Camille Claudel: genio controcorrente
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La sua scultura, definita a metà tra il realismo, l’impressionismo plastico e il simbolismo, si distingue per l’intensità emotiva e il dinamismo delle forme. Tuttavia, per decenni, il suo nome è stato soffocato sotto l’ombra di Rodin, l’uomo che amava ma che, in parte, contribuì a spegnere la sua carriera.
Il talento e la ribellione
Nata in una famiglia borghese a Fère-en-Tardenois, Camille mostrò fin da bambina un talento eccezionale per la scultura. La madre, profondamente conformista, disapprovava questa passione 'maschile', mentre il padre la incoraggiò, permettendole di trasferirsi a Parigi nel 1881 per studiare all’Académie Colarossi, una delle poche scuole aperte alle donne. Fin dall’inizio, Camille rifiutò il ruolo imposto alle artiste dell’epoca: non voleva dipingere nature morte o ritratti delicati, voleva scolpire, modellare, creare figure monumentali con la stessa audacia degli uomini.
Oltre Rodin: un’identità artistica autonoma
Nel 1883 entrò nell’atelier di Auguste Rodin come allieva e assistente. Tra i due nacque un’intensa storia d’amore, ma anche una competizione artistica. Camille non era solo la sua musa come per anni venne definita, ma contribuì ad alcune delle sue opere più famose, lavorando su dettagli fondamentali come mani e piedi delle sculture. Tuttavia, quando cercò di affermarsi come scultrice indipendente, incontrò resistenze enormi. Per la critica dell’epoca, una donna poteva essere una musa, una modella, al massimo un’artigiana di talento, ma non una vera artista.
Uno stile innovativo tra realismo e simbolismo
Nonostante le difficoltà, Camille sviluppò un linguaggio artistico originale. Le sue opere uniscono la forza plastica del realismo con l’introspezione psicologica del simbolismo, mentre il dinamismo delle superfici richiama l’impressionismo plastico (una tendenza che trasporta in scultura il gioco di luci e ombre tipico della pittura impressionista).
Alcune delle sue sculture più celebri
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Foto Di Pierre André Leclercq |
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Foto di Jean-Pierre Dalbéra |
La Valse (1893-1905) – Due figure avvolte in un valzer sensuale, un'opera che sfida il canone classico per catturare il movimento e la passione.
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Foto di Arnaud 25 |
Clotho (1893) – Una delle Parche, avvizzita e tormentata, simbolo della sofferenza e della fragilità umana.
La petite Châtelaine (1893-1896) – Un delicato busto di bambina, dimostrazione della sua capacità di cogliere la grazia infantile senza scadere nel sentimentalismo.
Il prezzo della libertà
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Negli anni successivi cadde in uno stato paranoico, convinta che Rodin cospirasse contro di lei. Dopo la morte del padre, l’unico che la sosteneva, nel 1913 fu internata in un ospedale psichiatrico su decisione della madre e del fratello Paul Claudel, il quale considerava la sua arte 'indecorosa'. Rimase rinchiusa per 30 anni, nonostante i medici ritenessero che potesse essere dimessa. Morì nel 1943, dimenticata da tutti.
La rivincita postuma
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L'entrée du square Camille Claudel, à Roubaix. Foto di Velvet |
Se Rodin è celebrato come il padre della scultura moderna, Claudel merita di essere ricordata come la donna che osò sfidarlo, non solo nell’arte, ma nella vita.
La storia di Camille Claudel in un film in francese su YouTube
Inverno, 1915. Nelle sale desolate di un manicomio nel sud della Francia, la famosa scultrice Camille Claudel si ritrova ingiustamente confinata dalla sua stessa famiglia. Privata della sua libertà artistica e isolata dal mondo, si aggrappa a una fragile speranza, contando i giorni che mancano alla visita del fratello, Paul Claudel. In mezzo al silenzio inquietante e alla solitudine opprimente, il film racconta la sua toccante lotta per la sanità mentale e la redenzione. Con: Juliette Binoche, Jessica Errero, Robert Leroy. Regia: Bruno Dumont. Tutti i contenuti di questo canale sono protetti da licenza legale da vari detentori di copyright e distributori.
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