venerdì 31 ottobre 2025

 Il tempo di uno sguardo

Il tempo di uno sguardo

Un libro trovato, un incontro inaspettato, un piccolo rito di restituzione.

Non avevo in programma di fermarmi, quel giorno. Il cortile del Circolo Cerri in Viale Pavia era immerso in una quiete luminosa, interrotta solo dal passaggio di qualche bicicletta.

Mi sono avvicinata alla piccola libreria del book crossing allestita dall'UniTre per caso, come si fa con i luoghi che sanno di casa e di curiosità. È un luogo a cui sono affezionata: proprio lì, qualche tempo fa, avevo esposto la mia mostra fotografica dedicata a Ettore ArchintiTornarci, anche solo per curiosare tra i libri, mi ha dato la sensazione di chiudere un cerchio — o forse di aprirne un altro.

Tra romanzi vissuti e manuali dimenticati, un titolo mi ha attirata: Il tempo di uno sguardo, di Paola Pellai (Edizioni GIV - 2016).

Una staffetta invisibile

Si trattava di un libro fotografico, ma quando l’ho aperto ho capito che c’era dentro qualcosa di più: una dedica scritta a mano — “a Elisa” — firmata dall’autrice. E poi una cartolina rossa con scritto "Grazie, Paola", nascosta tra le pagine, con la foto di due colombe bianche su un ramo. Quel piccolo segno mi è sembrato un messaggio lasciato apposta per chi lo avrebbe trovato dopo, come una staffetta invisibile di sguardi.

Lina Wertmüller

La prefazione di Lina Wertmüller annunciava già il tono del libro: uno sguardo attento, ironico, profondamente umano. Sfogliando, ho scoperto che ogni pagina è un incontro — volti, gesti, frammenti di vita che Paola ha raccolto nei suoi viaggi.

Foto di Paola Pellai

Ma Il tempo di uno sguardo è anche, e forse soprattutto, il racconto di una giornata: dalle prime luci delle 7 del mattino tra le Dolomiti fino alla luna piena di Otranto, alle 24. Un percorso che attraversa non solo l’Italia, ma anche l’Europa e il Mediterraneo: dal Nord al Marocco, passando per Malta, Maiorca e piccole isole dove il tempo sembra davvero rallentare. Un viaggio geografico e umano, in cui il paesaggio si intreccia ai volti e alle storie delle persone incontrate lungo la strada.

Un nuovo sguardo

Seduta al tavolino dell’Unitre, tra le sedie che invitano a restare, ho pensato che quel libro, arrivato lì chissà come, era già parte di una nuova storia, di un nuovo sguardo: il mio, quello di chi lo aveva donato, e forse anche quello di Elisa che aveva avuto tra le mani quello stesso libro dal 2016. Più guardavo le fotografie, più sentivo che Il tempo di uno sguardo non parlava solo delle persone ritratte, ma soprattutto di chi le osserva.

C’è sempre un momento, brevissimo, in cui il mondo si lascia vedere. È quell’attimo che chi fotografa cerca da sempre: lo spazio sospeso tra il gesto e la memoria. Paola Pellai lo racconta con delicatezza, senza mai rubare, senza mai forzare. Le sue immagini sembrano nate dall’ascolto, non dal possesso. E questa, forse, è la differenza tra guardare e vedere.

Sfogliare il suo libro in quel cortile, dove i libri passano di mano in mano e si lasciano dietro tracce di vita, mi ha fatto pensare che anche la fotografia dopotutto, come i libri, è una forma di book crossing: uno scambio silenzioso di esperienze, emozioni e prospettive. Chi scatta offre un frammento del proprio tempo, chi guarda lo accoglie e lo trasforma.

Post Scriptum – Uno sguardo che torna indietro

Foto di Paola Pellai
La mattina stessa del ritrovamento ho scritto a Paola Pellai per raccontarle dove avevo trovato il suo libro e che avrei voluto scriverne. Mi ha risposto con gentilezza, ma con un filo di dispiacere: le sarebbe piaciuto che chi l’aveva acquistato lo tenesse con sé. 

Io, invece, ho pensato che per me trovarlo è stata una fortuna. Perché senza quel gesto — forse involontario, forse generoso — non avrei mai incrociato Il tempo di uno sguardo, né le persone che ho incontrato e i pensieri che ha risvegliato. 

Grazie Elisa!

venerdì 24 ottobre 2025

Dimenticare la fotografia?

Dimenticare la fotografia? 

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Qualche giorno fa mi è arrivato in visione un libro dal titolo che, a prima vista, pare provocatorio: Dimenticare la fotografia, di Andrew Dewdney (postmedia books 2023). L’ho aperto con curiosità, perché solo il titolo basta a far tremare chi, come me, vive e racconta attraverso le immagini.

venerdì 17 ottobre 2025

La mercante di Brera – L’arte che diventa un atto di libertà

La mercante di Brera – L’arte che diventa un atto di libertà

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Per gentile concessione
Sperling & Kupfer
Ogni volta che una donna decide di uscire dal ruolo assegnato e di costruirsi il proprio spazio, cambia qualcosa nel mondo. La mercante di Brera racconta esattamente questo: la storia di Roberta Tagliavini, che da moglie infelice in un’Italia ancora stretta nei ruoli degli anni Sessanta è diventata una delle figure più autorevoli dell’arte contemporanea. La sua vicenda è un invito a guardare oltre i confini del possibile.

