venerdì 19 luglio 2024

Lee Miller: icona eclettica della Fotografia del XX Secolo | LoSguardoDiGiulia

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Lee Miller: Icona Eclettica della Fotografia del XX Secolo

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La figura della fotografa Elizabeth "Lee" Miller mi ha affascinata per essere stata una persona libera nel panorama fotografico del XX secolo, e per la storia della sua vita piena e avventurosa.


Infanzia e Famiglia

Lee Miller è nata il 23 aprile negli Stati Uniti nel 1907 ed è cresciuta a Poughkeepsie, nello stato di New York, seconda di tre figli di Theodore e Florence Miller. L'infanzia di Lee è stata complessa e ricca di contrasti, ed ha profondamente influenzato la sua vita e la sua carriera artistica. A sette anni subisce uno stupro e si ammala di gonorrea, malattia venerea che l'affliggerà per gran parte della vita. In quell'epoca non erano ancora accessibili né gli antibiotici né la penicillina, scoperta solo nel 1928, Lee deve quindi curarsi con lavande intime, effettuate dalla madre infermiera, di dicloruro di mercurio, potenzialmente tossico ma unica possibilità per guarirne.

La cura psichiatrica per il trauma infantile da violenza sessuale prevedeva l'incoraggiamento a credere che il sesso fosse solo un atto fisico, distaccato dall'amore. 

L'autore dello stupro non è mai stato denunciato né condannato e non fu fatta alcuna indagine. Fu tutto insabbiato per paura di uno scandalo, non ci fu quindi nessun tipo di giustizia per un crimine tanto grave ai danni di una bambina.

Il padre di Lee, Theodore, era un ingegnere e inventore che nutriva una grande passione per la fotografia. Questo interesse diventò un elemento fondamentale nella vita di Lee, che inizia a esplorare il mondo della fotografia da protagonista, il padre allestisce una camera oscura nella loro casa e la fotografa spesso, anche in pose intime fin da ragazzina.

Queste vicende devono aver plasmato il carattere di Lee, facendola diventare una donna emancipata, testarda e capace di affrontare le avversità con una forza incredibile. Nulla riusciva a piegarla all'autorità, non c'era modo di farle fare nulla che non volesse. Fu espulsa da numerose scuole a causa del suo comportamento indisciplinato, si diplomò comunque in una scuola privata, la Putnam Hall.

Parigi e New York

Nel 1929 decide di trasferirsi a Parigi, dove studia illuminazione, costume e design in una scuola di teatro, lavorando come guida turistica. Tornata a New York, si iscrive all'indirizzo di Produzione Drammatica del college, studia danza e fa parte del corpo di ballo di "Scandals", spettacolo di varietà di George White. Continuava nel frattempo a sottoporsi a trattamenti per contrastare la malattia venerea che la tormentava dall'infanzia.

Da Modella a Fotografa

Lee Miller inizia la sua carriera come modella negli anni '20. Grazie alla sua straordinaria bellezza, diventa rapidamente una delle modelle più richieste del suo tempo. Lavora con alcuni dei fotografi più celebri dell'epoca, come Edward Steichen e George Hoyningen-Huene. La sua presenza magnetica davanti alla macchina fotografica le garantisce un successo immediato. Compare sulla copertina di Vogue nel 1927. Nel 1928, una sua foto viene usata per pubblicizzare gli assorbenti Kotex. Negli anni Venti non si parlava mai pubblicamente di mestruazioni. Dapprima Lee fu contrariata dalla scelta dell'agenzia, poi cambiò idea e fu fiera di avere dato scandalo.

A Scuola da Man Ray

Torna a Parigi e intraprende lo studio della fotografia sotto la guida di Man Ray, figura centrale del movimento surrealista. Non solo diventa la sua musa e collaboratrice, ma inizia anche a sviluppare il proprio stile distintivo. L'influenza di Man Ray e dell'ambiente creativo parigino è fondamentale per la sua evoluzione come fotografa. La sperimentazione e alcuni fatti imprevedibili portarono alla scoperta della tecnica della solarizzazione, di cui impararono poi a controllare gli effetti.

