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giovedì 4 aprile 2024

Fotografe - Claudia Gallotta | Slow Milan

 Fotografe - Claudia Gallotta | Slow Milan

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La mostra fotografica "Slow Milan" esposta dalla fotografa lodigiana Claudia Gallotta, dal 4 aprile al 4 maggio 2024 al Victory Bar Caffetteria, è un progetto di Street Photography che rappresenta una Milano "Slow", lenta. 
Claudia, insegnante, appassionata di fotografia e socia del gruppo fotografico “Progetto Immagine” di Lodi, con questi suoi scatti, vuole far emergere il contrasto tra la velocità, la frenesia sociale/lavorativa che caratterizza abitualmente la città di Milano con un aspetto più lento, quindi più rilassato che il suo 'Sguardo' ha notato transitando in Piazza Tre Torri e nelle immediate adiacenze.

Questo progetto fotografico è stato esposto anche nell’ambito del Circuito Off del Festival della Fotografia Etica, edizione 2023.


Victory Bar Caffetteria, Via Borgo Adda 96, Lodi.

Lun - Ven 8:00 - 16:30  Sab - Dom 8:00 - 11:30


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mercoledì 3 aprile 2024

La Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo | LoSguardoDiGiulia

La Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo 

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Il 2 Aprile 2024 sono ritornata, questa volta invitata, a osservare la mostra fotografica itinerante 'Aut(o)Scatto'.

Realizzata nel 2023, da ragazze e ragazzi della Cooperativa Sociale Eureka, ed esposta al Tulipaneto di Lodi, uno spazio all'aperto in zona Cascina Zumala in cui si trova un grande, bellissimo campo di tulipani.

L'empatia


Sono particolarmente affezionata a questa mostra fotografica perché, dopo averla scoperta alla sua prima esposizione, di cui ho scritto nell'articolo del 2023 Aut(O)Scatto e LoSguardoDiGiuliaho compreso qualcosa in più sul disturbo dello spettro autistico di cui avevo solo poche informazioni, sono così entrata in una sorta di empatia con queste persone che hanno saputo esprimere i propri disagi e sentimenti attraverso delle immagini.

Mettersi in gioco

La forza di queste persone, apparentemente fragili, di essersi messe in gioco, presentare il loro lavoro esponendosi di fronte alle varie persone che erano presenti a questa iniziativa, rende l'idea di quanto siano tenaci!





Il potere della fotografia


La fotografia è meravigliosa perché ha il potere spiegare gli stati d'animo e i sentimenti arrivando a tutti i livelli di conoscenza senza bisogno di troppe parole. Chiunque può tradurre i propri sentimenti in immagini, far vedere alle altre persone come vive una certa situazione che per la maggior parte della gente può sembrare priva di importanza ma, esposta in questo modo del tutto personale, svela una situazione inaspettata e illuminante. 

Il 2 aprile 2024 è stata una giornata straordinaria, piena di sole, dedicata alla consapevolezza sull'autismo e alla gioia della condivisione con i "Sassisorriso" di Silvia Sanpellegrini, laboratori creativi, la caccia al tesoro e una sessione di Yoga della risata con Luisa Bava.


La Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo (WAAD, World Autism Awareness Day) istituita nel 2007 dall’Assemblea Generale dell’ONU. La ricorrenza richiama l’attenzione di tutti sui diritti delle persone nello spettro autistico.

I disturbi dello spettro autistico (Autism Spectrum Disorders, ASD) sono un insieme eterogeneo di disturbi del neurosviluppo caratterizzati da una compromissione qualitativa nelle aree dell’interazione sociale e della comunicazione, e da modelli ripetitivi e stereotipati di comportamento, interessi e attività. I sintomi e la loro severità possono manifestarsi in modo differente da persona a persona, conseguentemente i bisogni specifici e la necessità di sostegno sono variabili e possono mutare nel tempo.

 

Un alieno precipitato sul Pianeta Terra

Mi è piaciuto, e ne consiglio l'ascolto, questo 'audiodocumentario fantascientifico' su Rai PlaySound 👉 Alias. Cronache dal pianeta Asperger  che racconta i tre mesi di stage di Giovanni, durante i quali si chiede se la sua diversità, la sindrome di Asperger, lo costringerà a sentirsi un 'alieno' precipitato per caso sul Pianeta Terra. La sindrome di Asperger è una forma particolare di autismo, caratterizzata da ridotte capacità comunicative e di socializzazione.


