domenica 1 dicembre 2024

Violenza di genere: Rumore Rabbia e Arte a Lodi

Violenza di genere: Rumore, Rabbia e Arte a Lodi


Sabato 30 novembre 2024, le strade della città di Lodi sono state attraversate dal corteo Rumoroso e Rabbioso, un atto simbolico di denuncia contro la società patriarcale in cui viviamo ancora oggi, spesso senza esserne pienamente consapevoli....


L'evento, organizzato dall'associazione Rumorossə con la collaborazione di numerose realtà del lodigiano (tra cui il Centro Antiviolenza di Lodi "La metà di niente" Snoqlodi e Toponomastica femminile)
 ha riunito molte persone di ogni età, decise a rompere il silenzio attorno a temi come i femminicidi, gli stupri e le molteplici forme di violenza di genere che continuano a colpire la nostra società. Ogni passo è stato un grido per ricordare che non possiamo più tollerare questa realtà.


La realtà insostenibile


La violenza di genere è costantemente al centro del dibattito pubblico oltre che essere tema di episodi di cronaca quasi quotidiani. 







L'arte contro la violenza 

Lunedì 25 novembre, sempre a Lodi, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, da parte delle stesse realtà lodigiane, è stata organizzata una mostra a cielo aperto in Piazza della Vittoria.

Le opere esposte, create da numerose scuole del lodigiano oltre che dal centro diurno per anziani, hanno offerto spunti di riflessione sulla violenza di genere, rendendo la piazza un luogo di memoria e sensibilizzazione anche attraverso alcuni laboratori e 'giochi' a tema.





Le testimonianze che spezzano il silenzio

Al termine della manifestazione del 30 novembre, sono state lette alcune testimonianze di donne che hanno subito violenza di genere. Parole crude, spezzate dal dolore ma anche dalla volontà di resistere, che hanno reso tangibile il peso di una realtà che spesso rimane invisibile. Ogni storia letta è stata un atto di coraggio e un invito a non abbassare lo sguardo, ma di denunciare ogni piccolo segnale di violenza sia psicologica che fisica.



Perché scendere in piazza?

Il corteo non è stato solo un momento di protesta, ma una dichiarazione collettiva: non accetteremo più di vivere in un mondo dove le vite delle donne sono costantemente minacciate e le loro figure sottomesse. 


Ogni slogan e ogni testimonianza hanno raccontato storie di dolore, ma anche di forza e di resistenza.








La speranza è nel cambiamento

Mentre marciavo, ho sentito che la speranza non è un’utopia. È qui, nei volti di chi non smette di credere in un cambiamento.

È tempo di esigere politiche ancora più incisive, educazione sessuale e sentimentale in tutte le scuole, maggiori fondi per i centri antiviolenza e, soprattutto, un cambiamento culturale e profondo che smantelli alla radice il patriarcato, il sistema sociale e culturale in cui il potere è prevalentemente detenuto dagli uomini che esercitano il controllo in politica, in economia, nella religione, in famiglia, nella sessualità.

Ogni giorno in cui non agiamo, anche e soprattutto singolarmente, è un giorno in cui rischiamo di perdere un’altra vita. 

Nel periodo gennaio – 10 novembre 2024, sono stati registrati 98 femminicidi. (fonte www.salute.gov.it)



Una fondazione per Giulia

Il 18 novembre 2024 Gino Cecchettin (padre di Giulia Cecchettin che nel 2023 è stata vittima di femminicidio in provincia di Padova e diventata simbolo di una piaga sociale) ha presentato alla Camera e in diretta con le scuole italiane la Fondazione Giulia Cecchettin: 
"Nata dalla volontà di Gino, Elena e Davide per onorare la memoria di Giulia, figlia e sorella, e trasformare il dolore in un’opportunità per la società". "Fondazione Giulia si impegna a promuovere l’educazione per sensibilizzare sul tema del linguaggio di genere, della violenza contro le donne e aumentare con questo la consapevolezza legata ai temi della violenza domestica, della relazione abusiva e dei diritti delle vittime".

L'iniziativa del 2023:

Contro la violenza sulle donne Facciamo Rumore! 


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Lo Sguardo Di Giulia 2024

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