi,  il presidende dalla Fondazione banca popolare Castellotti, e il consigliere della fondazione Mauri F. Cancellato.


È intervenuto, con piglio frizzante, anche il gallerista, curatore, critico d’arte e amico di Mauri Jean Blanchaert che ne ha ricordato l'opera più nota, la cattedrale vegetale. Ha descritto Giuliano Mauri come un architetto, che riusciva a coinvolgere le persone nei suoi grandi progetti, "gente brava a tirar di martello", che costruiva nella natura (come ad esempio la cattedrale vegetale costruita in provincia di Trento) che ne seguiva attentamente la realizzazione e che poi si aggirava in incognito all'inaugurazione per ascoltare i pareri delle persone.

La cattedrale vegetale a Lodi


La cattedrale vegetale o meglio, la serie di pilastri che avrebbe dovuto contenere gli alberi che sarebbero diventati con il tempo la futura cattedrale di Lodi, è stata una delle opere postume di Mauri che avrebbe dovuto impreziosire le rive dell'Adda per molti anni, purtroppo l'abbiamo persa in poco più di una stagione, distrutta a causa delle intemperie e poi bruciata, forse, da chi ne ignorava l'importanza e non ne ha mai sopportato la magnifica presenza.
Ma si prevede che tornerà...

Ho riconosciuto con piacere durante questa inaugurazione le stesse opere che erano state esposte a Lodi nella Chiesa di San Cristoforo nel 2015 nella mostra 'Architetture dell'immaginario', le stesse che all'epoca mi avevano trasmesso intense emozioni. Opere che, malgrado siano nate per essere effimere secondo il pensiero di Mauri, ma trattate per resistere nel tempo, sono ancora un piacere per gli occhi e per l'anima.


Le opere marcescibili

Ho scoperto l'arte di Giuliano Mauri molti anni fa, e la land art, chiamata anche arte ambientale, le cosiddette 'opere marcescibili' che si trasformano nel tempo e il loro profondo significato ecologista. 



O
sservare dopo decenni dalla scomparsa di Mauri (2009), queste sculture realizzate con materiali raccolti in natura, mi ha ricordato gli antichi giochi costruiti con materiali poveri, la manualità dei contadini che con legno, vimini e poche altre cose riuscivano a creare utensili, ceste e altri oggetti utili per la vita di tutti i giorni. Gli oggetti creati da Mauri con ironia e provocazione, scolpiti con maestria partendo da rami e legnetti raccolti nelle campagne lodigiane per farne dell'arte danno l'impressione di essere l'evoluzione di quel sapere antico.

È esaltante osservare la complessità di queste forme che ad un primo sguardo sembrano impossibili da realizzare 'solo' con qualche ramo intrecciato, ma se le si osserva più da vicino lasciano trasparire tutto l'ingegno che è stato necessario per la costruzione, legate con sapienza e compattate con materiali naturali fanno ancora adesso bellissima mostra di sé.






Un progetto per le scuole

Bello sapere che le generazioni future scopriranno le opere di Mauri grazie all'associazione che dialoga con le scuole già da tempo e ne promuove la conoscenza, avranno quindi la possibilità di capirne il tempo, la tecnica e l'anima, e approfondire il concetto di eternità che affascinava tanto l'artista Giuliano Mauri.

 

"Noi dovremmo guardare di più come la natura si prepara morire. Alla fine il tempo fa diventare tutto terra, e la natura lo trova normale, lo favorisce, lo considera una fase come altre. L'umanità invece si dispera. La cultura ci ha fuorviato, ci stiamo autodistruggendo nel tentativo di eternarci" Cit. Interviste a Giuliano Mauri


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sabato 4 maggio 2024

Arte | Le sculture tombali - Ettore Archinti  

Arte |  Le sculture tombali - Ettore Archinti 

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03/05/2024, cominciamo bene

Dopo una prima fase di incomprensione in cui il custode del cimitero Maggiore di Lodi non voleva che scattassi delle fotografie, ma risolta in un attimo con le giuste spiegazioni, e le doverose scuse... 



La cultura, finalmente! 

