venerdì 12 settembre 2025

Oltre l’immagine: un libro che si ascolta

Oltre l’immagine: un libro che si ascolta 

Oltre l’immagine. Inconscio e fotografia (Postcart, 2015), a cura di Sara Guerrini e Gabriella Gilli, è uno di questi. L’ho incontrato grazie a Isabella Tholozan, durante un corso di fotografia organizzato da FIAF. Tra le letture suggerite, questo è quello che più ha lasciato il segno.

giovedì 4 settembre 2025

Whoopi Goldberg, memoria e gratitudine

Whoopi Goldberg, memoria e gratitudine

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La mia prima volta

La prima volta che ho incontrato Whoopi Goldberg è stata sullo schermo, con uno dei film più intensi che abbia mai visto: Il colore viola. Era il 1985 e io non avevo ancora vent’anni. Da lì è iniziata una storia speciale...
Quel film mi ha attraversata come un fiume in piena. Ancora oggi lo considero uno dei più belli in assoluto, per la forza delle sue protagoniste, per la durezza della storia, e per la potenza silenziosa che Whoopi riesce a trasmettere con il suo sguardo.

Il romanzo Il colore viola di Alice Walker (da cui è tratto il film) racconta la crescita di Celie anche attraverso la relazione affettiva e sessuale con Shug Avery. Una relazione che non viene mai trattata come "eccezionale", ma come qualcosa di naturale, potente e liberatorio, in un contesto di oppressione soprattutto patriarcale. Anche se nel film del 1985 diretto da Spielberg questa parte è stata un po’ annacquata, la tensione emotiva tra Celie e Shug resta centrale. E forse, anche per chi ha visto quel film negli anni ’80 e si è sentita per la prima volta riconosciuta, la rivoluzione comincia proprio lì: quando una donna nera guarda un’altra donna nera con amore, e il mondo per un attimo si ferma a guardare.

venerdì 29 agosto 2025

Grazie a tuttə per gli auguri!

Grazie a tuttə per gli auguri: avete trasformato il mio compleanno in un’esplosione di notifiche! So che avete speso un pezzetto del vostro tempo prezioso per pensare a me, e questo resta il regalo più bello: leggero come una piuma, ma capace di scaldare davvero questa giornata speciale.

Oggi ho sentito il bisogno di dedicare un pensiero a chi vive ogni giorno tra le macerie e la paura. Ho scelto di farlo con una piccola donazione, un gesto che non cambia il mondo, ma che vuole essere un filo sottile di vicinanza a chi si adopera, senza sosta, per le persone travolte dalle guerre. E se anche tu vorrai farlo questi sono i riferimenti:

👉Global Sumod Flottilla

👉Emergency

martedì 15 luglio 2025

Ora e sempre?

Ora e sempre? 

L’arte resiste. E accusa. 

Su queste strade se vorrai tornare, ai nostri posti ci ritroverai, morti e vivi collo stesso impegno, popolo serrato intorno al monumento, che si chiama ora e sempre RESISTENZA.”

(Piero Calamandrei, Lo avrai camerata Kesselring)

Il 10 Luglio, all’inaugurazione della mostra Ora e sempre, organizzata da ANPI, queste battute finali della poesia di Calamandrei sono state lette ad alta voce da Giorgio Seveso, curatore insieme a Mario Diegoli, Mario Quadraroli e alla critica d’arte Francesca Pensa. Un momento intenso, che ha aperto le porte non solo all’esposizione, ma a un attraversamento emotivo e politico. Le parole di Piero Calamandrei – scritte come risposta simbolica al generale nazista Albert Kesselring – hanno risuonato nelle sale dello Spazio Bipielle di Lodi con una forza dirompente.

domenica 13 luglio 2025

Arte | Camille Claudel: genio controcorrente

Camille Claudel: genio controcorrente

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L'Implorante ou Imploration. Foto di Vassil

Camille Claudel (1864-1943) è stata  un'artista rivoluzionaria che ha sfidato il mondo dell’arte dominato dagli uomini, pagando un prezzo altissimo per la sua indipendenza. 



