Tutto parte da un episodio che ho vissuto in prima persona in cui una delle leggende della fotografia, Paola Agosti, fotografa di fama internazionale, che a Lodi, lo scorso ottobre,ha presentato il proprio libro di memorie al festival della fotografia etica. Ebbene, durante questo appuntamento importante per la fotografia, proprio chi avrebbe dovuto introdurre l'iniziativa al pubblico ne ignorava il nome...
Ma com'è possibile, ho pensato.
(Di questo episodio ne ho scritto nell'articolo dedicato al mio incontro con Agosti "Paola Agosti, fotografa")
Fotografe ignorate
Si è tenuta qualche settimana fa una iniziativa che riguarda la storia di Lodi, raccontata attraverso vari archivi di foto del territorio che cambia. Sicuramente è un patrimonio fotografico che va conservato, condiviso, valorizzato, ok va benissimo, sono assolutamente d'accordo!
Però, i fotografi menzionati dai cui archivi si vorrebbe attingere sono TUTTI uomini. (Oltre che i relatori dell'iniziativa).
E le donne?
Non posso credere che non esista neanche una donna nel lodigiano che in questi anni non abbia tenuto traccia dei cambiamenti del territorio con le proprie immagini. So, per esperienza diretta, che le donne non amano porsi in primo piano.
Ma in questo articolo pubblicato su un noto quotidiano lodigiano non è stato accennato neanche un nome femminile e neanche che qualcuna sia stata interpellata per fare una minima ricerca a tal proposito.
Una semplice ricerca
Nessuno di questi uomini colti, che ne sanno tanto di fotografia e che avranno sicuramente molte conoscenze si è preoccupato di fare una ricerca tra le fotografe che potrebbero avere un archivio storico di scatti del lodigiano?
Una ricerca, per esempio, fatta con una open call per fotografe lodigiane. O una semplicissima ricerca tra le loro ampie conoscenze.
Ci vuole volontÃ
Le mie relazioni con persone che fanno parte del mondo fotografico lodigiano non sono vaste, ma mi è bastato riflettere un attimo per pensare subito aFranchina Tresoldi, nota artista e artigiana di Lodi.
Franchina ha costruito un intero lavoro con la composizione delle proprie foto scattate a Lodi nel giro di numerosi decenni.
Foto inedite, storiche, scattate dalla cima dei campanili delle chiese di Lodi con la sua fidata Nikon e il suo personale sguardo fotografico, che Tresoldi ha ricostruito in modo creativo, per poi trasformarle in delle acqueforti originali.
***
Ho pensato anche alla fotografa Patrizia Feregalli, che ho conosciuto recentemente.
Patrizia mi ha rivelato di possedere un buon archivio di foto del lodigiano.
Non mi sembra una ricerca così complicata.
Foto e paritÃ
La parità di genere deve essere contemplata in ogni campo, anche nella fotografia, soprattutto se si tratta di storia del territorio.
"Rimasta a lungo nell'ombra del più noto fidanzato Robert Capa e relegata al ruolo di sua compagna (e in qualche cronaca anche di moglie), dalla metà degli anni 1990 Gerda Taro è oggetto di interesse storico per il suo ruolo di giovanissima donna contro-corrente, rivoluzionaria militante sino al sacrificio massimo e protagonista della storia della fotografia e della resistenza al fascismo" Fonte: Wikipedia
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001
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Domenica 17 dicembre 2023. L'uscita insieme alle amiche/sorelle nel centro di Lodi. Un breve racconto di alcuni incontri durante la ricerca di acquisti solidali.
Dolci per la Palestina
Tramite le associazioni Rumorossə e Antifa ho avuto notizia di una iniziativa di solidarietà verso la popolazione palestinese a Gaza dilaniata in questo periodo da una guerra atroce.
Si tratta dell'impegno di alcune donne di Lodi che hanno hanno messo a disposizione il proprio tempo, la sapienza culinaria, l'affetto per una popolazione in grave difficoltà .
Il tutto per offrire a noi che viviamo in un paese in pace, dei deliziosi dolci tipici del loro territorio in cambio di un'offerta che andrà in aiuto a Gaza.