A presto!!

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martedì 12 marzo 2024

Lisetta Carmi - Fotografe | LoSguardoDiGiulia

Lisetta Carmi - Fotografe | LoSguardoDiGiulia

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Leggere la biografia della fotografa Lisetta Carmi nel libro "Le cinque vite di Lisetta Carmi" di Giovanna Calvenzi è stata un'entusiasmante immersione nell'esistenza di una donna che si è lasciata guidare dall'istinto, sensibile alle fragilità umane, impegnata nel sociale e curiosa come solo le persone intelligenti sanno essere, che ha passato 18 anni a fotografare le 'anime' della gente, viaggiando e raccontando il mondo con i suoi scatti.

Il pianoforte 

Da bambina Lisetta viene esclusa dalla scuola a causa delle leggi razziali del 1938, nata in una famiglia ebrea e costretta in questa situazione che le lascia solamente la possibilità di studiare a casa. Il pianoforte, che aveva cominciato a studiare a 10 anni, diventa la sua unica compagnia. Successivamente, dopo aver avuto la notizia di una retata alla sinagoga di Genova, l'intera famiglia Carmi fugge dall'Italia e si rifugia in Svizzera, dove viene prima internata in un campo di raccolta a Losanna, per poi raggiungere Zurigo dove Lisetta può continuare gli studi al conservatorio. Solo nel 1945, a guerra finita, Lisetta ritorna in Italia e scopre quello che è successo durante la sua assenza, le persecuzioni, i campi di sterminio, le imprese partigiane.

Il successo

Lisetta, dopo essersi diplomata in pianoforte a Genova, ottiene successo nei concerti a livello internazionale. La sua vita è centrata sulla musica, ma il suo interesse per la letteratura sulla Resistenza, Olocausto e nazismo la porta a vivere in Israele. Tuttavia, sperimenta un inaspettato razzismo e decide di tornare in Italia, continuando la sua carriera musicale nel mondo. Nel 1960, interrompe la sua attività per unirsi a uno sciopero portuale a Genova, dimostrando il suo impegno per la giustizia e l'uguaglianza contro il congresso del Movimento Sociale Italiano. Nonostante le restrizioni, la sua determinazione a sostenere la causa la porta a rinunciare alla musica.

La fotografia

Lisetta, durante un viaggio in Puglia, con una semplice macchinetta Agfa Silette cattura impressioni senza preoccuparsi degli aspetti tecnici. Al ritorno a Genova, lo sviluppo delle foto suscita stupore per la freschezza, paragonandole persino alle opere di Cartier-Bresson. Questi elogi la spingono a intraprendere la carriera di fotografa. Apprende l'arte della stampa in camera oscura a Berna da un amico fotografo, sviluppando un approccio unico basato su brevi storie di immagini anziché sulla perfezione tecnica. Il suo insegnamento principale è guardare oltre il soggetto prima di scattare. Questo principio diventa la guida fondamentale della sua vita da fotografa, definendo uno stile e una prospettiva unica nel narrare storie attraverso la fotografia.

La forza divina 

La passione per la fotografia diventa la nuova guida nella vita di Lisetta Carmi, rimpiazzando gli anni dedicati allo studio del pianoforte. Diventa fotografa nel 1972, lavorando al Teatro Duse e per il Comune di Genova. Indipendente e coraggiosa, esplora vari ambienti, raccontando storie attraverso le sue immagini, compresi luoghi insoliti come ospedali e fogne. Lisetta afferma di essere stata guidata da una 'forza divina' in questa nuova direzione. Grazia Neri, dell'agenzia fotografica milanese, la ricorda come una donna colta e ribelle. La sua carriera si distingue per la forte individualità e la continua esplorazione creativa, evidenziata dalla sperimentazione con i negativi nell'interpretazione del 'Quaderno musicale di Annalibera' di Dallapiccola, pubblicato nel 2005 insieme alla poesia di Giuliano Scabia.

I camalli 

Nel 1964, Lisetta Carmi fotografa il porto di Genova, concentrando la sua attenzione sui camalli, i lavoratori portuali, vittime di condizioni terribili e sfruttamento. Ne diventa testimone e denuncia la loro difficile situazione. I lavoratori la definiscono come colei che "fotografa le formiche", sintetizzando il tema delle sue foto che evidenziano le dure condizioni di vita e lavoro dei camalli. Le immagini diventano oggetto di una mostra patrocinata da FILP-CGIL e dalla Società di Cultura di Genova, successivamente itinerante anche in Unione Sovietica. Il lavoro di Lisetta non solo documenta la difficile realtà sociale, ma sensibilizza il pubblico e contribuisce a una denuncia attraverso la potenza delle sue immagini.