La sua scultura, definita a metà tra il realismo, l’impressionismo plastico e il simbolismo, si distingue per l’intensità emotiva e il dinamismo delle forme. Tuttavia, per decenni, il suo nome è stato soffocato sotto l’ombra di Rodin, l’uomo che amava ma che, in parte, contribuì a spegnere la sua carriera.

domenica 6 luglio 2025

Pride 2025 a Lodi: orgoglio e resistenza

🌈Pride 2025 a Lodi, orgoglio e resistenza

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Anche quest’anno, l’onda arcobaleno ha attraversato le strade italiane passando per Lodi, dove il 5 luglio si è tenuto un altro Pride carico di energia, coraggio e desiderio di cambiamento.
Ma se da un lato le parate ci ricordano che l’amore non si censura,
che viviamo un Paese laico, e che non si tratta solo di una "carnevalata" come ho sentito dire da qualcunə, dall’altro ci obbligano a guardare in faccia le resistenze e i rischi che, nel 2025, ancora minacciano i diritti della comunità LGBTIAQ+.

martedì 1 luglio 2025

'Le parole di mio padre' di Amaka Ethel Nwokorie – è una voce femminile, potente

'Le parole di mio padre' di Amaka Ethel Nwokorie

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“Sì, il nostro lavoro è akwuna ed è quello che sei venuta a fare. Nel frattempo preparati, in modo da riuscire a guadagnarti la giornata.”

È con queste parole crude e dirette che Akuoma, la giovane protagonista del libro 'Le parole di mio padre, una storia vera', scopre quale lavoro è destinata a svolgere in Italia. Viene lasciata in un luogo isolato, circondato da campi e cespugli, insieme ad altre ragazze che le mostrano come prepararsi.

domenica 22 giugno 2025

Giornata del Rifugiato a Lodi - Voci che attraversano confini

Giornata del Rifugiato a Lodi

Sabato 21 giugno 2025, tra gli alberi monumentali del Parco Isola Carolina, Lodi ha aperto il cuore. In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, il Comune di Lodi e il progetto SAI, insieme a varie realtà del territorio , associazioni e volontariə, hanno dato vita a un pomeriggio di incontri, musica, sapori e racconti. 

Una festa che ha messo al centro le persone, le storie, le connessioni. Una festa che ha ricordato, a chiunque abbia voluto ascoltare, che dietro la parola 'rifugiatə' c'è sempre un nome, un volto, un sogno.

domenica 15 giugno 2025

Tina Modotti, obiettivo, cuore e rivoluzione

Tina Modotti, obiettivo, cuore e rivoluzione

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Non sapevo molto di Tina Modotti. Solo un nome, qualche foto, un’idea vaga. Poi ho iniziato a leggerla davvero, a osservarla da vicino. Con la sua vita intensa, le sue scelte radicali, il suo modo di stare al mondo con coraggio.

"Questo non è un saggio, è un incontro. Il mio con lei, e magari anche il tuo"

Da Udine a Hollywood 

Tina nasce a Udine nel 1896. Famiglia operaia, emigrazione, povertà. Il classico copione dell’Italia di fine Ottocento, quella da cui si partiva per cercare una vita migliore. A diciassette anni espatria in America e sbarca come tantə a Ellis Island, per poi trasferirsi in California, dove si ritrova con il padre e in seguito con l'intera famiglia e dove comincia a lavorare in una industria tessile. Diventa poi attrice in film muti, posa per fotografi, si barcamena tra mille vite. Tina non è una donna da copione fisso.

Incontra Edward Weston, già noto nel mondo della fotografia, e si innamora. Di lui, sì, ma anche e soprattutto della fotografia come mezzo per dire qualcosa, per raccontare, per denunciare. E da lì inizia la vera rivoluzione.

Messico, l’arte incontra la lotta

Se dovessimo scegliere un luogo che rappresenta l’anima di Tina, sarebbe il Messico. Negli anni Venti ci arriva con Weston, ma mentre lui si concentra sulla forma, sulla luce, sul dettaglio estetico, Tina si butta a capofitto nella realtà. Fotografa il popolo, la miseria, le donne, le mani che lavorano, i volti segnati. Viene incaricata di viaggiare e le sue foto vengono pubblicate su Idols Behind Altars. The Story of the Mexican Spirit.  Le sue immagini non sono solo belle: sono politiche. Parlano. Gridano.

Tina Modotti - 1925 'Donne Messicane'

Tina Modotti - 1925 'Donne Messicane' (Wikipedia)

Diventa amica (e compagna di lotte) di Frida Kahlo e Diego Rivera, si avvicina al comunismo, partecipa attivamente a movimenti rivoluzionari. Le sue foto, come lei, non fanno sconti a nessunə. Non c’è retorica, non c’è pietismo. Rappresentano solo verità.