lunedì 13 ottobre 2025

La fotografia come un filo che tiene insieme le persone

La fotografia come un filo che tiene insieme le persone

Ci sono weekend che ti scorrono addosso senza lasciare nulla e altri che, invece, ti attraversano e ti cambiano, anche solo un po’. Quello appena passato appartiene alla seconda categoria. Perché la fotografia – ancora una volta – è riuscita a intrecciare mondi diversi: immagini e parole, riflessioni, criticità e relazioni, incontri che fanno crescere e momenti semplici che diventano essenziali.

sabato 11 ottobre 2025

Inge Morath. Tuttə correvano verso la regina, lei guardava la folla

“Tuttə correvano verso la regina, lei, invece, guardava la folla”

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Era il 1947, il matrimonio della regina Elisabetta. Inge Morath, fotografa ancora giovanissima, faceva parte del gruppo di inviati da Life. Mentre gli altri fotografi correvano a catturare il potere, lei rivolse l’obiettivo verso chi osservava: la gente comune, i loro sguardi curiosi, le emozioni genuine. Già allora si percepiva il suo tratto distintivo: non il centro della scena, ma le storie invisibili erano ciò che la interessava davvero.

sabato 4 ottobre 2025

Colette, quella sera in cui un libro mi ha scelta

Colette, quella sera in cui un libro mi ha scelta

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Quella sera non cercavo niente di particolare, eppure quel libro mi ha fermata. Era il nome di Colette a chiamarmi dalla copertina, come se avesse deciso lei di scegliermi. In mezzo a tanti altri, quasi nascosto tra copertine anonime, un volume un po’ ingiallito, stampato nel 1981, Colette, una vita libera e condizionata di Michèle Sarde (Bompiani)
Ho allungato la mano e ho capito subito che non potevo lasciarlo lì!
Iniziando a sfogliarlo, tra le pagine ingiallite, ho incontrato la storia di una donna capace di attraversare scandali, amori e rivoluzioni culturali senza mai smettere di scrivere. Una scrittrice libera, ostinata, impossibile da ridurre al silenzio.

sabato 27 settembre 2025

Cloti Ricciardi: immagini, parole e femminismo

Cloti Ricciardi: immagini, parole e femminismo

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Arte, fotografia e femminismo in Italia negli anni Settanta
Raffaella Perna - Postmedia Books

Il 22 settembre 2025 è scomparsa Cloti Ricciardi, un’artista, una voce che aveva saputo intrecciare femminismo e arte con una forza rara.

Incontrare la sua opera è stato come ascoltare una voce che non si piega: forte, femminista, capace di trasformare l’identità in linguaggio artistico.

venerdì 12 settembre 2025

Oltre l’immagine: un libro che si ascolta

Oltre l’immagine: un libro che si ascolta 

Oltre l’immagine. Inconscio e fotografia (Postcart, 2015), a cura di Sara Guerrini e Gabriella Gilli, è uno di questi. L’ho incontrato grazie a Isabella Tholozan, durante un corso di fotografia organizzato da FIAF. Tra le letture suggerite, questo è quello che più ha lasciato il segno.

Ricordo bene uno dei primi esercizi che Isabella ci ha proposto: dovevamo mostrare un’immagine che sentivamo rappresentarci, ma senza pensarci, istintivamente.


La mia era la foto di un piccolo uccello solitario, lontano, posato sui fili dell’alta tensione, che dall’alto osservava il mondo. Non era una posa né una scelta estetica: era un’identificazione "di getto". Quella foto parlava di me. 

giovedì 4 settembre 2025

Whoopi Goldberg, memoria e gratitudine

Whoopi Goldberg, memoria e gratitudine

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La mia prima volta

La prima volta che ho incontrato Whoopi Goldberg è stata sullo schermo, con uno dei film più intensi che abbia mai visto: Il colore viola. Era il 1985 e io non avevo ancora vent’anni. Da lì è iniziata una storia speciale...
Quel film mi ha attraversata come un fiume in piena. Ancora oggi lo considero uno dei più belli in assoluto, per la forza delle sue protagoniste, per la durezza della storia, e per la potenza silenziosa che Whoopi riesce a trasmettere con il suo sguardo.

venerdì 29 agosto 2025

Grazie a tuttə per gli auguri!

Grazie a tuttə per gli auguri!

Grazie a tuttə per gli auguri: il 29 di agosto avete trasformato il mio compleanno in un’esplosione di notifiche! So che avete speso un pezzetto del vostro tempo prezioso per pensare a me, e questo resta il regalo più bello: leggero come una piuma, ma capace di scaldare davvero questa giornata speciale.

Oggi ho sentito il bisogno di dedicare un pensiero a chi vive ogni giorno tra le macerie e la paura. Ho scelto di farlo con una piccola donazione, un gesto che non cambia il mondo, ma che vuole essere un filo sottile di vicinanza a chi si adopera, senza sosta, per le persone travolte dalle guerre. E se anche tu vorrai farlo questi sono i riferimenti:

👉Global Sumod Flottilla

👉Emergency

Agosto

Agosto è scivolato via in silenzio, come un respiro trattenuto. A volte serve anche questo: fermarsi, osservare, lasciare che le giornate si allunghino senza fretta, che i pensieri sedimentino.

La piuma 

C’è un’immagine che ha continuato a tornarmi in mente per tutto agosto e che si è trasformata in una specie di ossessione: una piuma trovata per strada, leggera e quasi invisibile.

Non aveva nulla di speciale, eppure mi ha ricordato che la leggerezza non è superficialità: è respiro. È il contrario del peso che ogni giorno ci portiamo addosso tra notizie drammatiche e pensieri ingombranti.

Quella piuma mi ha ispirata nei disegni: ho trasformato la sua leggerezza in linee e tratti che raccontano il movimento, l’equilibrio, il vuoto che diventa spazio. Piccoli frammenti visivi che per me raccontano un’estate intera in pochi segni...

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