Luce e arte napoletana al Museo Archinti
Entrare nel Museo Archinti di Lodi è come fare un viaggio nel tempo. Questo è quello che ho sperimentato all'inaugurazione, il 7 novembre 2024, della mostra 'O sole mio. Pittura napoletana tra Ottocento e Novecento', dedicata alla pittura napoletana, che fa parte della serie di esposizioni intitolate 'Dipingere la luce', curate da Marina Arensi e Vittorio Vailati.
Una straordinaria collezione di opere che rende omaggio a Ettore Archinti e al periodo storico in cui visse, superando i confini lodigiani per arrivare fino a Napoli.
Pittura napoletana: un’eredità cosmopolita
La mostra riporta alla luce una pittura spesso dimenticata, che fa parte di collezioni private, ma incredibilmente affascinante. Molte delle opere esposte, di piccolo formato, erano destinate ai ricchi viaggiatori inglesi del Grand Tour, desiderosi di portare con sé un pezzo dell’arte napoletana.
La pittura napoletana, frutto di una tradizione cosmopolita, è stata influenzata da maestri come Caravaggio, Artemisia Gentileschi, Mattia Preti e Velázquez.
Artemisia, in particolare, ha dato un contributo fondamentale durante il suo soggiorno a Napoli negli anni ’30 del Seicento, arricchendo la tradizione locale con una sensibilità unica.
L’Ottocento e la scuola di Posillipo
Con l’Ottocento e la fondazione dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, la pittura locale raggiunge nuove vette. Nasce la scuola di Posillipo, pioniera nella pittura di paesaggio, grazie a Van Pitloo, che introduce la tecnica en plein air.
Giacinto Gigante rinnova questa tradizione, distaccandosi dal romanticismo per abbracciare una visione moderna.
Tra i protagonisti spicca Domenico Morelli, che da allievo e maestro diventa direttore e presidente dell'Accademia, influenzando generazioni di artisti e artiste. In mostra, un suo disegno preparatorio offre uno sguardo sul suo processo creativo.
I pittori in mostra
Diversi artisti dell’epoca sono rappresentati nella mostra: Giuseppe Aprea, Tito Pellicciotti, Gennaro Villani e Giuseppe Scoppetta, sua la raffigurazione di una donna con il fioretto e la dedica a Matilde, forse ispirata alla scrittrice Matilde Serao. Tra i temi esplorati, paesaggi di mare, scene di genere, figure popolari e nature morte.
La scultura e la scapigliatura
Al piano superiore, una sezione dedicata alla scultura esalta la tecnica della scapigliatura, che, opponendosi al romanticismo, rende la materia vibrante e luminosa, avvicinandola alla vita quotidiana.
Ettore Archinti affonda le sue radici in questo clima moderno, ispirandosi a maestri come Ernesto Bazzaro e Medardo Rosso.
Alcune sculture di questi artisti sono state posizionate di proposito accanto a quelle di Archinti, creando confronti stimolanti.
Il Fanfulla |
Un’occasione imperdibile
Visitare questa mostra non è solo un’opportunità per ammirare opere straordinarie, ma anche per immergersi in un’epoca ricca di fermenti culturali, scoprendo come Napoli continui a ispirare e affascinare.
Dal 7 al 21 dicembre. Museo Archinti Viale Pavia 26/28, Lodi
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Lo Sguardo Di Giulia 2024
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