Erotismo e autoritarismo a Staglieno

Nello stesso periodo, Lisetta Carmi fotografa il cimitero monumentale di Staglieno, concentrandosi sulla galleria di tombe antiche di famiglie facoltose di Genova. Le sculture raffigurano volti e abitudini familiari, con "bambini vestiti da marinaretti, signori baffuti con donne nude, mogli appese al braccio del marito". Sebbene provi disgusto per molte di queste rappresentazioni, associate a un'immagine di donna timorosa e sottomessa, e a una borghesia conformista e sessualmente repressa, Lisetta ammira coloro che progettarono la propria tomba mentre erano ancora in vita. Le sue fotografie vengono pubblicate su 'Du', una rivista svizzera, e su 'Bolaffi Arte' in Italia nel 1975. Attraverso il suo lavoro, Lisetta Carmi offre una visione critica e provocatoria delle rappresentazioni culturali e sociali presenti nel cimitero monumentale di Staglieno, stimolando la riflessione sulla società e sui suoi valori impliciti.

I travestiti

A Genova, alla fine del 1965, Lisetta Carmi entra in contatto con l'ambiente del travestitismo. Guidata dalla sua curiosità, inizia a documentare questa realtà con immagini e interviste, che si sviluppano in un libro nel corso di sei anni. Nonostante il clima libertario dei primi anni settanta, la pubblicazione del libro risulta difficile.

Nel frattempo, Lisetta intraprende viaggi in Venezuela, Colombia e Messico, documentando storie e la sua esperienza di viaggio e la capacità di catturare le sfumature umane attraverso la fotografia diventano elementi centrali del suo impegno documentaristico e della sua esplorazione delle diverse realtà sociali.

Incontri e nuove esperienze 

Nel biennio 1965/66, Lisetta Carmi documenta storie di individui in cerca di libertà, come Bernard De Vriescapo dei provos olandesi, provocando una riflessione nelle "coscienze addormentate della ricchezza". Fotografa intensamente la metropolitana di Parigi, catturando la folla, gli incontri, i poveri, le architetture e le scritte politiche. Le immagini vincono il Premio per la Cultura della Fotografia e ricevono l'elogio della Popular Photography Italiana nel 1966. Realizza un reportage in un campo profughi a Gaza e crea una serie di foto del poeta Ezra Pound, ottenendo il premio Niépce per l'Italia considerato uno dei momenti più significativi nella storia della fotografia italiana per il loro intenso significato e la drammaticità del momento. Documenta l'alluvione del 1966 a Firenze, immergendosi nelle strade colpite dal fango con empatia. Nel 1970, viaggia in Oriente con Mauro Gasperini, finanziando il viaggio con la vendita del suo pianoforte. La sua vita è caratterizzata dall'impegno nel comprendere le realtà umane e sociali. Nel 1976, realizza 'Acque di Sicilia' per la Dalmine, segnando il suo ultimo lavoro significativo come fotografa e dimostrando la sua maturità espressiva.

La ricerca della verità

Nell'intervista del 1990 scritta per la ricerca della tesi di laurea di Patrizia Pentassuglia che viene ripubblicata in questo libro biografico traspare la chiarezza di pensiero di Lisetta e quanto le sue risposte siano attuali.

Babaji Herakhan Baba

Nella sua 'terza vita' Lisetta incontra Babaji Herakhan Baba in India, ne rimane estasiata, diventa quindi seguace del guru indiano seguendone gli insegnamenti. Crea un centro spirituale a Cisternino dove abita e lavora, che diviene in seguito fondazione, fonda la pubblicazione semestrale de La Voce di Cisternino e la costruzione di un tempio, il DhuniLa quarta vita di Lisetta è il ritorno alla musica che aveva abbandonato anni prima per la fotografia che però non ha mai lasciato veramente, anche nel periodo spirituale. La quinta, breve, preziosa e ultima vita di Lisetta è stata definita liberatoria. Questo è il tempo che dedica a raccontare alle nuove generazioni e ai media del suo percorso fotografico e delle sue tante vite.

