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martedì 12 marzo 2024

Lisetta Carmi - Fotografe | LoSguardoDiGiulia

Lisetta Carmi - Fotografe | LoSguardoDiGiulia

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Leggere la biografia della fotografa Lisetta Carmi nel libro "Le cinque vite di Lisetta Carmi" di Giovanna Calvenzi Ã¨ stata un'entusiasmante immersione nell'esistenza di una donna che si è lasciata guidare dall'istinto, sensibile alle fragilità umane, impegnata nel sociale e curiosa come solo le persone intelligenti sanno essere, che ha passato 18 anni a fotografare le 'anime' della gente, viaggiando e raccontando il mondo con i suoi scatti.

Il pianoforte 

Da bambina Lisetta viene esclusa dalla scuola a causa delle leggi razziali del 1938, nata in una famiglia ebrea e costretta in questa situazione che le lascia solamente la possibilità di studiare a casa. Il pianoforte, che aveva cominciato a studiare a 10 anni, diventa la sua unica compagnia. Successivamente, dopo aver avuto la notizia di una retata alla sinagoga di Genova, l'intera famiglia Carmi fugge dall'Italia e si rifugia in Svizzera, dove viene prima internata in un campo di raccolta a Losanna, per poi raggiungere Zurigo dove Lisetta può continuare gli studi al conservatorio. Solo nel 1945, a guerra finita, Lisetta ritorna in Italia e scopre quello che è successo durante la sua assenza, le persecuzioni, i campi di sterminio, le imprese partigiane.

Il successo

Lisetta, dopo essersi diplomata in pianoforte a Genova, ottiene successo nei concerti a livello internazionale. La sua vita è centrata sulla musica, ma il suo interesse per la letteratura sulla Resistenza, Olocausto e nazismo la porta a vivere in Israele. Tuttavia, sperimenta un inaspettato razzismo e decide di tornare in Italia, continuando la sua carriera musicale nel mondo. Nel 1960, interrompe la sua attività per unirsi a uno sciopero portuale a Genova, dimostrando il suo impegno per la giustizia e l'uguaglianza contro il congresso del Movimento Sociale Italiano. Nonostante le restrizioni, la sua determinazione a sostenere la causa la porta a rinunciare alla musica.

La fotografia

Lisetta, durante un viaggio in Puglia, con una semplice macchinetta Agfa Silette cattura impressioni senza preoccuparsi degli aspetti tecnici. Al ritorno a Genova, lo sviluppo delle foto suscita stupore per la freschezza, paragonandole persino alle opere di Cartier-Bresson. Questi elogi la spingono a intraprendere la carriera di fotografa. Apprende l'arte della stampa in camera oscura a Berna da un amico fotografo, sviluppando un approccio unico basato su brevi storie di immagini anziché sulla perfezione tecnica. Il suo insegnamento principale è guardare oltre il soggetto prima di scattare. Questo principio diventa la guida fondamentale della sua vita da fotografa, definendo uno stile e una prospettiva unica nel narrare storie attraverso la fotografia.

La forza divina 

La passione per la fotografia diventa la nuova guida nella vita di Lisetta Carmi, rimpiazzando gli anni dedicati allo studio del pianoforte. Diventa fotografa nel 1972, lavorando al Teatro Duse e per il Comune di Genova. Indipendente e coraggiosa, esplora vari ambienti, raccontando storie attraverso le sue immagini, compresi luoghi insoliti come ospedali e fogne. Lisetta afferma di essere stata guidata da una 'forza divina' in questa nuova direzione. Grazia Neri, dell'agenzia fotografica milanese, la ricorda come una donna colta e ribelle. La sua carriera si distingue per la forte individualità e la continua esplorazione creativa, evidenziata dalla sperimentazione con i negativi nell'interpretazione del 'Quaderno musicale di Annalibera' di Dallapiccola, pubblicato nel 2005 insieme alla poesia di Giuliano Scabia.

I camalli 

Nel 1964, Lisetta Carmi fotografa il porto di Genova, concentrando la sua attenzione sui camalli, i lavoratori portuali, vittime di condizioni terribili e sfruttamento. Ne diventa testimone e denuncia la loro difficile situazione. I lavoratori la definiscono come colei che "fotografa le formiche", sintetizzando il tema delle sue foto che evidenziano le dure condizioni di vita e lavoro dei camalli. Le immagini diventano oggetto di una mostra patrocinata da FILP-CGIL e dalla Società di Cultura di Genova, successivamente itinerante anche in Unione Sovietica. Il lavoro di Lisetta non solo documenta la difficile realtà sociale, ma sensibilizza il pubblico e contribuisce a una denuncia attraverso la potenza delle sue immagini.

