Le bambine che ci insegnarono il coraggio
Lo sciopero delle bambine – Teatro della Cooperativa, dal 9 al 14 dicembre 2025
Le piscinine
Lo spettacolo racconta in modo originale la vicenda delle piscinine, le giovanissime apprendiste-sarte-corriere milanesi che il 23 giugno del 1902 scioperarono per circa una settimana contro orari massacranti e paghe umilianti davanti alla Camera del Lavoro di Milano. Erano bambine tra i sei e i quattordici anni mandate a lavorare, e sfruttate dalle maestre degli opifici tessili.
Ricevevano 20–35 centesimi al giorno per giornate di 11–14 ore, in ambienti soffocanti e senza alcuna tutela.
“Sciopero!, Sciopero!”
A guidarle fu Giovannina Lombardi, quattordici anni e un coraggio contagioso. La loro richiesta era minima, (50 centesimi al giorno, riduzione dell'orario di lavoro, non portare gli scatoloni, paga doppia la domenica e lavoro straordinario retribuito) ma la loro presa di parola no: per la prima volta erano loro, le più piccole, a dettare il ritmo della città. Furono insultate dalle maestre sarte, dalle famiglie che si sentirono disonorate dalla loro ribellione. Vennero definite "zabette" (pettegole, chiacchierone) che vanno in giro a fare sciopero, come gli uomini.Sarte a sei anni
Nell'Archivio di Stato non ne è rimasta traccia ma quel gesto scosse le cronache del tempo e segnò la storia del diritto nel lavoro minorile e femminile. L’Avanti! del 27 giugno 1902 scriveva:
“Questo sciopero delle più minuscole operaie milanesi dice la rivoluzione che si va compiendo nelle coscienze... Non basta chiedere per ottenere ma occorre ciò che fino a ieri non intendevano gli adulti: unirsi e resistere.”
Parole che oggi suonano quasi più moderne del nostro presente.
Fu l’Unione femminile di Milano a sostenerle con serietà: aprì loro uno spazio dedicato e fondò La Fraterna ("La Sororale" forse avrebbe evocato meglio i legami di sorellanza, complicità, cura reciproca, ma non era ancora arrivato il tempo), un’associazione di mutuo soccorso con corsi di disegno professionale, lettura, ginnastica, canto, economia domestica. Un luogo dove ricominciare a essere bambine.
Due piccioni, e un’ironia che non consola
A raccontare la vicenda ci sono due piccioni — Rita Pelusio e Rossana Mola — creature buffe e sagge che osservano tutto dall’alto.
La loro ironia è spietata e insieme affettuosa, quella cifra che riconosci subito in chi da anni lavora accanto ai movimenti femministi, attraversa le ingiustizie senza voltarsi dall’altra parte e ha un antifascismo naturale, respirato come un’etica quotidiana.
Due artiste capaci di parlare alle nuove generazioni senza paternalismi, entrando in dialogo reale. E questa capacità sul palco si sente: fa ridere, sì, ma con quella risata che punge perché ti tocca in prima persona.
Ci ho ritrovato un'infinità di rimandi al nostro presente: le occasioni che ci scivolano tra le dita, l'indifferenza che ci attraversa ogni giorno, le metafore che parlano di noi, adesso.
L’eroicomico che apre gli occhi
Tutto calibrato in modo eccellente, dalla regia di Enrico Messina tiene tutto in equilibrio: poesia, ritmo, ferite, alle scene essenziali di Simone Fersino e i costumi di Lisa Serio, il suono di Luca De Marinis.
Si ride, certo. Ma si ride sapendo che lo sfruttamento minorile e quello femminile non sono fantasmi del passato. Le piscinine chiedevano di non essere trattate come ingranaggi; oggi qualcunə chiede di non essere trattat come funzioni di un algoritmo. Le epoche cambiano, i meccanismi meno.