Nel libro si trovano anche numerosi racconti di persone che hanno frequentato Lisetta Carmi.

Conclusioni

Ovviamente non è tutto qui, questo è solo un breve riassunto che ho scritto per tenere a mente e
imparare dalla vita di una fotografa sensibile e capace, che ha avuto la possibilità di creare un portfolio eccezionale, ha fatto incontri con personaggi storici e persone normali che sono diventate protagoniste del loro tempo. La vita di Lisetta Carmi è stata talmente intensa che per scoprirla questo mio riassunto non è sufficiente, e neanche sfogliare un solo libro. Ci sono molte pubblicazioni che riguardano la fotografia e la vita di Lisetta Carmi che cercherò in futuro e che nutriranno il mio bisogno di approfondire le storie delle donne che hanno fatto la storia della fotografia. Al termine della lettura del libro "Le cinque vite di Lisetta Carmi" troverai una ricca bibliografia per conoscerne meglio l'opera e, all'interno, numerose foto di Lisetta.

Lisetta Carmi. Genova, 15 febbraio 1924 - Cisternino, 5 luglio 2022

Per saperne di più:

👉Lisetta Carmi - ho fotografato per capire 

👉Lisetta Carmi, un'anima in cammino


"Accade solo ciò che deve accadere" Chao-Hsiu Chen 

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sabato 24 febbraio 2024

Arte - L'immagine della materia | LoSguardoDiGiulia

Arte - L'immagine della materia | LoSguardoDiGiulia 

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23 febbraio - 17 marzo 2024

Sono stata all'inaugurazione (vernissage) e al finissage della mostra antologica di Franco De Bernardi a Bipielle Arte Lodi "L'immagine della materia". Ed è stato un vero piacere per gli occhi per chi, come me, ama immaginare mondi surreali attraverso visioni enigmatiche...

Di seguito una serie di foto e descrizioni dei due appuntamenti cui ho avuto il piacere di partecipare.

Opere metaforiche

La mostra di De Bernardi è stata introdotta il 23 febbraio 2024 dalla la curatrice Marina Arensi, la quale ha sostenuto che le opere che avremo osservato a breve avrebbero catturato il nostro Sguardo perché in grado di distinguersi da ogni opera già vista. 



Sessant'anni di ricerca

De Bernardi ha lavorato su una tecnica originale messa a punto in ben 60 anni di ricerca, e le opere visibili in questa mostra sono quelle realizzate tra il 1994 e il 2023.

La trama organica

Per apprezzare questa forma d'arte è necessario avvicinarsi al suo pensiero, oltre che fisicamente alle opere stesse, per capire e scoprire un mondo che non è mai uguale perché ogni opera ha una  forma diversa, che si presenta con una trama organica stratificata e sembra provenire da spazi e pianeti lontani.



L'alchimista

L'arte visionaria di De Bernardi è realizzata con il colore, mescolato con colla, sale, e altri materiali una sorta di lavoro da alchimista che solo lui conosce, che crea contrasti di luci e ombre, di colori puri e sovrapposti.




Una ricerca continua

I cicli della ricerca di De Bernardi sono divisi in diverse sezioni: Vetro, Ricerca, Vibrazioni, Estremo, Etereo, Pragma, Pellicole, Cartaceo. E alla fine dell'esposizione delle opere si può osservare una sezione di libri d'artista visibile attraverso il vetro di una piccola teca.



Franco De Bernardi, classe 1941, artista riconosciuto a livello internazionale, ha iniziato il suo percorso alla fine degli anni sessanta.