Chiarito questo breve malinteso ho potuto quindi partecipare attivamente all'iniziativa culturale di visione delle sculture tombali attribuite a Ettore Archinti, figura storica importante per la storia di Lodi, descritte con la consueta maestria da Marina Arensi, Vittorio Vailati e con la partecipazione dello storico lodigiano Ercole Ongaro



Alcune delle sculture che abbiamo osservato sono di manifattura attribuibile ad Archinti, altre invece ancora in fase di accertamento, perché nel frattempo è passato tanto tempo, le sepolture si sono avvicendate, a volte anche sovrapposte e i pochi ricordi dimenticati. 




I dettagli 

È stato affascinante osservare da vicino i dettagli delle statue e dei busti creati da Archinti che fregiano alcune tombe di storiche famiglie della borghesia lodigiana. Poche le sculture in marmo, più numerose quelle in bronzo che mostrano in superficie la naturale patina del tempo che le rende davvero drammatiche, oltre all'espressività che le contraddistingue.  


Un professionista 

Archinti, scultore professionista, era spesso criticato e isolato a causa delle sue idee umane e politiche che entravano in contrasto con il regime fascista. 


Nonostante ciò, si trovava costretto a dover lavorare per coloro che gli commissionavano sculture, malgrado fosse in disaccordo ideologico o se aveva dovuto subirne l'arroganza e prepotenza, poiché dopotutto doveva guadagnarsi da vivere con le sue opere. 



Questo è quanto è emerso dalle lettere di Archinti, scritte con il linguaggio elegante che arriva da altri tempi, narrate da Arensi durante la visita guidata al Cimitero Maggiore. 

I racconti 

Durante la visita ho parlato con alcune persone, molte erano felici per la bella giornata di sole che ci ha riscaldato dopo alcune fredde e uggiose, e molto interessate ai racconti legati alle sculture. Ho ascoltato anche alcuni mormorii di disappunto per la l'incuria riservata alle tombe. Ne ho osservate meglio alcune, davvero antiche, che hanno sofferto per il tempo che passa e le condizioni metereologiche. Alcune di queste grandi tombe di famiglia sono diventate rifugio per piccioni, ragni e altri animali perché abbandonate dai familiari che forse non esistono più, o semplicemente perché non se ne interessano più.

Piccoli grandi tesori 

Statuina al museo Ettore Archinti

Ho conosciuto anche un signore molto gentile, che mi ha raccontato dell'amicizia di suo nonno con Ettore Archinti, e della piccola scultura che gli aveva donato (con orgoglio me ne ha mostrato la foto sul cellulare). Gli ho allora domandato se non intendesse donarla al museo di Lodi dedicato proprio ad Archinti. Mi ha rivelato che non si sente ancora pronto per separarsene perché gli ricorda un grande affetto. Forse anche lui col tempo capirà l'importanza del gesto della condivisione e cambierà idea, in modo che potrà dare anche ad altre persone il piacere di conoscere e ammirare quel suo piccolo tesoro. Chissà quante altre persone posseggono altrettanti piccoli, o grandi, tesori che potrebbero contribuire ad aumentare la conoscenza di un personaggio così importante per Lodi, e se mai li renderanno fruibili alla vista della comunità diventando parte di un patrimonio culturale sempre più ricco.

Una minuscola lapide 

Ho osservato inoltre la piccola lapide che ricorda Ettore Archinti, che si trova insieme a quelle di altre persone che sono decedute, assassinate o scomparse per mano dei nazifascisti, all'interno del monumento a forma di arco a loro dedicato in questo stesso cimitero. 

Storie terribili di fucilazioni e omicidi sommari, ad opera di fascisti, mi sono state raccontate dal mio "Cicerone", mentre riflettevamo su quanto fosse stato oscuro e spaventoso il periodo della dittatura e dell'oppressione nazifascista.







Per approfondire

👇Sulla figura di Ettore Archinti 

25 aprile di liberazione | LoSguardoDiGiulia
Giovinette, Lodi e LoSguardoDiGiulia
- 25 aprile 2023, Ettore Archinti e LoSguardoDiGiulia



#Aneddoti

Quando le persone vedono che mi aggiro con la fotocamera al seguito: 

"Sei la fotografa del Cittadino?" 

- No, ho un blog. Si chiama LoSguardoDiGiulia. 

"Cos'è un blog?" 

- È una specie di giornale online nel quale scrivo degli articoli che raccontano delle mie esperienze e passioni, corredate dai miei scatti, il tutto in totale autonomia e libertà. 