"In questo momento la Striscia di Gaza sta attraversando la crisi umanitaria più grave e urgente dai tempi della Nakba, la grande Catastrofe del 1948, che vide l’esodo di circa 700mila palestinesi. I recenti attacchi da parte israeliana hanno causato la morte di migliaia di civili e lo sfollamento interno di centinaia di famiglie. La popolazione locale, composta per più di metà da bambin* e minori, sta soffrendo in modo inimmaginabile. La situazione è critica ed in continuo peggioramento, con l’abbattimento di interi quartieri e campi profugh*"
In questo piccolo gazebo allestito in Piazza San Lorenzo a Lodi ho respirato l'entusiasmo di queste donne, l'orgoglio di poter donare qualcosa fatto con le loro mani in cambio di un gesto di solidarietà .
In via Fanfulla, ho visitato il mercato fuoriluogo.
Varia e abbondante l'offerta di merce in vendita offerta dalle varie associazioni benefiche che operano sul territorio. Tra cui le associazioni Pierre, Alis, Amici di Serena, Amici di Marajo, Leyla, MLFM, Coged, Adica, Albi, Il Pellicano, Mikuabo.
Matita e Nuvole ODV
Ho scoperto far parte dell'associazione Matita e Nuvole una vecchia conoscenza: per caso, salendo le scale del luogo dove sono raccolti i banchetti del mercatino fuoriluogo, ho ritrovato Coffi.
Ho scoperto anche l'associazione Matita e Nuvole ODV di cui Coffi fa parte, che si prefigge una nobile ambizione, quella di "aiutare sostenendo i cervelli del futuro" e impegnandosi nella lotta della "vidomegon" (VI=bambina/o DOMEGON= affidamento ad altro), ben noto nel Benin in cui i figli/e di famiglie povere vengono affidati ad altre famiglie con la promessa di farli studiare, ma spesso la promessa non viene mantenuta e queste bambine e bambini vengono invece sfruttati per lavorare.
Matita e Nuvole ODV interviene nell'educazione di queste bambine/i in Benin, organizzando doposcuola, coprendo i costi della loro istruzione con materiale didattico, per la sensibilizzazione dell'istruzione, la costruzione di una biblioteca, il recupero di bambine/i non scolarizzati.
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Nelle vie della mia città ha sfilato un gran numero di persone sensibili a questo tema importante, come deve essere il contrasto alla violenza di genere, oggi ancora presente malgrado la sensibilizzazione che viene realizzata in ogni modo possibile, da anni.
L'urlo collettivo contro la violenza
I cori nelle vie di Lodi:
"L’uomo violento non è malato è figlio sano del patriarcato"
"Siamo la luna che cambia le maree, cambieremo il mondo con le nostre idee"
"Al maschio lo diciamo con la resistenza, non si chiama amore la tua violenza"
"Ma che diffamazione? ma che reato? la lotta delle donne distrugge il patriarcato"
"Insieme siam partite insieme torneremo non una non una non una di meno!"
Un dolore vivo
L'emozione ha preso il sopravvento quando in Corso Roma è stata fatta sentire la voce di Elena la sorella di Giulia Cecchettin, vittima di femminicidio solo pochi giorni fa.
Per Giulia BRUCIATE TUTTO
Il seguente video, pubblicato sul canale YouTube di Snoq Lodi, riporta le parole piene di dolore e rabbia di Elena Cecchettin, a pochi giorni dopo il ritrovamento del corpo senza vita della sorella Giulia, 22 anni, vittima di femminicidio da parte dell'ex, che dopo averla uccisa e gettata in un dirupo è fuggito in Germania, poi ritrovato e consegnato alla giustizia italiana.
Sono parole importanti quelle di Elena, che sottolineano quanto sia importante eliminare la cultura patriarcale che permea la società italiana (e non solo) che considera le donne come oggetti di proprietà .