In tutto questo, non riesco a non allargare lo sguardo. Lo sfruttamento delle bambine e dei bambini non è un ricordo da archivio: è una ferita ancora aperta in molti Paesi dove i controlli sono minimi e la povertà spinge le famiglie verso scelte impossibili. Fabbriche tessili, coltivazioni, miniere: luoghi dove l’infanzia viene consumata in silenzio, lontano dagli occhi di chi acquista prodotti a basso costo.
Una parte del mondo continua a reggersi sul lavoro di bambine e bambini, e il nostro Occidente — noi — non siamo mai totalmente innocenti come ci piace credere. Non lo dico per colpevolizzarci, ma per ricordarci che la storia del 1902 parla ancora di noi.Le dinamiche del potere
L’intervento finale della giornalista e scrittrice Tiziana Ferrario aggiunge uno strato dolorosamente attuale: silenzi, omissioni, squilibri che attraversano ancora il lavoro femminile e quello minorile. Il collegamento con le “bambine invisibili” di oggi — quelle che non guardiamo perché guardarle ci obbligherebbe a cambiare qualcosa — è stato un momento necessario.
A tema la presentazione del libro "Cenere" di Tiziana Ferrario che racconta la storia dell'amicizia di due bambine, nell'epoca a cavallo tra due secoli. Si è parlato anche del giornalismo di oggi, della crisi che sta attraversando, del confronto con quello dell’epoca delle piscinine.
Uscendo, la domanda era lì, netta: chi sono, oggi, le bambine che non stiamo guardando? E perché continuiamo a non vederle?
A Lodi il 18 dicembre solo per le scuole
Il 18 dicembre Lo sciopero delle bambine sarà al Teatro alle Vigne per le classi delle scuole secondarie di primo e secondo grado di Lodi: un’occasione preziosa per incontrare questa storia proprio nell’età in cui certe domande si imprimono.
Come arrivare al Teatro della Cooperativa
Il teatro è in via Privata Hermada 8 (Niguarda).
Si raggiunge con MM3 Maciachini o MM2 Lanza + tram 4 (fermata Niguarda Centro), oppure con MM5 Ca’ Granda e autobus 42. Passano anche le linee 51, 83 e 172. La stazione BikeMi più vicina è quella dell’Ospedale Niguarda.
Per chi arriva in auto c’è il parcheggio gratuito del supermercato di via Ornato 28, aperto fino a quindici minuti dopo la replica.
Info: 02 6420761 – info@teatrodellacooperativa.it.
DAL 9 AL 14 DICEMBRE
PRIMA NAZIONALE
Teatro della Cooperativa – Milano
LO SCIOPERO DELLE BAMBINE
l'eroicomica impresa del
1902
con Rita Pelusio e Rossana Mola
regia Enrico Messina
testi e drammaturgia Domenico Ferrari, Rita Pelusio ed
Enrico Messina
ricerche d’archivio Zeno Piovesan
scene Simone Fersino
costumi Lisa Serio
cura del suono Luca De Marinis
ricerca movimento Micaela Sapienza
voce off Carmela Restelli
produzione PEM Habitat Teatrali e Anna Marcato
con il contributo del Comune di Milano
con il sostegno di Fondazione Trivulzio di Melzo
in collaborazione con Unione Femminile Nazionale, CGIL
Camera del Lavoro Metropolitana di Milano e Archivio del Lavoro
si ringrazia Armamaxa Teatro
Per saperne di più:
👉Breve ricostruzione dello sciopero e del ruolo della Camera del Lavoro di Milano
👉Documentazione archivistica e contesto storico-sociale
👉Approfondimento narrativo e storico
👉Lavoro minorile e condizioni delle apprendiste-sarte a inizio ’900
👉Silvia Montemurro - La piccinina
La storia di Nora, 15 anni, piscinina, quasi analfabeta, povera, insicura e balbuziente. In copertina il celebre dipinto ‘La piscinina’ dell’artista Emilio Longoni
La mia prima volta al Teatro della Cooperativa (patrimonio della cultura!) fu con 👉Giovinette, le calciatrici che sfidarono il duce
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