In questo modo tengo traccia dei miei ricordi... Ed è bellissimo!


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venerdì 26 aprile 2024

25 aprile di liberazione | LoSguardoDiGiulia

 25 aprile di liberazione 

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Il 25 aprile è una data importantissima, di memoria e di commemorazione. Per ricordare la liberazione dell'Italia nel 1945 dal regime fascista e dall'occupazione nazista.



L'epoca oppressiva

A quell'epoca nessuna persona poteva manifestare pubblicamente le proprie idee contrarie al regime ed era diventata normale la pratica ripugnante della delazione, che piantò le sue radici nella società, penetrando nell'area del dissenso clandestino, degli ambiti apolitici e nei settori fascisti, e in cui molte persone persero la vita in guerra, per la fame, per i bombardamenti, nei campi di concentramento, e perché considerate scomode o inutili.  
Per questo considero importante essere presente in questa giornata, insieme a molte altre persone, per rendere omaggio a chi ha reso possibile la libertà che oggi a volte ci sembra scontata, ma che non lo è affatto.




Incontri 

Sono stata in piazza della Vittoria a Lodi il 25 aprile anche per la ricerca di qualche momento interessante per le mie foto, e nel frattempo mi sono messa a parlare con alcune persone che hanno suscitato in me delle curiosità.

Alcune di queste, facenti parte dell'associazione ANPI, mi hanno raccontato commosse che avrebbero portato con loro, nel corteo, il ricordo di Giovanni Benzoni (Battista) scomparso pochi giorni prima, componente anche lui dell'ANPI Lodigiano da molto tempo, che ogni anno alla vigilia della festa della liberazione esponeva davanti a casa la bandiera italiana. 

Quest'anno l'hanno esposta loro per lui la bandiera italiana, i suoi compagni antifascisti dell'ANPI


Uno spettatore col turbante

Ho incontrato Jassi Sherpuria, che si trovava a Lodi per caso a causa del treno che era in ritardo. L'ho notato mentre osservava incuriosito le tante persone che si erano date appuntamento in piazza, l'ho avvicinato e gli ho chiesto scherzando se era anche lui lì per la festa della liberazione ed ho scoperto che parlava poco l'italiano, ma se la cavava bene! 

Quando ho rivelato a Jassi perché è una festa importante per l'Italia, mi ha fatto gli auguri ed ha ascoltato con vero interesse la spiegazione di quanto è stata significativa per noi la liberazione dall'oppressione nazifascista. 


Novità al Museo Archinti

Sono stata anche all'inaugurazione, molto partecipata, presso la sede dell'UNITRE, del nuovo allestimento al museo Ettore Archinti di viale Pavia a Lodi.


In questo luogo affascinante ho potuto osservare le nuove, delicatissime e preziose statuette, i busti, le fotografie e i documenti che sono stati raccolti, e presentati ufficialmente, grazie a numerose donazioni da privati. 

Sia la presentazione del nuovo allestimento che la visione dellle sculture inedite sono state molto interessanti e istruttive. 


Ringrazio chi ha organizzato questo progetto davvero significativo per Lodi e per la figura importante e molto amata di Ettore Archinti. 



Di Ettore Archinti avevo già scritto l'anno scorso in occasione della posa della pietra d'inciampo a lui dedicata nell'articolo 👉 "25 aprile | Ettore Archinti e LoSguardoDiGiulia"

 5 aprile 202

Le prossime tappe

Mi sono ripromessa di presenziare anche ai prossimi appuntamenti in cui verranno presentati altri manufatti e documenti di Archinti al cimitero Maggiore di Lodi e alla Società Operaia Di Mutuo Soccorso. 

Venerdì 3 maggio cimitero Maggiore di Lodi 👉 Sculture tombali di Ettore Archinti

Da giovedì 9 maggio al 12 maggio Società Operaia Di Mutuo Soccorso - Testimonianze della presenza di Ettore Achinti. Ore 16.00

In questo modo provvederò ad aggiornare questo articolo con nuove immagini per i miei e per i tuoi ricordi.

A presto!

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Voluto da Aned - Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti è stato realizzato da Laboratorio Lapsus.

