domenica 24 novembre 2024

Come as you are

Come as you are 

Per la rassegna di eventi del Festival dei Diritti ho assistito all'incontro "Come as you are", tenutosi presso la sede della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Lodi il 23/11/2024. L’evento aveva lo scopo di approfondire il tema del coming out, delle sue conseguenze e dello stato di diritto.

In una società civile, dichiarare il proprio orientamento sessuale dovrebbe essere naturale, come esprimere qualunque altra preferenza. Tuttavia, nella realtà odierna, questa scelta espone le persone a una vulnerabilità profonda, in un contesto sociale che discrimina e spesso marginalizza, talvolta con atti di violenza.


Coming out e outing

È importante distinguere il coming out dall’outing. Il coming out è una scelta politica e personale con cui una persona esprime la propria appartenenza a una delle lettere dell’acronimo LGBTIQA+. Per le persone queer e trans, tuttavia, può essere spesso un percorso forzato, poiché la loro identità può risultare evidente attraverso aspetti esteriori non conformi al genere di appartenenza, rendendole più vulnerabili alla discriminazione.

L’outing, invece, avviene quando un’altra persona rivela, senza consenso, l’orientamento sessuale o l’identità di genere di qualcun3. Questo è un atto violento, che spesso ha intenti denigratori e può configurarsi come ingiuria. Tuttavia, la giurisprudenza riconosce un’eccezione limitata al diritto di cronaca, purché non abbia carattere offensivo.

Il coming out dovrebbe essere tutelato, in linea con l'articolo 3 della Costituzione Italiana, che garantisce uguaglianza e strumenti di protezione per le persone in condizione di difficoltà e vulnerabilità, promuovendo “la piena uguaglianza nella diversità”.


La Casa Arcobaleno

La Casa Arcobaleno di Casaletto Vaprio nasce due anni fa grazie alla collaborazione tra associazioni del territorio, tra cui La Casa di Ale e l’Arci di Ombriano. L’iniziativa prende vita da un progetto comune per creare uno spazio abilitativo per persone in difficoltà. La struttura, una villa confiscata per associazione a delinquere, è stata assegnata tramite un bando pubblico.

"La necessità di uno spazio protetto è diventata urgente - racconta Alessio Maganuco - anche a seguito della lettera di un giovane della provincia di Cremona, che aveva denunciato il rifiuto e il malessere vissuti in famiglia dopo che i genitori avevano scoperto il suo orientamento sessuale."


Gay Help Line

Secondo i dati del Gay Help Line, il contact center nazionale anti-omofobia e anti-transfobia, su 400 giovani costretti ad abbandonare le loro case per motivi legati al loro orientamento sessuale, solo il 10% riesce a trovare accoglienza in una Casa Arcobaleno. La maggior parte di queste strutture si trova a Milano, lasciando scoperta gran parte del territorio nazionale. Spesso, le persone LGBTIQA+, sia italiane che migranti, maggiorenni e senza fissa dimora, vengono indirizzate ai dormitori pubblici, ambienti spesso discriminanti e insicuri.


Sostenere le Case Arcobaleno

C’è un urgente bisogno di istituire più Case Arcobaleno in Italia, ma ottenere finanziamenti per tali progetti è complicato. Negli ultimi anni, la questione LGBTIQA+ sembra aver perso rilevanza tra le priorità politiche. Alcuni contributi sono arrivati da UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), dalla Fondazione Vittoria e dalla Chiesa Valdese.


Ale e l’Arcobaleno

La Casa Arcobaleno di Casaletto Vaprio, chiamata Ale e l’Arcobaleno, accoglie solo maggiorenni ed è integrata con il progetto La Casa di Ale, che si dedica anche a donne e mamme in difficoltà. La finalità è promuovere l’inclusione sociale delle persone LGBTIQA+ di ogni nazionalità, contrastando emarginazione e discriminazione.

La gestione della Casa, affidata a tre operatori, una psicologa, un mediatore linguistico e alcuni volontari, si occupa anche di supportare l’integrazione, l’ottenimento di documenti, l’istruzione e l’inserimento lavorativo. Particolare attenzione viene riservata alle persone migranti, spesso vittime di persecuzioni non solo nei loro Paesi di origine, ma anche nei centri di accoglienza, a causa del loro orientamento sessuale.

La Casa Arcobaleno non è solo un rifugio, ma un simbolo di speranza e di lotta per un futuro più inclusivo, in cui ogni persona possa vivere liberamente la propria identità senza paura di essere giudicat3 o esclus3. Auspico che, in un futuro non troppo remoto, si possa avere una Casa Arcobaleno in ogni città: chiedo forse troppo alla mia società?


Hanno partecipato all'incontro: l'avvocata Francesca Rupalti, di Rete Lenford, un'associazione che si occupa di tutelare i diritti delle persone LGBTIQA+ (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersessuali e asessuali, oltre ad altre identità e orientamenti come i non binari, i gender fluid o i pansessuali), offrendo consulenza legale, formazione e promuovendo progetti; Alessio Maganuco e Sabrina Ferrari per la Casa Arcobaleno 'Ale e l’Arcobaleno' di Casaletto di Vaprio.

L’incontro è stato condotto da Luca Maccagni (Lodi Arcobaleno/S.O.M.S di Lodi) e Paola Gambarini (Psicopolis).

Breve introduzione da parte dell'Assessora alle Politiche per la casa e ai Servizi ai cittadini Mariarosa Devecchi.




Il Pride a Lodi 

2023 - Il giorno dell'orgoglio a Lodi e Lo Sguardo Di Giulia

2024 - Pride 2024 a Lodi: Celebrazione e Lotta per i Diritti LGBTQ+


***

©Lo Sguardo Di Giulia 2024

Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001


Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono moderati, quindi non verranno visualizzati immediatamente. Per favore non inserire link attivi, grazie.
-
The comments are moderate, so they will not be displayed immediately. Please don't insert active links, thanks.

L'ultimo articolo pubblicato:

Come as you are