«Franco De Bernardi dialoga con la memoria e con il tempo, fermato nel momento in cui trascina bagliori di vita, come frame che attraversano lo sguardo o la mente. Dal bisogno di fermarne l’essenza, e considerando la presente come una delle possibili letture della sua ricerca, nasce ciascuna delle opere di questa mostra: un doveroso omaggio alla lunga e coerente percorrenza nell’arte di uno degli autori qualitativamente più interessanti del territorio. 
De Bernardi cerca nella materia la memoria di passaggi avvenuti, e alla materia affida la propria memoria, nella fusione tra personale e universale che tende, come tutta l’arte, a decifrare il mistero delle cose. Una fusione che avviene tra la sostanza dei supporti, costituenti già un primo livello di pittura siano essi vetro, legno bilaminato, carta, cartafeltro o carta alluminata, e il colore che vi si deposita: spesso colore ad acqua, acrilico e tempera, che meglio può mescolarsi con la materia-sfondo, per far nascere il risultato espressivo… Sessant’anni di prove, sperimentazioni, esercizio e scandagli di assoluta serietà e originalità, in territori impervi per tecniche e pensiero, hanno portato agli straordinari risultati visibili in sala. Un percorso scandito per cicli, dai quali scaturiscono ogni volta nuovi e imprevedibili assetti: “Ricerca”, “Vibrazioni”, “Estremo”, “Etereo”, “Pragma” e “Cartaceo”, insieme ai “Vetri” che costituiscono l’ossatura portante della mostra, e ai “libri d’artista”. Un procedere nel quale la forza visionaria e il carattere meditativo della pittura di De Bernardi, mai priva di razionalità, accompagnano un’intima contemplazione interiore» Marina Arensi

 

Il finissage

Mi ero ripromessa di tornare ad ammirare la mostra di De Bernardi, e così è stato, per poter avere la possibilità di sentire direttamente dalla voce dell'autore quale è stato il procedimento, il ragionamento, che lo ha portato a creare delle opere così particolari. 
I materiali hanno avuto un ruolo predominante nella creazione, le stratificazioni di ingredienti inusuali per la pittura mescolati insieme a colori ad acqua, acrilici o altri, stesi su molteplici tipi di supporto hanno rivelato un risultato curioso e denso di significato sia per l'artista stesso, descritto nel titolo delle opere, che per chi le osserva.

Per me è stato particolarmente divertente ri - osservare i quadri di De Bernardi e immaginare in esse paesaggi naturali, riprese da satellite, ingrandimenti da microscopio, viste lunari... Sembrano proprio essere state create apposta per far volare la fantasia e per stimolare la curiosità di chi le guarda.

Franchina Tresoldi e Franco De Bernardi

Al finissage, che si è tenuto domenica 17 marzo, ho partecipato insieme a due amiche, Franchina Tresoldi e Tania Fasano, le quali hanno ammirato, anche loro con stupore, il lavoro di De Bernardi. 

Tania Fasano


Un ringraziamento particolare alla curatrice della mostra, Marina Arensi

che, con entusiasmo, mi ha suggerito la visita a "L'immagine della materia"  di Franco De Bernardi.







 BIPIELLE ARTE
Via Polenghi Lombardo, Spazio Tiziano Zalli

ORARI
GIOVEDÍ E VENERDÍ DALLE 16 ALLE 19
SABATO E DOMENICA
DALLE 10 ALLE 13 E DALLE 16 ALLE 19



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sabato 17 febbraio 2024

Dare la vita, il reading dedicato a Michela Murgia |LoSguardoDiGiulia

Purple Square, un reading dedicato a Michela Murgia 

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Il primo incontro, organizzato dal movimento Purple Square Lodi e Cremona, a cui ho presenziato e che mi ha fatto provare una moltitudine di sentimenti.
Il fotoreportage.



Assistere 

alla lettura di alcuni brani dagli scritti di Michela Murgia, tra i quali il libro postumo e di recente uscita "Dare la vita", "Tre ciotole", "Accabadora". 




Ascoltare

la voce di Michela Murgia,
 le parole potenti di una scrittrice che si è battuta per le sue idee e lo ha fatto attraverso la parola e la scrittura, che in questa serata a lei dedicata risuonano nell'antica sala affrescata, all’interno del Centro Culturale Sant’Agostino di Crema, sede di un antico convento. 


Apprezzare

la presenza e i discorsi appassionati, densi di significato della saggista, 
filosofa, scrittrice Maura Gangitano di Tlon, donna colta dall'eloquio fluente e cristallino 


intervistata in modo brillante dalla giornalista Raffaella Ciceri, in una serata organizzata in un luogo spettacolare nel centro storico di Crema, il museo civico nella sala Pietro Da Cemmo. 


Riflettere

sulle moltitudini del nostro quotidiano e di come la collettività in cui viviamo, che si professa moderna, fatichi ad accettare la normalità delle differenze e i cambiamenti fisiologici della società. 
Sulla maternità, figli e figlie e famiglie d'anima, queerness e gestazione per altrə.


