mercoledì 23 aprile 2025

Carlo Angela e il segreto dei matti: un racconto di coraggio e umanità

Carlo Angela e il segreto dei matti : un racconto di coraggio e umanità

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La figura di Carlo Angela – medico, antifascista, padre del divulgatore Piero Angela (e nonno di Alberto) – è una di quelle storie che parlano alla coscienza, ma anche alle radici più profonde della nostra umanità. Il suo coraggio silenzioso durante la Seconda guerra mondiale, quando mise in salvo decine di persone ebree e oppositrici del regime, nascondendole nella clinica psichiatrica che dirigeva a San Maurizio Canavese, nel cuore del Piemonte, mi ha profondamente toccata.

Per questo, appena ho saputo che alla Società Generale Operaia di Mutuo Soccorso di Lodi si sarebbe tenuta la presentazione del romanzo Carlo Angela e il segreto dei matti, non ho avuto dubbi: dovevo esserci. Sentire dalla voce dell'autore la storia di quest’uomo straordinario è stato un momento intenso, quasi necessario. Un piccolo atto di memoria, di gratitudine e di resistenza.

Chi era Carlo Angela

Carlo Angela nacque a Olcenengo, in provincia di Vercelli, nel 1875. Dopo la laurea in medicina a Torino, si specializzò in psichiatria e diresse, negli anni Trenta e durante la guerra, la clinica per malattie mentali “Villa Turina Amione” a San Maurizio Canavese. Fu proprio lì che mise in atto la sua personale forma di resistenza, trasformando la struttura in un rifugio sicuro per ebrei, antifascisti, renitenti alla leva e oppositori del regime. Li registrava come pazienti psichiatrici, spesso falsificando cartelle cliniche, affinché sfuggissero ai rastrellamenti e alle deportazioni.

Una narrazione diretta, accessibile, coinvolgente

Carlo Angela e il segreto dei matti, il libro scritto da Alessandro Q. Ferrari, pubblicato da De Agostini nel 2024, di cui ho assistito alla presentazione in occasione della Maratona Letteraria, per il 25 aprile alla Società Operaia Di Mutuo Soccorso di Lodi, è un romanzo storico dalla scrittura fluida. In 160 pagine, Ferrari racconta con sensibilità e ritmo narrativo la storia di questo medico coraggioso che all'epoca aveva circa 70 anni (non è cosa da poco) e che, sotto la copertura della clinica, accolse e protesse uomini e donne ricercate dal regime, spesso dichiarandole false pazienti con nomi inventati.

Un libro per giovani (e non solo)

La sua azione era consapevole, rischiosa e perfettamente organizzata. Collaborava con le poche persone fidate all’interno della clinica, costruendo una rete di solidarietà silenziosa. Non cercò mai gloria o riconoscimenti: agì per senso di giustizia e umanità. Solo molti anni dopo, nel 2001, Carlo Angela è stato riconosciuto Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem, il memoriale ufficiale israeliano delle vittime dell'Olocausto.

Perché leggerlo oggi

Lo stile è colloquiale, il dialogo tra la storia e chi legge è immediato. 

Ferrari si rivolge direttamente a lettori e lettrici, invita a riflettere, accompagna nel cuore di un’Italia lacerata dalla guerra, in cui l’umanità resiste nei gesti piccoli e decisi di persone come Angela. Questo rende il libro ideale anche per un uso didattico, per laboratori scolastici sulla memoria e la Resistenza.

Un ponte tra memoria e territorio

Raccontare oggi storie come quella di Carlo Angela è un atto politico e civile. In un presente attraversato da nuove forme di discriminazione, violenza e rimozione della memoria, la figura di un uomo che rischiò tutto per proteggere chi era perseguitato ci ricorda che la giustizia si costruisce nelle scelte quotidiane. Il libro ci invita a non dimenticare che anche nel silenzio, nell’ombra, si può scegliere da che parte stare. Ed è un messaggio prezioso per le giovani generazioni.

Il coraggio civile 

Come per la storia di Ettore Archinti, sindaco di Lodi e internato a Flossenbürg – dove morì per le sue idee politiche, per la sua umanità e per aver aiutato nella fuga alcuni partigiani ricercati e prigionieri anglo-americani – il gesto di Carlo Angela è un esempio limpido di coraggio civile. 

Lodi, la città che mi ha adottata, ha saputo ricordare Archinti anche attraverso l’arte dedicandogli un museo, personalmente gli ho dedicato 👉una mostra fotografica e 👉alcuni 👉articoli del mio blog. 

Ritrovo in Angela quello stesso senso profondo di responsabilità, discrezione e fermezza che mi ha portata al desiderio di approfondire la memoria dell’uno e dell’altro.

Le vicende di Carlo Angela si intrecciano con le mie origini piemontesi e con il mio personale bisogno di restituire valore a una memoria spesso taciuta e la necessità di onorare chi, nel buio della storia, ha scelto la luce!

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Per approfondire

Su RaiPlay: 

👉Carlo Angela: Un medico stratega 

👉Sorgente di vita - Matti da salvare

Su YouTube:

👉L'intitolazione a Carlo Angela della scuola elementare dell'istituto comprensivo di Vercelli




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