                                           

domenica 21 aprile 2024

Essere Jeanne-Claude | LoSguardoDiGiulia

Essere Jeanne-Claude 

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CHRISTO E JEANNE-CLAUDE
di Fabiola Giancotti, 20 aprile 2024, Bipielle Arte

Jeanne-Claude Denat de Guillebon nasce a Casablanca, in Marocco, il 13 giugno 1935, lo stesso giorno del suo futuro compagno e collaboratore, Christo Javacheff

Cresciuta in una famiglia di militari francesi, Jeanne-Claude si trasferisce a Parigi per studiare filosofia all’Università della Sorbona. Ha ricevuto un'eccellente istruzione, parla diverse lingue e, nel 1959, sposa il generale Philippe de Guillebon, da cui prende il suo cognome.

Christo Vladimirov Javacheff, che all'epoca si guadagnava da vivere come ritrattista, incontra Jeanne Claude nel 1958 nei giorni in cui lavorava ad un ritratto della madre di lei. 

Da allora la vita di Jeanne-Claude cambia radicalmente, si innamora di Christo e, dopo aver lasciato il marito, avvia con lui una collaborazione artistica e romantica. Questo segna l'inizio di una straordinaria partnership che ha influenzato il panorama dell'arte contemporanea.

Jeanne-Claude ricopre un ruolo chiave nella gestione logistica e organizzativa dei progetti, oltre ad occuparsi della comunicazione con le autorità locali, i finanziamenti e il pubblico, nella difesa delle opere contro critiche e sfide legali.

Una coppia esplosiva 

Insieme costituiscono una coppia pionieristica della land art, in cui lui è la mente artistica e progettuale, e lei l’organizzatrice e la mano pratica che rende reali i bozzetti del compagno. Mentre lui si concentra sulla creatività e l'ideazione, Jeanne-Claude si occupa dell'aspetto burocratico, gestendo le complessità logistiche e comunicative. Lui è poco pratico con le lingue straniere, Jeanne Claude diventa la sua voce nelle trattative e nei rapporti con le autorità locali e i finanziatori.

Progetti decennali 

I progetti che presentano insieme alle città sono frutto di anni di lavoro e dedizione e, nonostante la loro breve durata (solitamente le installazioni non durano più di 15 o 20 giorni) diventano icone immortalate nelle foto, nei video e nelle testimonianze, lasciando un'impronta indelebile nel panorama dell'arte contemporanea.


Come si finanziavano

L'opera Christo e Jeanne-Claude è finanziata principalmente dalla vendita  dei disegni preparatori, dei collage e modellini dei loro progetti ai collezionisti e dall'aiuto generoso dei familiari, poiché non hanno intenzione di fare affidamento su sponsor o finanziamenti regionali, preferiscono piuttosto ottenere prestiti, che poi restituiscono.
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/e6/Christo_Rifle_Gap.jpeg
Per le istituzioni è un mistero come riescano a raccogliere così tanti fondi per i loro progetti e questa situazione suscita perplessità, portando a domandarsi quale sia il segreto dietro questa capacità di raccolta fondi. Questo approccio è unico, indipendente e pionieristico nell'ambito dell'arte ambientale e della land art e non vincolato da nessun interesse esterno.

Riflessioni sul lavoro di Jeanne-Claude

Ho immaginato cosa sarebbe stato Christo senza Jeanne-Claude. Probabilmente lui si sarebbe guadagnato da vivere ancora per anni dipingendo ritratti, oppure sarebbe stato costretto ad assumere un "manager" per organizzare le sue installazioni monumentali. Quasi certamente con meno profitto. 

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Christo_%26_Jeanne-Claude_in_Bonndorf(D).png?uselang=it
Se Jeanne-Claude fosse stata un'artista in cerca di fama non sarebbe stata complementare e di supporto al lavoro di Christo, ma probabilmente d'impiccio per i programmi artistici del compagno, si sarebbe creata quindi competizione e non sarebbe stata utile per realizzare i progetti del marito.


Un ruolo indispensabile 

Il ruolo organizzativo per l'arte del compagno di Jeanne-Claude è stato quindi fondamentale per la crescita professionale artistica di Christo, come quello di ogni donna che dedica la propria vita all'uomo che ama, rendendosi utile, spesso senza pretese (e senza avere un suo stipendio ed essere quindi autonoma) e dedicandosi agli aspetti meno creativi, rendendo il compagno sempre più forte, noto e potente.