Corrispondente di Guerra

Negli anni '30 e '40, Lee Miller si afferma come una fotografa di grande talento. Il suo lavoro è caratterizzato da un'intrinseca sensibilità e dalla capacità di catturare l'essenza dei soggetti. La sua carriera prende una svolta decisiva durante la Seconda Guerra Mondiale, quando inizia a lavorare come fotogiornalista per la rivista Vogue.

Documentare la Guerra


Durante la guerra, Miller documenta alcuni degli eventi più significativi e traumatici del conflitto. 

Lee riusciva a vedere l'arte anche nella guerra, tra i soldati, nelle rovine, le strade deserte, i fili spinati. Rappresentava con le sue foto i dolori dell'anima, la paura, gli incubi che sono propri dell'essere umano. La guerra Lee l'aveva sempre avuta dentro di sé, non lasciava trasparire le sue debolezze, aveva la sensibilità per capire e cogliere le sfumature delle emozioni attraverso la sua fotocamera.

Sue sono le immagini del Blitz a Londra, la liberazione di Parigi e la scoperta dei campi di concentramento di Dachau e Buchenwald. Sono oggi considerate tra le testimonianze visive più potenti e umane della guerra. Le sue fotografie non solo documentano la brutalità del conflitto, ma offrono anche una visione profondamente empatica della sofferenza umana.

Declino e Risurrezione

Dopo la guerra, la carriera fotografica di Miller subisce un declino. Affronta numerosi problemi personali, tra cui il disturbo da stress post-traumatico (PTSD), una condizione comune tra veterani e corrispondenti di guerra. Lee ebbe a che fare con un periodo di depressione, causata dall'essere madre, dopo una gravidanza difficile. Viveva in una fattoria, la Farley Farm, con suo marito Roland Penrose, dove non conosceva nessuno. Era sola con i suoi demoni.

Nonostante queste difficoltà, reagisce riuscendo a vivere una vita ricca di interessi, scrivendo articoli per Vogue, scattando fotografie e dedicandosi alla sua nuova passione, la cucina, e a intrattenere gli ospiti.


Riscoperta negli Anni Ottanta

Lee Miller fu sempre riluttante a mostrare le foto scattate durante la sua carriera. Neanche gli inviati dei grandi musei erano riusciti a convincerla. Rifiutava dicendo che le foto erano andate distrutte durante la guerra. Invece erano custodite dentro gli scatoloni nella sua fattoria. Negli anni '80, l'opera di Lee Miller viene riscoperta e rivalutata. Le mostre retrospettive e le pubblicazioni del suo lavoro portano a un nuovo apprezzamento della sua straordinaria carriera e del suo impatto duraturo nel campo della fotografia.

Muore di cancro nel 1977.

L'Eredità di Lee Miller

Oggi, Lee Miller è ricordata non solo per il suo talento e il suo contributo alla fotografia, ma anche per la sua vita straordinaria e il suo spirito indomabile. La sua capacità di reinventarsi e di affrontare le sfide con determinazione la rende un'icona ispiratrice nel mondo dell'arte e della cultura.

 "Sembravo un angelo fuori... Mi vedevano così, anche se dentro ero un demonio. Ho conosciuto tutto il dolore del mondo fin da bambina. Perché ci sono vite che sono romanzi e anche la mia è stata un fradicio rompicapo, le cui tessere ubriache non combaciavano per forma né scopo."  

Lee Miller (1907-1977)


Risorse per Approfondire

Per saperne di più sulla vita e sul lavoro do Lee Miller, sono disponibili diverse risorse online, tra cui documentari e articoli approfonditi:

- [Lee Miller a Life on the Front Line]

(https://www.dailymotion.com/video/x81wbf7)

- [Lee Miller: A Surrealist’s Journey]

(https://www.dailymotion.com/video/x8cli2o)

- [Lee Miller Archives su Instagram]

(https://www.instagram.com/leemillerarchives?igsh=MWM4azU3ODZ5anFucQ==)

In uscita, nel Regno Unito, il 13 settembre 2024 il film: "LEE".

Interpreta Lee Miller l'attrice Kate Winslet, regia di Ellen Kuras.



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