Sbandieriamo ai quattro venti

Il rumore necessario

Il 29 novembre, in Piazza della Vittoria a Lodi, abbiamo fatto davvero tanto rumore, ed era ora.
A volte il silenzio soffoca più delle parole sbagliate. Ma una piazza piena di corpi, voci e colori è un atto politico che rompe la rassegnazione che spesso accompagna il silenzio sulla violenza di genere.
Insieme al silenzio stampa che è calato sulla violenza genocida subita dal popolo palestinese dopo che è stata annunciata la tregua, ma che in realtà non è per niente una tregua.

Una piazza viva, piena di impegno vero

Il corteo si è mosso compatto. Ho visto persone che ci credono davvero, che hanno portato lì il proprio tempo, la propria indignazione e la propria stanchezza — perché sì, continuare a crederci costa tempo e impegno, e tutto questo va riconosciuto, va rispettato.

Non è per niente scontato ritagliarsi spazio in un sabato invernale per dire: questa violenza ci riguarda tuttə. Chi l’ha fatto merita più di un applauso, merita ascolto.

Rumore, bandiere e rabbia buona

Mentre la piazza si riempiva di bandiere rumorose, cartelli improvvisati, scritte e dichiarazioni che non chiedevano permesso, ho pensato a quanto sia importante avere luoghi dove non veniamo zittitə, ridimensionatə, “moderate”.
Sono stanca di chi demonizza e sminuisce qualsiasi gesto pubblico come se fosse inutile. di chi dice che l'educazione sentimentale e sessuale a scuola non è necessaria, di chi dice che  "il codice genetico maschile non accetta la parità".
Sono stanca di chi si ricorda della violenza di genere una volta all’anno e poi scompare. E sono altrettanto stanca di chi liquida questi momenti come inutili e folkloristici. La verità è che abbiamo bisogno di tutte queste cose, e del lavoro quotidiano, lungo, paziente e questi momenti collettivi che tengono accesa la discussione. 
E proprio in quel momento, tra un passo e l’altro, è capitato un dettaglio rivelatore:
ho sentito chi si lamentava perché il corteo procedeva “troppo lento”. Ho sorriso tra me e me. Perché lenta era esattamente la velocità giusta.
Queste manifestazioni devono dare fastidio, devono fermare la gente, devono interrompere il flusso ordinario delle vite. Perché la violenza non è normale: è lei che disturba, non noi.
E se un corteo contro la violenza di genere non crea nemmeno un piccolo inciampo alla città, allora a cosa serve?

Il manuale di resistenza quotidiana

Tra i vari momenti del presidio, c'era anche il manuale di resistenza quotidiana, un quaderno messo a disposizione in cui ognuna poteva condividere il proprio gesto di ribellione contro il patriarcato.

Un progetto aperto dove si poteva scrivere una frase, un pensiero, un pezzo della propria storia.
Ho letto parole dure, necessarie, altre piene di cura, altre ancora spiazzanti nella loro semplicità.

Piccoli frammenti di una ribellione che non fa rumore solo in piazza, ma soprattutto nei giorni normali: nella scuola, nel lavoro, nelle relazioni, nei silenzi che finalmente si incrinano.


Lodi e le sue contraddizioni


Ogni volta che vedo la piazza riempirsi, sento una doppia vibrazione.

Da un lato c’è la forza di chi si impegna davvero; dall’altro quell’ombra sottile, quella impazienza di chi vorrebbe che tutto restasse rapido, educato, ordinato. Il presidio di oggi invece ha disturbato il giusto.

E meno male. Perché questo rumore serve

Perché ci ricorda che ogni giorno di silenzio è un giorno in cui qualcunə subisce un tipo di violenza,  quando le piazze si riempiono, qualcosa si muove — anche se lentamente.


Lo sguardo, avanti


Mi porto a casa le mani alzate, i cartelli vibranti, le parole appassionate, le canzoni, gli sguardi emozionati, i passi condivisi, i balli liberatori.

Mi porto a casa la consapevolezza che questo non basta, ma è un inizio.

E soprattutto mi porto a casa l’idea che la resistenza è collettiva e quotidiana, personale, fatta di frasi scritte su un quaderno o di un “no” detto al momento giusto.

Il tuo sostegno fa la differenza

Novità

Iscriviti alla newsletter per ricevere storie e progetti direttamente nella tua casella di posta. Solo contenuti autentici, niente spam.

Lo Sguardo Di Giulia 2025 © diritti riservati – Vietata la pubblicazione non autorizzata. Le immagini pubblicate sono protette da copyright. Se vuoi usare una mia foto, contattami.  👉Copyright e utilizzo delle immagini

Disclaimer: Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001