domenica 15 giugno 2025

Tina Modotti, obiettivo, cuore e rivoluzione

Tina Modotti, obiettivo, cuore e rivoluzione

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Non sapevo molto di Tina Modotti. Solo un nome, qualche foto, un’idea vaga. Poi ho iniziato a leggerla davvero, a osservarla da vicino. Con la sua vita intensa, le sue scelte radicali, il suo modo di stare al mondo con coraggio.

"Questo non è un saggio, è un incontro. Il mio con lei, e magari anche il tuo"

Da Udine a Hollywood 

Tina nasce a Udine nel 1896. Famiglia operaia, emigrazione, povertà. Il classico copione dell’Italia di fine Ottocento, quella da cui si partiva per cercare una vita migliore. A diciassette anni espatria in America e sbarca come tantÉ™ a Ellis Island, per poi trasferirsi in California, dove si ritrova con il padre e in seguito con l'intera famiglia e dove comincia a lavorare in una industria tessile. Diventa poi attrice in film muti, posa per fotografi, si barcamena tra mille vite. Tina non è una donna da copione fisso.

Incontra Edward Weston, già noto nel mondo della fotografia, e si innamora. Di lui, sì, ma anche e soprattutto della fotografia come mezzo per dire qualcosa, per raccontare, per denunciare. E da lì inizia la vera rivoluzione.

Messico, l’arte incontra la lotta

Se dovessimo scegliere un luogo che rappresenta l’anima di Tina, sarebbe il Messico. Negli anni Venti ci arriva con Weston, ma mentre lui si concentra sulla forma, sulla luce, sul dettaglio estetico, Tina si butta a capofitto nella realtà. Fotografa il popolo, la miseria, le donne, le mani che lavorano, i volti segnati. Viene incaricata di viaggiare e le sue foto vengono pubblicate su Idols Behind Altars. The Story of the Mexican Spirit.  Le sue immagini non sono solo belle: sono politiche. Parlano. Gridano.

Tina Modotti - 1925 'Donne Messicane'

Tina Modotti - 1925 'Donne Messicane' (Wikipedia)

Diventa amica (e compagna di lotte) di Frida Kahlo e Diego Rivera, si avvicina al comunismo, partecipa attivamente a movimenti rivoluzionari. Le sue foto, come lei, non fanno sconti a nessunÉ™. Non c’è retorica, non c’è pietismo. Rappresentano solo verità.

Fotografia e militanza

Ecco una cosa che mi colpisce di Tina: non ha mai separato l’arte dalla politica. Per lei fotografare era un atto rivoluzionario, un modo per stare dentro la Storia. Non ha mai cercato il successo personale o la fama. E forse per questo è stata dimenticata per anni, messa da parte, ridotta a 'una che stava con Weston' o a 'una comunista esaltata'.

Tina Modotti - 1929: 'Le mani del burattinaio' (Wikipedia)

In realtà, Tina era una donna che stava in piedi da sola, con le sue idee, la sua macchina fotografica e una determinazione rara. Dopo essere stata espulsa dal Messico per le sue attività politiche, ha continuato a viaggiare, a militare, a vivere con passione anche nei momenti più bui. Ha partecipato alla guerra civile spagnola con il Soccorso Rosso, ha visto l’orrore della guerra, ha perso amiche, amici e compagnÉ™. Eppure non si è mai tirata indietro. 


Una fine misteriosa

Tina Modotti, foto di Edward Weston - 1921 (Wikipedia)

Tina (Assunta Adelaide Luigia Saltarini Modotti) muore a Città del Messico nel 1942, a soli 46 anni. Una morte improvvisa, misteriosa, mai del tutto chiarita, qualcuno sospettò che l'avessero eliminata perché forse sapeva troppo... Ma molto probabilmente fu vittima di un arresto cardiaco. La sua tomba porta un epitaffio scritto da Pablo Neruda, che la definisce “la più pura immagine della lealtà rivoluzionaria”.

Ma ancora oggi, quando si parla di lei, spesso si parte dagli uomini che ha avuto accanto, come se servisse sempre una figura maschile per dare valore a una donna!

Tina ci parla ancora

Di Tina Modotti oggi ci serve il suo sguardo netto, il suo coraggio nel prendere posizione e la sua capacità di stare dentro le contraddizioni senza rinunciare alla bellezza. Ci serve come ispirazione, come modello di una fotografia che non si limita a osservare, ma agisce, partecipa, prende parte.

Non ha lasciato migliaia di scatti, ma quelli che ci ha regalato bastano a costruire un intero mondo. E parlano a chi vuole vedere oltre il filtro dell’indifferenza.

“La sua fotografia è lirica e politica insieme: non fa sconti, ma nemmeno rumore.” - Margaret Hooks, autrice della biografia 'Tina Modotti: Photographer and Revolutionary'

In via Pracchiuso a Udine si trova la casa natale di Tina Modotti, con un’opera di Franco Di Zotto e una lapide con il suo profilo e una poesia di Neruda.

Tina Modotti per me

Scrivere di Tina Modotti è stato parte naturale del mio percorso di ricerca sulle fotografe che troppo a lungo sono rimaste ai margini, che hanno osservato il mondo con uno sguardo potente, politico, mai compiacente.

Un grazie speciale a Laura De Benedetti, che mi ha fatto scoprire Tina regalandomi, per un compleanno di qualche anno fa, il libro 'Tina Modotti. Fotografa'. Ãˆ proprio da quelle pagine che è iniziata questa ricerca e gran parte di questo articolo.

Per approfondire

Su Raiplay 👉Tina Modotti, fotografa rivoluzionaria ðŸ‘‰La Prima Donna che

Su Wikiradio/Rai Play Sound 👉 Tina Modotti, fotografa e rivoluzionaria ðŸ‘‰La storia in giallo - Tina Modotti

Su YouTube 👉Frida Kahlo & Tina Modotti (1983)

Su Facebook 👉Pelle di tigre (The Tiger's Coat) - 1920 

Uno dei tre film muti interpretati da Tina Modotti.

Gli altri sono: Riding with Death, regia di Jacques Jaccard (1921) 

I Can Explain, regia di George D. Baker (1922)

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