sabato 10 febbraio 2024

PAC - Quel che la notte racconta al giorno | LoSguardoDiGiulia

Quel che la notte racconta al giorno

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Febbraio 2024.

Ho visitato al PAC di via Palestro a Milano una mostra collettiva davvero interessante che ha proposto una selezione di opere realizzate da più di venti tra artiste e artisti argentini di diverse generazioni degli ultimi cinquant'anni. 

Sculture, installazioni, fotografie, video e performance

Un progetto sviluppato su tre assi - ironia, letteralità e citazione - che sono la rappresentazione di una cultura spesso caratterizzata da forme di diversa violenza.

Di seguito alcune delle installazioni che mi hanno colpita maggiormente.

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Liliana Porter

Una delle prime installazioni che ho osservato con molto interesse è stata "L
Barrendera" dell'artista Liliana Porter, figura di riferimento della scena argentina contemporanea, in cui la protagonista, una spazzina minuta e testarda, è impegnata in una pulizia che diventa sempre più enorme e impossibile," Come l'Argentina", dice in un'intervista l'autrice dell'opera. "Oggetti rotti come reminiscenze evocano il carattere non lineare del tempo e l'essenza anarchica"

Desaparecidos

Nel il lungo tragitto di questa installazione si può scorgere anche una 
Abuela de Plaza de Mayo, una Nonna di Plaza de Mayo.  
(Foto di Rita)



Le "Nonne di Plaza de Mayo" sono un'organizzazione per i diritti umani in Argentina che ha la finalità di localizzare e restituire alle famiglie legittime tutti i bambini sequestrati e desaparecidos (scomparsi) nell'ultima dittatura militare tra il 1976 e il 1983.
Nel 2008 l'organizzazione ha ottenuto una nomina al Premio Nobel per la Pace. 

Un piccolissimo Jorge Luis Borges seduto su una vecchia madia giocattolo

Qui👉la video intervista all'artista Liliana Porter

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Marta Minujín

Merito di questa visita la scoperta di una famosa opera dell'artista argentina Marta Minujín, realizzata del 1983 a Buenos Aires. Il video della costruzione e della successiva distribuzione dei libri che la componevano veniva proiettato in loop in una sala del PAC. 

L'installazione che ho visto nel video, eretta dopo la fine della dittatura militare sanguinaria e violenta che ha governato dal 1976 al 1983 in Argentina, chiamata il "Partenone dei Libri" era costituita da 30.000 libri proibiti, ed eretta come simbolo della libertà di espressione. 

La dittatura militare aveva vietato volumi di Karl Marx e Fidel Castro, nonché “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry.

Nel 2017, l'artista ripropone l'opera con 100.000 libri proibiti a Kassel, in Germania, come antidoto alla censura proprio dove il nazismo bruciò i testi proibiti perché considerati "degenerati". C'erano 1984 di George Orwell, il Decameron di Boccaccio, la Teoria Generale della Relatività di Albert Einstein, Le metamorfosi di Franz Kafka”, il Candido di Voltaire. E poi: Thomas Mann, Paulo Coelho, Niccolò Machiavelli. Persino Tom Sawyer e Alice Nel Paese Delle Meraviglie. Molti dei testi sono stati poi donati dal pubblico.

Sculture vivibili

Marta Minujín Ã¨ una delle artiste contemporanee più importanti in Argentina, conosciuta per i suoi happening e le opere di arte concettuale e partecipativa. Nasce a Buenos Aires nel 1943 e si forma presso la National University Art Institute. La sua carriera inizia a Parigi, dove si confronta con artisti come Christo e si avvicina al neorealismo. Utilizza materiali inconsueti come materassi e scatole di cartone per creare "sculture vivibili" e assemblaggi che incoraggiano l'interazione del pubblico. Il suo lavoro si concentra sulla partecipazione e vuole suscitare reazioni e riflessioni. Ha realizzato happening provocatori, come "El pago de la deuda externa" nel 1985, ispirato da una conversazione con Andy Warhol sulla crisi del debito latino-americano. Minujín sostiene un'arte accessibile e crede che l'arte debba essere vissuta, non solo compresa.

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Mariana Bellotto 

"Trilogia Pandemica" è un'opera che parla anche delle vicissitudini dell'umanità durante la pandemia da Covid-19, che guarda anche con un punto di vista molto ironico tutto ciò che riguarda il corpo limitato nei suoi contatti reciproci»

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Eduardo Basualdo 

Una monumentale massa nera, che simula una formazione rocciosa davanti alla quale il tempo sembra essere sospeso. La sua forma amorfa una roccia vulcanica che accenna alle estinzioni del passato o prefigurare catastrofi future.
L'opera site-specific "Nuestra estrella se agotó", (qui 👉 l'intervista all'artista)
mi ha ricordato gli scavi di Pompei e gli esseri umani carbonizzati che hanno lasciato l'impronta dei loro corpi nella cenere ardente dopo l'eruzione del Vesuvio.

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Cristina Piffer


Avvicinandoti a quest'opera che sembra al primo impatto solo una lastra di vetro che raffigura una banconota con dei disegni in cui sono raffigurati bovini e ovini, scopri che la stessa è stata impressa invece che con l'inchiostro, proprio con la polvere del sangue degli animali che hanno contribuito con la propria morte all'economia del Paese. La stessa polvere di cui il pavimento sottostante è stato sporcato, che sembra trasudare dal denaro.

I segni del denaro

"Nell'opera Doscientos pesos fuertes Cristina Piffer utilizza polvere di sangue bovino essiccato per imprimere su una lastra di vetro un frammento significativo dell'immagine stampata sulla banconota del peso fuerte, moneta della Repubblica Argentina dal 1826 fino alla riforma monetaria del 1881"

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Ana Gallardo, Cannibal

Una installazione monocromatica che riempie le pareti di un'intera stanza, una riflessione profonda sui temi della vecchiaia, della violenza di genere, dell'esclusione e della morte. Una serie di grandi fogli di carta nera disegnati con carboncino che rivelano tratti e impronte dell'artista, sul fondo, praticamente a terra, si trovano trascritte brevi testimonianze di donne guatemalteche che raccontano le paure e le sofferenze vissute durante l'insurrezione del paese 
dal 1960 fino agli accordi di pace firmati il 29 dicembre 1996 dopo una lunga trattativa durata 4 anni. Frasi brevi che raccontano la crudeltà sui corpi: "Ci hanno messo le pistole dentro", "Hanno frugato nel nostro sesso".



"Il titolo della mostra al PAC di Milano, omaggio all’omonimo romanzo dello scrittore argentino di origini italiane Héctor Bianciotti di origini cumianesi (Cumiana, TO), rimanda alla dicotomia tra l’inquietante e il luminoso evocata anche nelle opere in mostra, metafora di una storia che il giorno non conosce e che la notte deve raccontare."

 

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Artiste e artisti in mostra: 

Eduardo Basualdo, Mariana Bellotto, Adriana Bustos, Matias Duville, Leandro Erlich, León Ferrari, Lucio Fontana, Ana Gallardo, Alberto Greco, Jorge Macchi, Liliana Maresca, Marta Minujín, Miguel Rothschild, Adrián Villar Rojas, Cristina Piffer, Liliana Porter, Nicolás Robbio, Graciela Sacco, Alessandra Sanguinetti, Tomás Saraceno, Mariela Scafati, Juan Sorrentino.

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Un ringraziamento particolare a Rita per avermi fatto scoprire, e spiegato con il suo sguardo personale di donna di origine argentina, alcuni lati di questa cultura di cui ero all'oscuro. 

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