"Si può essere madri di figlie e figli che si scelgono, e che a loro volta ci hanno scelte? Si può costruire una famiglia senza vincoli di sangue?”
(Dare la vita, Michela Murgia)


Sorridere

al pensiero che gli uomini presenti a questa iniziativa siano stati invitati dalle proprie compagne, dicendo loro che ci sarebbe stato per tutt
ə qualcosa di interessante da imparare


Osservare

come fotografa esterna all'organizzazione, l'impegno, l'orgoglio, l'ansia, la felicità, i tanti sorrisi di un gruppo affiatato di persone che, impegnate da mesi nel raggiungimento di un obiettivo comune, sono riuscitə a organizzare una serata culturale coinvolgente e che ha fatto il tutto esaurito



Gioire

del tempo che è volato in quelle due ore, non solo per me ma per tutte le persone presenti che hanno riempito la sala oltre la capienza per tutto il tempo e senza andarsene in anticipo.
Sono davvero felice per il vostro successo Purple Squares! Ve ne auguro molti altri!






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giovedì 15 febbraio 2024

1BillionRising | LoSguardoDiGiulia

1BillionRising

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Dopo undici anni l'orgoglio e 
l'emozione di fotografare l'evento mondiale contro la violenza di genere One Billion Rising non si sono affievolite, ma sono diventate ancora più forti.





L'attesa

Vedere l'attesa trepidante di studenti che dopo aver passato i mesi precedenti a prepararsi a ballare, si ritrovano in piazza per il flash mob indossando le magliette donate da One Billion Rising Italia, abiti e accessori di colore nero e rosso ed esibirsi per pochi minuti.


L'impegno in piazza

Oltre che nel ballo le scuole hanno dimostrato il loro impegno portando in piazza Castello i manifesti contro la violenza di genere.
I cioccolatini del rispetto che contengono frasi contro la violenza preparati da studenti dell’Istituto Merli - Villa Igea e distribuiti insieme a
 piccoli stickers con loghi e slogan sul rispetto e cultura della parità prodotti da studenti del liceo Callisto Piazza.

Stare insieme dedicando tempo e impegno alla riflessione su
lla violenza di genere, un grave problema che non è soltanto italiano ma mondiale. (In questa foto Sylvie Kaminsky e Laura De Benedetti)
Ascoltare la voce incredibile di Clémentine Nantista, la rocker che è con noi già da qualche anno, e che ogni volta è in grado di emozionare cantando dal vivo il brano Break the chain.
Quest'anno ha partecipato a OBR anche il piccolo Ilario, figlio di 
Clémentine, che si è divertito tantissimo!
Le parole della Vicesindaca Laura Tagliaferri che si definisce "ottimista verso questa battaglia" perché ricorda che quando era studente non si parlava di violenza di genere, e che ultimamente sono proprio le ragazze e i ragazzi che si interrogano su questo tema.
La presidente del Centro Antiviolenza di Lodi Paola Metalla che auspica che nessuna abbia bisogno di rivolgersi al Centro, ma che se dovessero intuire una qualsiasi situazione di violenza saranno accolte da professioniste, nel completo anonimato.




Insieme per un obiettivo comune

Incontrare finalmente di persona Claudia, fotografa e amica "virtuale", e scoprire che è stata allieva di Danila Baldo, docente in pensione al Maffeo Vegio di Lodi, vicepresidente di Toponomastica femminile e attivista Snoq, che ha insegnato filosofia a circa tremila studenti nei suoi quarant'anni dedicati all'istruzione.




Una giornata speciale al One Billion Rising di Lodi

Sono felice di dare spazio nel mio blog condividendo alcune delle bellissime foto scattate dalla fotografa Claudia Gallotta. Resteranno qui con noi per quando vorremo ricordare una giornata speciale. 

Grazie Claudia!!




Il primo OBR 


Ricordo che è stato proprio durante il primo evento targato One Billon Rising del 2013 che è iniziata la mia collaborazione con il comitato Se Non Ora, Quando? Lodi - Snoq Lodi, nato soltanto l'anno precedente. 



Eravamo in poche attiviste nel 2013, ed io ero una fotografa molto insicura, ma nel contempo esaltata di poter far parte insieme a delle amiche allora sconosciute di un'esperienza davvero importante contro la violenza di genere.










La fine della violenza di genere

Appuntamento al prossimo One Billion Rising, con la speranza che non avremo più bisogno di manifestare contro la violenza di genere, ma saremo tutte e tutti in piazza per festeggiarne la fine.

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