Ora e sempre?
L’arte resiste. E accusa.
“Su queste strade se vorrai tornare, ai nostri posti ci ritroverai, morti e vivi collo stesso impegno, popolo serrato intorno al monumento, che si chiama ora e sempre RESISTENZA.”
(Piero Calamandrei, Lo avrai camerata Kesselring)
Il 10 Luglio, all’inaugurazione della mostra Ora e sempre, organizzata da ANPI, queste battute finali della poesia di Calamandrei sono state lette ad alta voce da Giorgio Seveso, curatore insieme a Mario Diegoli, Mario Quadraroli e alla critica d’arte Francesca Pensa. Un momento intenso, che ha aperto le porte non solo all’esposizione, ma a un attraversamento emotivo e politico. Le parole di Piero Calamandrei – scritte come risposta simbolica al generale nazista Albert Kesselring – hanno risuonato nelle sale dello Spazio Bipielle di Lodi con una forza dirompente.
Gli sguardi
Attraverso le opere esposte ho incrociato gli sguardi. Quelli di chi ha lottato, di chi è sopravvissutə, di chi ancora oggi paga il prezzo della guerra. Quegli occhi, immobili e vivi allo stesso tempo, li ho fotografati, per dimostrare che la memoria ha bisogno di restare accesa.
Un racconto corale
Nelle sale si intrecciano i lavori di maestri e maestre del Novecento – come Carola Mazot, Ernesto Treccani, Giacomo Manzù – con quelli di artisti e (purtroppo poche) artiste contemporanee che portano avanti una ricerca civile e politica. L’intento curatoriale è chiaro: far emergere il filo rosso che lega generazioni diverse nella stessa urgenza espressiva.
E nella tappa lodigiana si aggiunge un ulteriore tassello prezioso: la partecipazione di artistə del nostro territorio, come ad esempio Franchina Tresoldi con l’opera dedicata ai Fratelli Cervi, e poi Fausto Locatelli, Ugo Maffi, Gianni Vigorelli, Luigi Volpi, Mario Diegoli, Mario Massari, Ettore Santus, Andrea Viani, Walter Pazzaia, e una delle sculture di 👉Ettore Archinti, 'Forse è meglio che tu non veda', vincitrice nel 1913 del premio Tantardini di Milano. Un’opera che amo profondamente, e che qui dialoga con l'arte contemporanea mostrando come anche oggi sappia prendere posizione e non rimanere ai margini.
I fascismi di oggi
Durante la presentazione, mi ha colpita una riflessione dell’assessore alla cultura Francesco Milanesi. Diceva che "oggi non dobbiamo temere solo il ritorno del fascismo in senso stretto, ma piuttosto i fascismi, intesi come quei meccanismi di pensiero e comportamento che continuano a insinuarsi nel nostro quotidiano."
La guerra non è mai finita
Questa mostra, focalizzata anche sulla Resistenza e sul secondo dopoguerra italiano, fa da specchio spietato al nostro presente. Mentre osservavo le opere esposte, pensavo a Gaza, all’Ucraina, al Sudan.
Per dignità, non per odio
Tra i versi scolpiti di Calamandrei ce n’è uno che mi porto dietro da quando ho visitato la mostra:
“Per dignità, non per odio.”
Le mie fotografie — quelle che troverai in questo articolo — cercano la verità di quegli sguardi che esprimono paura, tristezza, rassegnazione, speranza. La stessa verità che ha mosso chi ha imbracciato le armi per liberarci dal nazifascismo. La stessa che ancora oggi guida chi si batte per la pace, la libertà e la giustizia sociale.
Questa mostra è una chiamata collettiva alla responsabilità.
"Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio del torturati
più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre RESISTENZA."
Lo avrai camerata Kesselring, di Piero Calamandrei, rivolto a uno di più odiati generali nazisti, Albert Kesserling.
Per approfondire
👉“Lo avrai camerata Kesselring” di Piero Calamandrei: la poesia diventata inno alla Resistenza
Via Polenghi Lombardo – Spazio Tiziano Zalli, Lodi
Orari di apertura della sala:
giovedì e venerdì 16.00-19.00;
sabato e domenica 10.00-13.00 e 16:00-19:00
dal 28 luglio al 3 settembre solo su prenotazione al n. 338 9461551 o al n. 349 6103723
INGRESSO LIBERO (fino a 30 minuti prima dell’orario di chiusura)
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