Fotografia e militanza

Ecco una cosa che mi colpisce di Tina: non ha mai separato l’arte dalla politica. Per lei fotografare era un atto rivoluzionario, un modo per stare dentro la Storia. Non ha mai cercato il successo personale o la fama. E forse per questo è stata dimenticata per anni, messa da parte, ridotta a 'una che stava con Weston' o a 'una comunista esaltata'.

Tina Modotti - 1929: 'Le mani del burattinaio' (Wikipedia)

In realtà, Tina era una donna che stava in piedi da sola, con le sue idee, la sua macchina fotografica e una determinazione rara. Dopo essere stata espulsa dal Messico per le sue attività politiche, ha continuato a viaggiare, a militare, a vivere con passione anche nei momenti più bui. Ha partecipato alla guerra civile spagnola con il Soccorso Rosso, ha visto l’orrore della guerra, ha perso amiche, amici e compagnə. Eppure non si è mai tirata indietro. 


Una fine misteriosa

Tina Modotti, foto di Edward Weston - 1921 (Wikipedia)

Tina (Assunta Adelaide Luigia Saltarini Modotti) muore a Città del Messico nel 1942, a soli 46 anni. Una morte improvvisa, misteriosa, mai del tutto chiarita, qualcuno sospettò che l'avessero eliminata perché forse sapeva troppo... Ma molto probabilmente fu vittima di un arresto cardiaco. La sua tomba porta un epitaffio scritto da Pablo Neruda, che la definisce “la più pura immagine della lealtà rivoluzionaria”.

Ma ancora oggi, quando si parla di lei, spesso si parte dagli uomini che ha avuto accanto, come se servisse sempre una figura maschile per dare valore a una donna!

Tina ci parla ancora

Di Tina Modotti oggi ci serve il suo sguardo netto, il suo coraggio nel prendere posizione e la sua capacità di stare dentro le contraddizioni senza rinunciare alla bellezza. Ci serve come ispirazione, come modello di una fotografia che non si limita a osservare, ma agisce, partecipa, prende parte.

Non ha lasciato migliaia di scatti, ma quelli che ci ha regalato bastano a costruire un intero mondo. E parlano a chi vuole vedere oltre il filtro dell’indifferenza.

“La sua fotografia è lirica e politica insieme: non fa sconti, ma nemmeno rumore.” - Margaret Hooks, autrice della biografia 'Tina Modotti: Photographer and Revolutionary'

In via Pracchiuso a Udine si trova la casa natale di Tina Modotti, con un’opera di Franco Di Zotto e una lapide con il suo profilo e una poesia di Neruda.

Tina Modotti per me

Scrivere di Tina Modotti è stato parte naturale del mio percorso di ricerca sulle fotografe che troppo a lungo sono rimaste ai margini, che hanno osservato il mondo con uno sguardo potente, politico, mai compiacente.

Un grazie speciale a Laura De Benedetti, che mi ha fatto scoprire Tina regalandomi, per un compleanno di qualche anno fa, il libro 'Tina Modotti. Fotografa'. È proprio da quelle pagine che è iniziata questa ricerca e gran parte di questo articolo.

Per approfondire

Su Raiplay 👉Tina Modotti, fotografa rivoluzionaria 👉La Prima Donna che

Su Wikiradio/Rai Play Sound 👉 Tina Modotti, fotografa e rivoluzionaria 👉La storia in giallo - Tina Modotti

Su YouTube 👉Frida Kahlo & Tina Modotti (1983)

Su Facebook 👉Pelle di tigre (The Tiger's Coat) - 1920 

Uno dei tre film muti interpretati da Tina Modotti.

Gli altri sono: Riding with Death, regia di Jacques Jaccard (1921) 

I Can Explain, regia di George D. Baker (1922)

domenica 8 giugno 2025

"La voce delle donne": Valeria Palumbo racconta le pioniere dimenticate del giornalismo italiano

"La voce delle donne": Valeria Palumbo racconta le pioniere dimenticate del giornalismo italiano

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C’è una voce potente che scorre nei corridoi della storia: è la voce delle donne che hanno fatto informazione quando ancora nessunə era prontə a riconoscerle come professioniste. Con il suo nuovo libro La voce delle donne. Pioniere e ispiratrici del giornalismo italiano (Laterza, 2025), Valeria Palumbo porta alla luce un pezzo di storia rimasto nell’ombra troppo a lungo
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