Filippo, l'assassino di Giulia, "non è un mostro ma un figlio sano del patriarcato della nostra società pregna della cultura dello stupro" che fa parte di quegli atteggiamenti che tendono a giustificare e a normalizzare la violenza sessuale subita dalle donne, la colpevolizzazione della vittime e lo slut shaming(in italiano umiliazione da sgualdrina o anche stigma della puttana).
La presa di coscienza
Elena sostiene, con forza, che un peso così importante non può essere caricato esclusivamente sulle spalle delle donne, ma sono gli uomini che devono prenderne coscienza,e che "anche chi non ha mai fatto niente, anche chi non ha mai torto un capello" deve controllare, richiamare gli altri uomini nel momento in cui si accorge che non viene rispettata una donna in quanto donna, e prendendo come esempio il cat calling (no, non sono apprezzamenti galanti!): la molestia maschile (offensiva e minacciosa e insopportabile) che consiste nell'espressione verbale e gestuale di apprezzamento di natura sessuale rivolto in modo esplicito e volgare, a una donna incontrata per strada o in un luogo pubblico.
Proprio gli uomini in prima persona quindi devono essere ostili ai comportamenti sessisti e patriarcali che sono il preludio della violenza e del femminicidio.
Parole costruttive da diffondere, da far ascoltare a uomini e donne, ragazzi e ragazze, che smuovono l'anima e colpiscono direttamente al cuore.
Di Giulia Cecchettin è stato pubblicato un messaggio vocale in cui confidava di non riuscire più a sopportare Filippo e i suoi ricatti, dei suoi sensi di colpa, e della paura che lui potesse uccidersi.
Questo è il messaggio in cui Giulia chiedeva l'aiuto che nessunə ha riconosciuto.
Una frequenza spaventosa
Ifemminicidisono sempre più frequenti, la strage delle donne continua con una frequenza spaventosa, quasi all'ordine del giorno. E in questi anni l'impressione è che non si sia fatto nessun passo in avanti.
Io non ho la soluzione.
Ma insieme ad altre persone posso portare avanti il grido, la richiesta accorata di una svolta da parte delle istituzioni, di chi educa ragazzi e ragazze, delle famiglie.
Posso coinvolgere chi conosco, ragionando, con chi ha la volontà di ascoltare, sul fatto che che è una rivoluzione che bisogna attuare insieme, donne e uomini.
Partecipando a conversazioni sui ruoli di genere e sfidando le caratteristiche tradizionali assegnate a uomini e donne.
Incoraggiando una cultura dell'accettazione e dell'accoglienza.
Ascoltando chi ne sa più di me su questo argomento e chi, in difficoltà , vuole essere ascoltata.
Riconoscendo i segnali di abuso.
Denunciando e invitando a denunciare situazioni a rischio e di violenza effettiva a chi è competente in questo tipo di materia (Forze dell'ordine, Centri antiviolenza, il numero antiviolenza 1522 gratuito 24/24,
Esiste anche l'App 1522 che consente alle donne di chattare con le operatrici.
Il segnale silenzioso per chiedere aiuto contro la violenza, è servito proprio qualche giorno fa a una ragazza per farsi aiutare, in un attimo di distrazione del suo carnefice.
Recentissima la notizia di una ragazza di 23 anni di Erba che è stata ustionata al volto con l'acido dall’ex compagno.
Non vogliamo più sentire storie di nuove violenze contro le donne!!
Fatela finita, ADESSO!
La Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne
"L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne il 17 dicembre 1999 attraverso la risoluzione 54/134. La ricorrenza viene celebrata il 25 novembre di ogni anno. Questa data non è casuale ma segna un brutale assassinio avvenuto nel 1960, nella Repubblica Dominicana, dove le tre sorelle Aida Patria Mercedes, Maria Argentina Minerva, Antonia Maria Teresa Mirabal,considerate rivoluzionarie, vennero prese in un’imboscata da agenti del servizio segreto militare, torturate e uccise. La militanza politica delle tre sorelle Mariposas era iniziata quando Minerva, la più intellettuale delle tre, il 13 ottobre 1949, durante la festa di san Cristobal, organizzata dal dittatore per la società più ricca di Moca e Salcedo, aveva osato sfidarlo apertamente sostenendo le proprie idee politiche".
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