giovedì 26 ottobre 2023

Le parole sono importanti! | LoSguardoDiGiulia

Le parole sono importanti!

Parole che fanno la differenza, non solo questione di vocali

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Sabato 28 Ottobre 2023.
Ho assistito a Lodi all'incontro pubblico organizzato da Soroptimist Lodi, Toponomastica femminile, Snoq Lodi in cui si parlava di una questione importante, che riguarda l'uso di parole che possono perpetuare stereotipi di genere o escludere persone in base al loro genere. 

Di seguito alcuni episodi dell'incontro, innumerevoli e coinvolgenti


"Buongiorno ragazzi"

Molto interessante è stato ascoltare l'esperienza di Martina Rosola, dottoressa di ricerca in filosofia del linguaggio, che raccontava di essere cresciuta in una famiglia aperta e dai valori femministi. Una delle sue prime esperienze in cui ha capito che c'era qualcosa che non andava bene nel linguaggio è stato quando a scuola l'insegnante entrava e si rivolgeva alla classe con un "buongiorno ragazzi", ma un giorno l'insegnante entrò e salutò con un "buongiorno ragazze", e immediatamente si alzò la voce dell'unico maschio della classe che, apostrofando l'insegnante, protestò dicendo che era presente anche lui, e che si sentiva escluso. 
Hai mai pensato da quanto tempo le ragazze in gruppo sono nominate con un generico "ragazzi"? E le ragazze quindi, non si sono mai sentite escluse?

Questo particolare nasconde sia la presenza quanto l'assenza della parte femminile del gruppo.


La consapevolezza

Dal pubblico una spettatrice ha preso la parola dicendo che da poco tempo si è resa conto che se si nomina un insieme di persone al maschile si può credere che l'intero gruppo sia composto da maschi.
 

Danila Baldo ha raccontato della sua esperienza di insegnante e di quando faceva dei test con le classi per far notare la differenza di genere con alcune semplici domande:

"Dai un nome a questo chirurgo" (il nome che viene subito in mente è da maschio)

"Dai un nome a questa persona che lavora in chirurgia" (può venire in mente sia un nome maschile che femminile)

"Dai un nome a questa chirurga" (il nome sarà sicuramente femminile)


Un linguaggio adeguato descrive la realtà

Mettere la A finale per le professioni cosiddette "di prestigio" quando si tratta di donne (avvocata, medica, chirurga, architetta, assessora ...) è descrivere la realtà, è orientare le ragazze e valorizzare professioni che una volta erano esclusivamente maschili. L'invisibilità delle donne, se ci pensi, è anch'essa una forma violenza. 

Danila ha poi raccontato dell'esperienza  del XII Convegno nazionale di Toponomastica femminile a Caserta e di alcune frasi del libro della magistrata Paola di Nicola: La giudice - una donna in magistratura, in cui affronta il tema della sua presa di coscienza, dell’abbigliamento come strumento di discriminazione di genere, di come stereotipi e pregiudizi impediscano spesso alle donne, anche nelle aule dei tribunali, di avere pari trattamento e rispetto. (Danila ne scrive nell'articolo sulla rivista online Vitamine Vaganti GIUSTIZIA, LOTTA ALL’ILLEGALITÀ, PARI OPPORTUNITÀ, SOLIDARIETÀ )


Una rivoluzione copernicana sul linguaggio

Come si può fare per cambiare il linguaggio? (Claudia Ferrari, presidente di Soroptimist Lodi)

"E' necessario un ribaltamento di sistemi concettuali sino ad ora accettati universalmente. E per riuscire bisogna essere in tante e tanti a volerlo, ogni piccolo tassello può cambiare la lingua e con essa cambieranno anche molti stereotipi, perché la lingua italiana è in costante aggiornamento"

Martina Rosola

Propone un indovinello, per riflettere sul linguaggio:
"Un padre e suo figlio hanno un incidente, quando giungono in ospedale il chirurgo dice che non può operare il ragazzo perché è suo figlio. Perché?"

Colpa delle femministe

C'è addirittura chi colpevolizza le femministe per tutti i femminicidi che negli ultimi anni fanno notizia sui media! Ma, se ci pensi, diversamente da adesso una volta le donne subivano la violenza, i femminicidi venivano considerati come semplici omicidi e inoltre non avevamo gli strumenti per classificarli, solo da pochi anni esiste il termine "femminicidio" che definisce l'uccisione di una donna in quanto tale. Di conseguenza un tempo l'uccisione di una donna, proprio in quanto donna, era invisibile.

Dal Pubblico
"Siamo sicure che sia davvero necessaria l'evidenziazione di questa differenza, che l'uguaglianza nelle professioni debba passare per una declinazione? "

Danila ha risposto citando alcune frasi della saggista Graziella Priulla che sul tema della differenza ha scritto un libro: C'è differenza. Questa resistenza che c'è verso la declinazione al femminile dei lavori di prestigio fa capire che il livello simbolico è importante.


Sono stati ricordati, inoltre, i prossimi appuntamenti organizzati da Snoq Lodi, Toponomastica femminile con altre associazioni. Era possibile anche aquistare il calendario di Tf "Calendaria".




Presenza istituzionale, l'Assessora alle Pari Opportunità Manuela Minojetti.

Era presente anche la libraia Michela Sfondrini della Libreria Sommaruga che ha arricchito l'iniziativa con la sua scelta di libri attinenti all'argomento dell'incontro.  

Le femministe


"Queste sono le femministe" - ho sentito che commentavano alcuni maschi passando dal Broletto stamattina - "quelle che manifestano per Mahsa Amini, quella che si è tolta il velo"

Si, noi femministe facciamo anche quello.

Ma quanto lavoro c'è ancora da fare?


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1 commento:

  1. Purtroppo ho perso questo incontro. Fatto soprattutto in piazza mi sembra ancora più efficace perchè anche se una o uno passando ha colto una sola frase è già qualcosa. Èl'aggiornamrnto del linguaggio è presa di coscienza e una storia n discorso questo dell'aggiornamento del linguaggio vedo che è più difficile di quanto sembri.Anche perchè si presta a ironia da parte della mancata assoluta di cultura sul genere. Ti dicono a allora camionista è femmina dobbiamo dire camionisto. Bisogna ogni volta spiegare che è una presa di coscienza sul mettere in evidenza le donne al di là delle desinenze. Grazie Giulia sei grande.

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