Chi era Antonio Ligabue? La sua vita tra arte e dolore
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La sua biografia, in breve
Antonio Ligabue nasce a Zurigo nel 1899, da una madre italiana emigrata in Svizzera e da padre ignoto. Dopo la morte dei suoi tre fratellini, viene affidato a una famiglia svizzera, con cui non avrà un rapporto sereno. Cresce in un ambiente difficile, segnato da povertà , discriminazioni e fragilità psichiche. A scuola è deriso, e la sua diversità non trova comprensione.
Nel 1919 viene espulso dalla Svizzera per motivi comportamentali e mandato in Italia, nel paese d'origine della madre: Gualtieri, nella bassa padana. Lì non ha legami, né accoglienza. Vive come un emarginato, tra baracche e fiume, spesso sfamato dalla carità . I suoi disturbi – oggi riconducibili a un disturbo dello spettro autistico con tratti psicotici – lo rendono 'strano' agli occhi delle persone. Ma è anche in quegli anni di isolamento che Antonio inizia a dipingere, a scolpire, e a osservare il mondo animale.
Solo negli anni Cinquanta, grazie all’interessamento di critica e gallerie d'arte, Ligabue inizia a essere conosciuto, anche se non comprenderà mai pienamente la portata del suo successo. Morirà nel 1965, a 66 anni, dopo aver lasciato un’eredità artistica straordinaria.
Com’era la vita all’epoca di Ligabue
Ligabue viene ricoverato più volte in manicomio, ma la sua sofferenza non è mai ascoltata, solo contenuta. “El Tudesc”, come lo chiama la gente, "non aveva un lavoro, non aveva una moglie, non pagava la tassa sul celibato, non contributiva in nessun modo alla crescita dell'Italia fascista" era considerato uno di troppo. In un’epoca in cui le diagnosi erano sentenze sociali e l’arte non era vista come una possibilità , lui riesce però a trasformare il dolore in creazione.
L’urlo di un artista
Ma quei due ridono di lui. Lo umiliano, lo ridicolizzano. E quello sguardo pieno di speranza si trasforma. Prima nella vergogna, poi nella furia. Ligabue prende il quadro e lo distrugge, lo calpesta, lo scaglia in aria davanti ai passanti attoniti. È una scena dura, lancinante, che mostra tutta la sua fragilità e l’ingiustizia dell’emarginazione di chi ha una patologia mentale.
Il bisogno di riconoscimento
Determinanti i ruoli femminili
Arte outsider: il valore della voce non addomesticata
Il vero naif, di Raffaele Andreassi, Odeon, 1977
“Io sono un grande pittore”(Antonio Ligabue, intervista del 1962)
Per approfondire
Puoi vedere il film del 2020 'Volevo nascondermi' su 👉Raiplay
Sempre su Raiplay puoi vedere 👉'Ligabue', lo sceneggiato del 1977, in 3 puntate, interpretato da Flavio Bucci
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