L'arte di Jeanne-Claude 

Jeanne-Claude potrebbe non essere stata considerata un'artista nel senso tradizionale del termine, ma le sue abilità nel contattare, negoziare, coordinare e gestire ogni aspetto logistico dedicato all'arte del suo compagno possono essere considerate dopotutto vere e proprie opere d'arte. 


Christo e Jeanne-Claude fu il progetto comune dei coniugi Christo Vladimirov Javacheff nato a Gabrovo (Bulgaria), il 13 giugno 1935 e morto a New York il 31 maggio 2020 e Jeanne-Claude Denat de Guillebon nata a Casablanca (Marocco) il 13 giugno 1935 e morta a New York, il 18 novembre 2009.

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:The_Floating_Piers_from_Rocca_di_Monte_Isola_-_P1000799.jpg

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lunedì 15 aprile 2024

Giochiamo alla Pace? | LoSguardoDiGiulia

Giochiamo alla Pace? 

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In questi giorni in cui si spendono miliardi per le armi, in cui il nostro tempo è scandito da una paura crescente per i conflitti che stanno incendiando il mondo ... 

Ci sono delle persone che, con poche e semplici idee, sanno rendere felici bambine, bambini, e anche adulti. 






Di seguito il reportage dei miei incontri nelle due ore che ho trascorso a LA FESTA DEI POPOLI - Abitiamo il mondo, in via della Maddalena a Lodi, nel pomeriggio del 14 aprile 2024. 

Artista per un giorno 

Ho conosciuto Silvana, che offre a bambine e bambini la possibilità di sentirsi artisti per un giorno semplicemente mettendo a loro disposizione un cavalletto, la carta, dei pennelli e qualche colore, in una strada, come se fossero a Parigi! 

Silvana fa parte dell'Associazione Pierre e mi ha confidato di essersi vestita di proposito con tanti colori perché vuole che questa giornata sia più allegra possibile! 







Un regalo gradito 

Questa signora residente alla Maddalena stava osservando con interesse tutte le persone affaccendate a organizzare il pomeriggio di festa, e quando le ho fatto vedere la foto che le avevo scattato mi ha ringraziato come se le avessi fatto un grande regalo. In realtà un regalo l'ha fatto lei a me con la sua gentilezza e l'entusiasmo che ha dimostrato ... 



Il ricordo di chi non c'è più 

Padre e figlia all'ombra del loro porticato osservavano la gente felice lungo la strada. Quando ho mostrato loro la foto in cui sono ritratti ne sono stati felici e mi hanno confidato che avrebbero desiderato che con loro ci fosse anche la madre, scomparsa poco tempo prima. 



Il fotografo 


Il fotografo professionista, che anche al di fuori del lavoro segue la propria passione, scattando foto alla sua bella famiglia. (Ribolini)






Giochi di legno 


La creatrice di giochi in legno di recupero della cooperativa Ludobus Picchio di Sherwood.

Questa donna intraprendete e simpaticissima si è divertita davvero tanto a giocare insieme a una ragazzina a questo suo gioco tipo "Shangai" fatto di pezzi di legno impilati. 
Mi sono divertita anch'io a immortalare questi momenti, molto!

Questi giochi si sono prestati al gioco e alla sperimentazione di ogni generazione!







Un luogo storico 

Passaggi, davanti ad un luogo storico di Lodi, il circolo Arci. 








Tutto a posto! 

Ho incontrato un bimbetto molto simpatico che giocava a mettere a posto i fogli sparsi dell'installazione artistica dentro la sede del Platea Projects. Poco dopo questo scatto avrebbe voluto prendere la mia fotocamera per fare qualche foto ma è arrivato il papà e l'ha portato via, con suo immenso dispiacere... 




La pausa 

Madri e padri sfiniti da tutti questi giochi divertentissimi hanno meritato davvero un momento di pausa ... 





Poi la stanchezza ha preso il sopravvento e ho dovuto scappare, ma sono state delle emozioni fantastiche, grazie per gli scatti!


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LA FESTA DEI POPOLI - Abitiamo il mondo è uno dei 30 eventi della rassegna Lodi di Pace. Promossa dal Comune e realizzata da un percorso partecipato da più  di 60 organizzazioni. Questa proposta arriva da Arci, Tuttoilmondo, Argine, Lodisolidale, Il Picchio, lo Scarcere, Caritas , Divoceinvoce, Samovillas l'istituto Merli villa Igea


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