Erotismo e autoritarismo a Staglieno

Nello stesso periodo, Lisetta Carmi fotografa il cimitero monumentale di Staglieno, concentrandosi sulla galleria di tombe antiche di famiglie facoltose di Genova. Le sculture raffigurano volti e abitudini familiari, con "bambini vestiti da marinaretti, signori baffuti con donne nude, mogli appese al braccio del marito". Sebbene provi disgusto per molte di queste rappresentazioni, associate a un'immagine di donna timorosa e sottomessa, e a una borghesia conformista e sessualmente repressa, Lisetta ammira coloro che progettarono la propria tomba mentre erano ancora in vita. Le sue fotografie vengono pubblicate su 'Du', una rivista svizzera, e su 'Bolaffi Arte' in Italia nel 1975. Attraverso il suo lavoro, Lisetta Carmi offre una visione critica e provocatoria delle rappresentazioni culturali e sociali presenti nel cimitero monumentale di Staglieno, stimolando la riflessione sulla società e sui suoi valori impliciti.

I travestiti

A Genova, alla fine del 1965, Lisetta Carmi entra in contatto con l'ambiente del travestitismo. Guidata dalla sua curiosità, inizia a documentare questa realtà con immagini e interviste, che si sviluppano in un libro nel corso di sei anni. Nonostante il clima libertario dei primi anni settanta, la pubblicazione del libro risulta difficile.

Nel frattempo, Lisetta intraprende viaggi in Venezuela, Colombia e Messico, documentando storie e la sua esperienza di viaggio e la capacità di catturare le sfumature umane attraverso la fotografia diventano elementi centrali del suo impegno documentaristico e della sua esplorazione delle diverse realtà sociali.

Incontri e nuove esperienze 

Nel biennio 1965/66, Lisetta Carmi documenta storie di individui in cerca di libertà, come Bernard De Vriescapo dei provos olandesi, provocando una riflessione nelle "coscienze addormentate della ricchezza". Fotografa intensamente la metropolitana di Parigi, catturando la folla, gli incontri, i poveri, le architetture e le scritte politiche. Le immagini vincono il Premio per la Cultura della Fotografia e ricevono l'elogio della Popular Photography Italiana nel 1966. Realizza un reportage in un campo profughi a Gaza e crea una serie di foto del poeta Ezra Pound, ottenendo il premio Niépce per l'Italia considerato uno dei momenti più significativi nella storia della fotografia italiana per il loro intenso significato e la drammaticità del momento. Documenta l'alluvione del 1966 a Firenze, immergendosi nelle strade colpite dal fango con empatia. Nel 1970, viaggia in Oriente con Mauro Gasperini, finanziando il viaggio con la vendita del suo pianoforte. La sua vita è caratterizzata dall'impegno nel comprendere le realtà umane e sociali. Nel 1976, realizza 'Acque di Sicilia' per la Dalmine, segnando il suo ultimo lavoro significativo come fotografa e dimostrando la sua maturità espressiva.

La ricerca della verità

Nell'intervista del 1990 scritta per la ricerca della tesi di laurea di Patrizia Pentassuglia che viene ripubblicata in questo libro biografico traspare la chiarezza di pensiero di Lisetta e quanto le sue risposte siano attuali.

Babaji Herakhan Baba

Nella sua 'terza vita' Lisetta incontra Babaji Herakhan Baba in India, ne rimane estasiata, diventa quindi seguace del guru indiano seguendone gli insegnamenti. Crea un centro spirituale a Cisternino dove abita e lavora, che diviene in seguito fondazione, fonda la pubblicazione semestrale de La Voce di Cisternino e la costruzione di un tempio, il DhuniLa quarta vita di Lisetta è il ritorno alla musica che aveva abbandonato anni prima per la fotografia che però non ha mai lasciato veramente, anche nel periodo spirituale. La quinta, breve, preziosa e ultima vita di Lisetta è stata definita liberatoria. Questo è il tempo che dedica a raccontare alle nuove generazioni e ai media del suo percorso fotografico e delle sue tante vite.

Nel libro si trovano anche numerosi racconti di persone che hanno frequentato Lisetta Carmi.

Conclusioni

Ovviamente non è tutto qui, questo è solo un breve riassunto che ho scritto per tenere a mente e
imparare dalla vita di una fotografa sensibile e capace, che ha avuto la possibilità di creare un portfolio eccezionale, ha fatto incontri con personaggi storici e persone normali che sono diventate protagoniste del loro tempo. La vita di Lisetta Carmi è stata talmente intensa che per scoprirla questo mio riassunto non è sufficiente, e neanche sfogliare un solo libro. Ci sono molte pubblicazioni che riguardano la fotografia e la vita di Lisetta Carmi che cercherò in futuro e che nutriranno il mio bisogno di approfondire le storie delle donne che hanno fatto la storia della fotografia. Al termine della lettura del libro "Le cinque vite di Lisetta Carmi" troverai una ricca bibliografia per conoscerne meglio l'opera e, all'interno, numerose foto di Lisetta.

Lisetta Carmi. Genova, 15 febbraio 1924 - Cisternino, 5 luglio 2022

Per saperne di più:

👉Lisetta Carmi - ho fotografato per capire 

👉Lisetta Carmi, un'anima in cammino


"Accade solo ciò che deve accadere" Chao-Hsiu Chen 

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